(Minghui.org) Una donna di 44 anni in attesa di processo per la sua fede nel Falun Gong, è stata picchiata durante la detenzione e, di conseguenza, soffre di salute cagionevole e perdita di memoria.

Chen Yan, della città di Benxi, provincia del Liaoning, è stata arrestata il 14 luglio scorso dopo che un operatore comunitario l'aveva vista distribuire materiale informativo che esponeva la persecuzione del Falun Gong da parte del Partito Comunista Cinese. L'uomo l'ha filmata e ha condiviso il video con il suo supervisore, che ha poi avvisato la polizia. Il vice capo Meng Xiangchong, della stazione di polizia di Hexi, e i suoi subordinati sono presto arrivati ad arrestarla.

Meng e i suoi agenti hanno fatto irruzione in casa di Chen quando non c'era nessuno e le hanno confiscato il libretto di risparmio, i contanti, il cellulare e altri oggetti di valore.

Poiché i suoi genitori non riuscivano a mettersi in contatto con lei, si sono preoccupati molto. Sua madre si stava ancora riprendendo da un intervento chirurgico per la rimozione di un cancro, così il padre di 74 anni si è recato a controllare come stava la figlia e , non appena ha visto il gran caos che regnava in casa, ha capito che doveva essere stata nuovamente arrestata per la sua fede. Per la stessa ragione, nel 2015 era già stata condannata a tre anni di prigione e licenziata dal lavoro di impiegata statale.

L'anziano è riuscito a scoprire chi l’aveva arrestata e così si è recato alla stazione di polizia di Hexi per chiedere il suo rilascio e la restituzione degli oggetti confiscati, ma il vice capo Meng è stato molto maleducato e lo ha cacciato.

Il procuratore Hou Rui della Procura distrettuale di Xihu ha incriminato Chen e inoltrato il suo caso al Tribunale distrettuale. Il giudice Wang Mian ha impedito al suo difensore non avvocato di esaminare il fascicolo e di farle visita.

Il 30 ottobre l'avvocato della praticante è stato autorizzato a farle visita presso il Centro di detenzione della città di Benxi e ha appreso che il 5 agosto era stata picchiata tre volte da quattro detenuti che avevano ricevuto dalle guardie l'ordine di maltrattarla.

Ha notato che era di cattivo umore, lenta a rispondere e apparentemente debole. È tornato il giorno dopo per un altro incontro ed è rimasto scioccato nel constatare che la donna non ricordava minimamente il loro colloquio del giorno prima. Lamentava inoltre palpitazioni cardiache e aveva sangue nell'espettorato.