(Minghui.org) Il 20 luglio di quest’anno ha segnato il 24° anno da quando il Partito Comunista Cinese (PCC) ha iniziato a reprimere il Falun Gong. I praticanti del Falun Gong di 44 Paesi hanno presentato un altro elenco di autori dei reati ai rispettivi governi, esortandoli a ritenere questi individui responsabili della persecuzione del Falun Gong in Cina. I praticanti hanno chiesto ai loro governi di vietare l’ingresso ai colpevoli e ai familiari e di congelare i loro beni all’estero.

Tra i responsabili elencati c’è Tian Zhi, direttore della prigione di Dongling della città di Shenyang, nella provincia del Liaoning.

Informazioni sul responsabile

Nome completo dell’autore del reato: Tian (cognome) Zhi (nome) (田志)Sesso: MaschioPaese: CinaData/anno di nascita: N/ALuogo di nascita: N/A

Tian Zhi

Titolo e posizione

Da giugno 2019 sino a d’oggi: Direttore del carcere di Dongling della città di Shenyang, nella provincia del Liaoning.

Prima del giugno 2019: direttore del Centro di riabilitazione dalle droghe di Zhangshi della città di Shenyang, nella provincia del Liaoning.

Crimini principali

Dopo aver assunto il ruolo di direttore della prigione di Dongling nel 2019, Tian Zhi ha attuato le politiche di persecuzione disumane del PCC contro i praticanti del Falun Gong. Sotto la sua direzione, i praticanti sono stati torturati ed è stato ordinato loro di rinunciare al proprio credo spirituale, il Falun Gong. Tre praticanti sono morti durante il suo mandato. Si tratta di Teng Yuguo, Li Zhendong e Liu Xiyong.

I metodi di tortura comunemente utilizzati nella prigione di Dongling comprendono:- privazione del sonno- pugni, calci e schiaffi- scosse con manganelli elettrici, comprese sul pene dei praticanti avvolto da fili metallici- tiro dei peli pubici- inserimento di bastoncini di bambù nel pene- versare addosso acqua ghiacciata, spesso in inverno- versare urina e feci sui praticanti.

Molti praticanti che godevano di buona salute hanno accusato disturbi fisici a causa degli abusi subiti e sono morti poco dopo. Quando si trovavano in condizioni critiche a causa delle torture inflitte, Tian dava istruzioni ai suoi subordinati di nascondere le informazioni alle famiglie, in modo che la persecuzione non fosse resa pubblica.

Tian, insieme ai funzionari del Dipartimento di giustizia e dell’Amministrazione penitenziaria della provincia del Liaoning, si è anche rifiutato di rilasciare su cauzione i praticanti per ricevere cure mediche. Non solo ha rifiutato o ritardato loro le cure mediche, ma ha anche obbligato i loro familiari a pagare le cure prestate negli ospedali designati dal carcere.

Quando le famiglie dei praticanti hanno cercato di ottenere giustizia per i loro cari, Tian le ha minacciate e ha agito per impedire loro di esercitare i propri diritti legali.

Selezione di casi di morte e tortura

Caso 1: Uomo malato di cancro muore giorni dopo che gli è stata negata la libertà vigilata, e rimane incatenato mentre muore

Teng Yuguo, della città di Shenyang nella provincia del Liaoning, è stato arrestato il 13 ottobre 2020 e condannato a cinque anni dal tribunale del distretto di Yuhong nel febbraio 2021. Ha sviluppato un cancro al colon e incontinenza a maggio dello scorso anno, mentre era detenuto nella prigione di Dongling. Nonostante le sue condizioni, le autorità carcerarie si sono rifiutate di rilasciarlo con la condizionale. Era così debole che non aveva la forza di sedersi. Non riusciva nemmeno ad andare di corpo.

Teng è morto all’età di 67 anni il 2 dicembre, sotto stretta sorveglianza. Dopo la sua morte, le guardie non hanno permesso alla famiglia di avvicinarsi al corpo e di vestirlo, e hanno assunto un’impresa per farlo. Sempre sotto stretta sorveglianza, la salma di Teng è stata portata in un’agenzia funebre e cremata il 4 dicembre.

La moglie non è riuscita a dormire per giorni, e spesso scoppiava in lacrime. Ha riferito che, non appena chiudeva gli occhi, vedeva il marito emaciato e morente, ancora incatenato mentre giaceva agonizzante nel letto d’ospedale strettamente sorvegliato.

Caso 2: L’Ufficio dell’amministrazione penitenziaria rifiuta la libertà condizionale medica a un uomo fino al giorno precedente alla sua morte

Un mese dopo essere stato ricoverato nel carcere di Dongling per scontare una pena di tre anni e mezzo, Li Zhendong ha sviluppato una grave ascite e non riusciva a mangiare. Quando la famiglia gli ha fatto visita in ospedale, Li era emaciato, il suo ventre era gravemente gonfio e doveva sottoporsi a una procedura quotidiana per rimuovere il liquido in eccesso. Nonostante le sue condizioni, le guardie carcerarie lo hanno comunque ammanettato al letto dell’ospedale e sorvegliato 24 ore su 24.

I familiari di Li hanno chiesto la libertà condizionata per motivi medici, ma è stata loro negata. La prigione ha anche preteso che pagassero tutte le spese mediche. Li ha avuto febbre alta e persistente di 41°C ed è entrato in coma il 9 novembre.

Le guardie che sorvegliavano il praticante hanno riferito delle sue condizioni la mattina del 12 novembre. Due funzionari dell’Ufficio dell’amministrazione penitenziaria della città di Shenyang si sono recati in ospedale per sorvegliarlo. Dopo che il medico ha confermato che Li non sarebbe sopravvissuto alla notte, l’amministrazione carceraria ha prodotto un avviso di autorizzazione alla libertà vigilata e ha detto alle quattro guardie che lo stavano monitorando di lasciare l’ospedale.

La moglie, la figlia, il genero, il fratello e la sorella si sono recati in ospedale e sono rimasti con lui. È deceduto alle 5:00 del mattino del giorno successivo. Aveva 68 anni.

Caso 3: Ex docente in gravi condizioni mentre era in carcere per la sua fede

Wang Zhongsheng, un anziano docente di 75 anni della contea di Xinbin, nella provincia del Liaoning, è stato arrestato e la sua abitazione è stata saccheggiata il 1° novembre 2020. È stato condannato a quattro anni di detenzione e a pagare una multa di 4.000 yuan (circa 510 euro) dal tribunale del distretto di Shuncheng il 26 aprile 2021.

Secondo un infiltrato, poiché Wang si è rifiutato di rinunciare al Falun Gong, le guardie della prigione di Dongling lo costringevano a sedersi su un piccolo sgabello per molte ore senza potersi muovere, anche dopo che le sue natiche avevano sviluppato piaghe e si erano gravemente infettate. Quando le condizioni di Wang hanno continuato a peggiorare, è stato portato all’ospedale della prigione per essere curato.

Caso 4: Uomo di 32 anni torturato in prigione, non gli è permesso di contattare la famiglia

Zhang Shude, di 32 anni, residente a Panjin nella provincia del Liaoning, è stato arrestato il 29 giugno 2017 per aver risposto affermativamente alla domanda se praticasse il Falun Gong durante la presentazione del permesso di soggiorno alla stazione di polizia. In seguito è stato condannato a sette anni e inviato alla prigione di Dongling il 27 dicembre 2018.

Quando ha detto di voler Praticare il Falun Gong, il 4 gennaio 2019, due guardie e un detenuto lo hanno picchiato fino allo sfinimento. Zhang ha perso sangue dal naso e aveva tutto il corpo coperto di lividi.

Le guardie hanno imposto a Zhang una detenzione rigorosa, rifiutando la sua richiesta di poter fare la doccia o di comprare cibo extra, visto che non gli davano abbastanza da mangiare. Poiché le guardie lo ignoravano quando si lamentava della mancanza di cibo, ha iniziato uno sciopero della fame per protesta ed è stato sottoposto ad alimentazione forzata.

Poiché Zhang si rifiutava di fare i lavori forzati, le guardie lo ammanettavano, lo picchiavano con manganelli elettrici e lo schiaffeggiavano sulla testa e sulle orecchie con le scarpe. Le torture sono durate più di due ore, finché i tre manganelli elettrici non hanno esaurito la loro potenza. In seguito, Zhang è stato costretto ai lavori forzati.

Rievocazione della tortura: Scosse elettriche

A partire dal settembre 2021, la prigione ha intensificato le torture contro i praticanti del Falun Gong. Le guardie hanno fatto in modo che due detenuti sorvegliassero Zhang 24 ore su 24. Il praticante veniva costretto a sedersi su un piccolo sgabello senza potersi muovere per tante ore durante il giorno. Non gli veniva permesso di chiudere gli occhi nemmeno per un secondo. Di notte le guardie lo ammanettavano al letto per impedirgli di fare gli esercizi del Falun Gong. Lo hanno anche accusato di aver disturbato l’ordine del carcere per aver chiesto di poter fare gli esercizi.