(Minghui.org) A luglio del 2011, con un altro praticante ci siamo recati a un mercato contadino per distribuire informazioni sulla Falun Dafa. La maggior parte dei contadini presenti era ricettiva. In meno di un’ora, abbiamo aiutato oltre dieci persone a lasciare il Partito Comunista Cinese (PCC).

Sono diventato troppo sicuro di me e ho iniziato ad alzare la voce. Prima che me ne accorgessi, due agenti di polizia si sono messi davanti a noi e ci hanno detto che dovevamo andare con loro.

Alla stazione di polizia ci hanno preso le borse. I nostri materiali informativi relativi alla Falun Dafa sono stati messi sul tavolo e ci è stato ordinato di stare accanto al tavolo per essere fotografati. Non abbiamo collaborato.

Poi uno degli agenti dal nome Gai, mi ha ordinato di seguirlo. Mi ha portato in una stanza piena di strumenti di tortura e mi ha detto di collaborare con lui. ho risposto: “Non posso. Se lo faccio, ti verrà fatto del male”.

Lui è rimasto scioccato e ha detto: “Come potrebbe farmi del male?”

Io: “La persecuzione della Falun Dafa non ha alcuna base legale. Il regime comunista vi sta usando per perseguitarci. Se collaboro con voi, vi faccio commettere un peccato e affronterete le conseguenze in futuro”. Gli ho anche spiegato come il PCC diffonde la propaganda per diffamare la Falun Dafa, in particolare la bufala dell’auto-immolazione di Tiananmen.

L’agente Gai mi ha ascoltato in silenzio. Un’ora dopo, mi ha riportato nell’atrio.

Poco dopo, diversi agenti dell’Ufficio 610 sono arrivati e mi hanno ordinato di firmare la deposizione preparata da un agente di nome Sen. Ho rifiutato di obbedire e ho detto che la mia collaborazione alla persecuzione li avrebbe effettivamente danneggiati. Li ho esortati a leggere il materiale informativo che ci avevano sottratto e a non partecipare più alla persecuzione.

Gli agenti dell’Ufficio 610 hanno preso alcuni materiali e se ne sono andati.

Ho sentito Sen lamentarsi che Gai non riusciva a trovare abbastanza persone per perquisire le nostre case, anche se aveva la possibilità di inviare personale da un’altra agenzia.

Dopo qualche altra ora, Gai ci ha detto di fare i bagagli e ci ha consegnato le tessere per il viaggio. Poi ha chiesto a Sen di portarci alla stazione degli autobus. Sen si è rifiutato, ha sbattuto la mano sul tavolo e ha detto: “Li lasciamo andare così?”.

Gai non ha detto nulla, ma dopo poco tempo ci ha portato lui stesso alla stazione degli autobus facendoci passare attraverso un piccolo vicolo.