(Minghui.org) Una donna residente ad Harbin, nella provincia dell’Heilongjiang, è stata sottoposta a un’intensificazione della persecuzione, mentre sta scontando 14 anni per la sua fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere fisico e spirituale che viene presa di mira dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999.

Il 13 novembre 2011 Tian Xiaoping è stata arrestata e condannata, nel maggio 2012, a 14 anni di prigione. Non molto tempo dopo essere stata ammessa nel carcere femminile della provincia dell’Heilongjiang, una guardia ha chiamato i suoi familiari per informarli che presentava gravi sintomi di cardiopatia e crisi epilettiche, e per chiedere loro di portarle le medicine. Il 14 marzo 2013, quando le hanno fatto visita, hanno notato che non era in grado di camminare da sola o di parlare per più di qualche minuto, inoltre il suo corpo tremava in modo incontrollato.

Non è chiaro se la prigione le abbia prestato assistenza medica.

Per costringere un maggior numero di praticanti del Falun Gong a rinunciare alla propria fede, la prigione ha selezionato criminali crudeli per “lavorare” sui di loro. A queste detenute è stata data libertà di torturare le praticanti senza subire alcuna conseguenza. Shi Genghui, vice direttore della prigione, era incaricata di perseguitare le praticanti del Falun Gong. Una volta ha “lavorato” personalmente su alcune di loro.

Le guardie hanno anche istigato le altre detenute a odiare le praticanti del Falun Gong. Per esempio, hanno improvvisamente impedito a tutte le detenute di lavarsi i denti perché una praticante della loro cella non aveva rinunciato al Falun Gong.

Nonostante le persecuzioni, Tian ha mantenuto la sua fede e negli ultimi anni le guardie hanno intensificato le torture nei suoi confronti. Hanno ridotto le visite mensili dei suoi familiari a visite trimestrali. Tra una visita in presenza e l’altra, le era concessa solo una visita al mese in videoconferenza. A partire dall’anno scorso, le è stato permesso di spendere solo 100 yuan (circa 13 euro) al mese per le necessità quotidiane. Poiché in prigione tutto è molto più costoso, con quella cifra poteva acquistare ben poco.

Arresto di gruppo

Tian fa parte degli oltre 50 praticanti locali del Falun Gong arrestati il 13 novembre 2011. 46 di loro sono stati sottoposti ai lavori forzati e 6 sono stati condannati alla prigione, con la pena più pesante di 14 anni per Tian.

La maggior parte dei praticanti è stata arrestata dopo aver partecipato a una conferenza di condivisione di esperienze in una casa privata. Secondo un testimone oculare, intorno alle 23:00 del 13 novembre 2011, un gruppo di cinque praticanti è stato il primo a lasciare la casa. Tre di loro si sono diretti verso nord, scoprendo che l’incrocio era stato bloccato da auto della polizia e che erano stati pedinati. Hanno cercato di camminare velocemente, per seminare le persone che li stavano seguendo. Un agente ha gridato attraverso gli altoparlanti dell’auto della polizia: “Arrestate prima loro! Gli altri non apriranno la porta se andiamo lì adesso. Aspettate fino a mezzanotte, apriranno la porta dopo aver inviato pensieri retti. A quel punto entreremo in azione”.

Gli agenti si sono concentrati sui tre praticanti e li hanno arrestati.

Alle 00.10 il resto dei praticanti ha finito di inviare pensieri retti. Non appena uno di loro ha aperto la porta, la polizia ha fatto irruzione nell’appartamento e ha spruzzato gas lacrimogeni sui praticanti, che sono rimasti immediatamente accecati. 10 giorni dopo alcuni di loro avevano ancora gli occhi rossi e gonfi. Tutti gli agenti avevano in mano dei bastoni elettrici. Chiunque avesse provato a muoversi, veniva percosso.

La notte si è trasformata in caos. Gli agenti hanno iniziato a trascinare i praticanti all’esterno, uno dopo l’altro, trattenuti da due agenti. La maggior parte di loro non aveva le scarpe e sono stati fatti salire a forza scalzi sulle auto della polizia.

Tian è stata picchiata, la sua testa sanguinava e aveva i vestiti strappati.

I praticanti sono stati portati alla divisione dell’ufficio di pattuglia del distretto di Shuangcheng e interrogati separatamente. In seguito sono stati trasferiti in diverse strutture, tra cui il Centro di detenzione nº 2 della città di Harbin, il Centro di detenzione del distretto di Shuangcheng e la prigione del distretto di Shuangcheng.

Tian è stata interrogata e torturata nel Centro di detenzione nº 2 di Harbin. Tre agenti del Dipartimento di Polizia di Harbin, tra cui Yao Shoujun e Lu Jun, l’hanno legata a una sedia con le mani attorcigliate dietro la schiena e fissate allo schienale, legandola con le corde intorno ai polsi. Le hanno anche puntato una luce intensa in viso. Lu l’ha presa a calci sulle ginocchia e le ha ordinato di dire cose che l’avrebbero incriminata. La luce era così intensa che le labbra di Tian si sono screpolate. Le sue braccia, divenute nere e livide, sono tornate al loro colore normale solo molti giorni dopo.

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