(Minghui.org) La famiglia di Li Yuanming ha recentemente confermato che l’uomo è stato ammesso nella prigione di Gongzhuling, dove dovrà scontare una pena di quattro anni per aver professato la sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999. Poiché si è rifiutato di rinunciare al Falun Gong, al cinquantenne della contea di Nongan, nella provincia dello Jilin, sono state negate le visite della famiglia.

Il 28 febbraio dell’anno scorso Sun Chengmin, direttore della sicurezza del villaggio di Tianxing, e tre agenti della stazione di polizia della borgata di Shaoguo, tra cui Ji Pengfei e Zhao Xijun, si sono recati a casa di Li e hanno tentato di raccogliere la sua saliva, oltre a scattargli una foto. Non è chiaro se l’uomo abbia o meno acconsentito.

Dopo che la polizia se n’è andata, Li si è nascosto a casa dei suoi vicini, tuttavia il 3 marzo dell’anno scorso altri tre agenti lo hanno arrestato. Secondo le persone che hanno assistito all’arresto, l’uomo è stato preso a calci, tenuto a terra a faccia in giù e ammanettato dietro la schiena. Quando gli agenti lo hanno afferrato per le gambe e trascinato, l’uomo ha sfregato il torace contro il terreno e ha quasi perso i pantaloni. La polizia gli ha tirato su i pantaloni e ha continuato a trascinarlo, dal cortile dei vicini al cortile della sua abitazione, fino alla strada principale dietro casa sua, dove gli agenti avevano parcheggiato. Gli hanno inoltre scattato delle foto, coperto il viso con i vestiti e lo hanno spinto nella loro auto.

Il padre di Li era presente e ha tentato di fermare la polizia, ma un vicino lo ha trattenuto dicendogli: “Sono armati!”. Secondo un informatore, molti abitanti del villaggio sono rimasti sbalorditi dalla brutalità con cui gli agenti hanno trattato il praticante.

La polizia ha anche fatto irruzione nel suo appartamento e gli ha confiscato i libri del Falun Gong, il computer portatile, la stampante e uno striscione che aveva usato in un luogo di pratica prima dell’inizio della persecuzione. Sono scomparsi anche decine di migliaia di yuan (alcune migliaia di euro) in contanti che aveva conservato in una borsa a casa. Suo padre ha visto solo la borsa vuota per terra.

La polizia ha tenuto i familiari di Li all’oscuro della sua situazione. Solo di recente hanno avuto la conferma che era stato condannato e trasferito dal centro di detenzione di Nongan alla prigione di Gongzhuling, ma non sanno ancora nulla riguardo all’incriminazione, al processo e alla sentenza.

Un quarto di secolo di persecuzione

Mentre Li studiava alla facoltà di meccanizzazione agricola dell’università dello Jilin, i medici gli hanno diagnosticato un tumore alla ghiandola pituitaria. L’uomo è stato operato, ma ha continuato a soffrire di eccessiva lacrimazione, disturbi allo stomaco, dolori al collo e alla schiena. Nel febbraio 1996, durante il periodo di convalescenza a casa, è stato introdotto al Falun Gong e, in meno di sei mesi dall’inizio della pratica, è guarito completamente.

Da tre anni dopo l’inizio della persecuzione, Li e la sua famiglia non hanno mai avuto un solo giorno di pace. La polizia e i funzionari del villaggio continuavano a perseguitarli. Oltre alle numerose detenzioni, l’uomo ha scontato anche due periodi di lavoro forzato. Sua moglie, Lyu Ziwei, anch’essa praticante del Falun Gong, ha scontato due mandati in un campo di lavoro. Durante la detenzione è stata sottoposta a percosse elettriche e al lavaggio del cervello. Le guardie l’hanno anche costretta a fare lavori forzati non retribuiti.

La madre di Li era talmente angosciata dal dover assistere alla loro persecuzione e alle continue vessazioni subite dalla famiglia che la sua salute è peggiorata. Poco dopo che le è stata asportata la cistifellea, è deceduta.