(Minghui.org) Una settantenne residente a Weifang, nella provincia dello Shandong, ha presentato ricorso contro una condanna a tre anni di prigione per aver praticato il Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.
Il 7 settembre dell’anno scorso Li Xiuzhen è stata arrestata dagli agenti della stazione di polizia di Heng’an, per aver parlato del Falun Gong a una fiera comunitaria. Sebbene la polizia, lo stesso giorno, l’abbia rilasciata, ha continuato a sorvegliare la sua casa per oltre un mese, monitorando le sue attività quotidiane, e il 21 novembre l’ha arrestata di nuovo. Anche la sua abitazione è stata messa a soqquadro.
La polizia ha sottoposto il suo caso alla procura del distretto di Fangzi, che ha approvato l’arresto e l’ha incriminata. In data sconosciuta il tribunale locale ha tenuto un’udienza, senza informarne la sua famiglia. All’inizio del mese di gennaio la donna ha ricevuto il verdetto e ha presentato appello presso il tribunale intermedio della città di Weifang.
Arresti precedenti
Non è la prima volta che Li viene presa di mira per la sua fede.
Il 16 ottobre 2009 è stata arrestata mentre stava pulendo la sua abitazione. Gli agenti dell’Ufficio per la sicurezza interna del distretto di Fangzi e della stazione di polizia del distretto di Laofangzi le hanno confiscato i libri del Falun Gong e altri oggetti personali. Il giorno successivo la donna è stata rilasciata, dopo essere stata costretta a pagare alla polizia 5.000 yuan (circa 650 euro).
Il 13 aprile 2014 Li è stata nuovamente arrestata, insieme ad altri due praticanti, mentre parlava del Falun Gong a una fiera comunitaria.
Il 27 maggio 2019 la donna è stata molestata dai membri dello staff del Comitato residenziale di Wumalu.
Il 23 agosto 2019 Li è stata arrestata un’altra volta dagli agenti della stazione di polizia di Heng’an, dopo essere stata denunciata per aver parlato alla gente del Falun Gong. La praticante è stata trattenuta, per un periodo di tempo imprecisato, nel centro di detenzione di via Shuiku.
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