(Minghui.org)

Nome: Li LiNome in cinese: 李力Genere: DonnaEtà: 71 anniCittà: FushunProvincia: LiaoningOccupazione: SconosciutaData di morte: 29 novembre 2024Data dell'ultimo arresto: 20 giugno 2014Ultimo luogo di detenzione: Carcere femminile provinciale del Liaoning

Quando nel 1999 il Partito Comunista Cinese ha iniziato a perseguitare il Falun Gong, la signora Li è rimasta salda nella sua fede e per questo è stata arrestata cinque volte e condannata a tre pene ai lavori forzati e due detenzioni, per un totale di nove anni e mezzo. Le crudeli torture e i maltrattamenti subiti durante la detenzione le hanno danneggiato la salute in modo irreversibile, e per di più la polizia ha continuato a molestarla anche dopo che è stata rilasciata. Lo stress mentale che ne è derivato le ha inferto il colpo finale, ed è morta il 29 novembre scorso a 71 anni.

Ecco il racconto in prima persona delle persecuzioni subite da Li.

Intraprendere il Falun Gong

Soffrivo di ernia del disco nella zona lombare e ogni volta che mi prendeva il mal di schiena non potevo né camminare né infilarmi i pantaloni. Inoltre avevo problemi ai reni, un'infiammazione al colon e ulcere in bocca lungo tutto l'arco dell'anno. Avevo provato un sacco di cure, ma non ero guarita e ogni giorno era un tormento. Nel 1995 un'amica mi ha fatto conoscere il Falun Gong e, facendo gli esercizi e studiandone i libri, ho subito recuperato la salute ed ero piena di energia. Ero grata alla pratica per i benefici alla salute che mi aveva dato.

Gli arresti e le detenzioni

A ottobre 1999, tre mesi dopo l'inizio della persecuzione, sono andata a Pechino per fare appello in difesa del mio diritto di praticare il Falun Gong, ma sono stata arrestata alla stazione ferroviaria della capitale e riportata a Fushun, dove ho trascorso 17 giorni in cella.

A febbraio 2000 stavo nuovamente andando a Pechino per fare appello, ma sono stata di nuovo arrestata alla Stazione ferroviaria di Shenyang. L'agente Bai Songri, della Stazione di polizia di Fumin, ha fatto irruzione in casa mia per perquisirla e sono stata detenuta per tre settimane.

A luglio del 2000 la polizia mi ha di nuovo arrestata e portata al Centro per il lavaggio del cervello di Fushun. Io ho fatto lo sciopero della fame per protesta e sono stata rilasciata una settimana dopo.

L'agente Bai voleva arrestarmi di nuovo ad ottobre 2000 e, per evitare il carcere, sono stata costretta ad andare via da casa. La polizia è andata a casa a cercarmi due volte, ma non c'era nessuno. Allora sono entrati usando un passepartout e hanno rotto la serratura. Quando Bai non è riuscito a trovarmi per un po' di settimane, alla fine di ottobre ha arrestato mio marito e lo ha tenuto alla stazione di polizia per tutta la notte, poi lo ha anche costretto a portarli a casa dei nostri parenti per cercarmi. Mio marito è rimasto così terrorizzato dalla polizia che dopo un po' di tempo ha iniziato a soffrire di problemi cardiaci.

A gennaio 2001, dopo un po' che ero tornata a casa, Bai si è presentato alla porta con un gruppo di agenti. Per sfuggire all'arresto sono saltata giù dal secondo piano e mi sono rotta una gamba. Mentre mi riprendevo dalla frattura, Bai e alcuni agenti a fine febbraio mi hanno perquisito la casa e hanno confiscato i libri del Falun Gong e le cassette audio. Non hanno potuto portarmi via perché non ero in grado di camminare.

Tre anni al campo di lavoro forzato

Quando la gamba è guarita, a luglio del 2001 Bai mi ha arrestata e portata al Campo di lavoro forzato di Fushun per scontare una pena di tre anni. Per protesta ho fatto lo sciopero della fame e 10 giorni dopo le guardie mi hanno portata in ospedale per sottopormi ad alimentazione forzata. Io mi sono opposta e loro hanno ordinato a quattro detenute di tenermi ferma con la bocca aperta. Alcuni denti mi si sono allentati e mi è uscito molto sangue dalla bocca. Poi mi hanno inserito un tubo di plastica largo più di un centimetro nello stomaco e ho sofferto le pene dell'inferno.

Per aumentarmi le sofferenze gli infermieri hanno messo il tubo contro la trachea: stavo soffocando e sono diventata tutta rossa in viso. Poi hanno mosso il tubo avanti e indietro per una ventina di volte e hanno smesso solo quando si è riempito di sangue.

Quando il 13 novembre 2001 mi hanno picchiata perché avevo fatto gli esercizi del Falun Gong, ho fatto un altro sciopero della fame per protesta e la guardia Chen Linghua mi ha messa in cella d'isolamento. Era una stanza buia e umida e c'erano solo alcune assi di legno per terra, senza un letto. Inizialmente le guardie si sono mostrate gentili e hanno cercato di persuadermi a mangiare, ma quando hanno visto che ero determinata la guardia Guo Qian mi ha presa a schiaffi in viso e poi mi ha inserito un sondino attraverso il naso, fino allo stomaco. Lo hanno lasciato lì alimentandomi attraverso il sondino tutti i giorni.

Il tubo nello stomaco mi faceva spesso venire la nausea e mi faceva anche molto male quando ingoiavo, anche se era solo saliva, il che poi mi provocava mal di testa, stordimento e mal di orecchie.

Quando le guardie hanno scoperto che cercavo di estrarre il sondino, mi hanno ammanettato le mani dietro la schiena e non me le liberavano nemmeno quando andavo in bagno, e una volta sono anche caduta in bagno. Avevo forti dolori alle braccia e alle spalle. Il sondino mi faceva anche colare il naso, ma non riuscivo a pulirmi perché ero ammanettata, e non potevo neanche lavarmi né cambiarmi gli abiti.

La finestra della cella aveva un grosso buco e, siccome ero ammanettata, non riuscivo a coprirmi con la coperta e spesso tremavo di freddo. Per due volte sono riuscita a togliermi il sondino che era diventato tutto nero, mentre ero in manette, e due guardie si sono infuriate e lo hanno reinserito. Ho smesso lo sciopero della fame dopo 45 giorni.

Io e alcuni praticanti, nel maggio 2002, siamo evasi dal campo, ma le guardie ci hanno subito catturati e riportati indietro. Io sono stata portata in una stanza buia e legata ad una sedia con gli occhi bendati. Il vice direttore del campo Xu Hulie, e le guardie Wang Jun, Jin e altre di cui non conosco il nome mi hanno dato la scossa con tre manganelli elettrici ad alto voltaggio, perfino nelle parti intime. Io sono caduta a terra, rovesciandomi con tutta la sedia, e uno di loro mi ha detto: "Voglio proprio vedere se hai il coraggio di fuggire di nuovo".

Avevo le braccia ricoperte di bruciature e vesciche, eppure le guardie Luo e Jin continuavano a picchiarmi. Avevo il viso così gonfio che non riuscivo nemmeno ad aprire gli occhi. Poi hanno versato dell'acqua sul pavimento e mi hanno picchiata nell'acqua per un'altra ora.

Poi sono stata messa in cella di isolamento, dove non c'era il letto e ho dormito su delle assi di legno sul pavimento. La notte non riuscivo a dormire per i forti dolori e un responsabile del campo di nome Wu mi ha interrogata ripetutamente, e ogni volta mi colpiva con un manganello elettrico.

A luglio 2002 sono stata trasferita al Centro di detenzione n. 2 di Fushun e progettavano di condannarmi al carcere, anche se mancavano ancora due anni al termine della pena al campo di lavoro forzato.

Condannata a cinque anni

Il Centro de detenzione n. 2 di Fushun è davvero un posto infernale; ci davano da mangiare sono del pane di mais grezzo e della zuppa con qualche foglia di verdura a pasto e in una cella più piccola di 20 metri quadrati dormivano 30 persone. In quella stanza così piccola e sovraffollata in estate si soffocava letteralmente. Non potevamo fare la doccia e avevo prurito dappertutto per la scabbia. Nonostante le pessime condizioni in cui eravamo, dovevamo eseguire del lavoro pesante, che in gran parte consisteva nell’avvolgere dei fronzoli colorati intorno agli stuzzicadenti, che poi sarebbero stati venduti fuori dal carcere.

Le praticanti Liu Chengyan e Wang Xiuxia hanno fatto lo sciopero della fame per protesta e sono state entrambe alimentate forzatamente, private del sonno e costrette a portare pesanti catene ai piedi, per citare alcune delle torture, e Wang alla fine è morta a causa delle torture.

Il PM Liang della Procura di Fushun ha formulato il mio atto d'accusa a gennaio del 2003 e il tribunale locale mi ha processata in segreto, senza comunicarlo alla mia famiglia. Non avevo un avvocato e non potevo nemmeno parlare in mia difesa. Al termine dell'udienza il giudice mi ha condannata a cinque anni e io ho fatto ricorso, ma l'ho perso.

A giugno del 2003 stavo molto male per una grave anemia e mi hanno rilasciata.

Condannata alla seconda detenzione di quattro anni e mezzo

Il 20 giugno 2014, durante una retata, sono stata arrestata di nuovo dagli agenti della Divisione sicurezza interna del distretto di Shuncheng, che mi hanno interrogata con metodi brutali e mi hanno strappato anche i capelli.

Il direttore Jiao Chen e alcuni agenti mi hanno perquisito la casa il giorno seguente e hanno confiscato 4.300 yuan (circa 560 euro) e 1.200 yuan (circa 160 euro) in dollari di Hong Kong, e poi hanno anche prelevato 2.000 yuan (circa 260 euro) con il mio bancomat durante l'arresto.

Il tribunale locale ha tenuto un'udienza congiunta per tutti noi sette il 16 dicembre del 2014. Gli altri sei praticanti erano: i signori Wang Jiaguo di 80 anni e Jin Zhe di 65 e le signore Tang Hongyan di 50 anni, Wang Defen di 54 anni, Wei Shaomin di 74 anni, e Wang Guoying di 42 anni.

Io e Wang Defen abbiamo assunto degli avvocati di Pechino che hanno presentato una dichiarazione di non colpevolezza per entrambe, e in aula hanno fatto notare che nessuna legge in Cina criminalizza il Falun Gong. Non riuscendo a contestare quanto dichiaravano gli avvocati, il PM ha gridato: "Dov'è la polizia? Dove sono i poliziotti?".

Il giudice presidente Chen Quanzhong mi ha condannata a quattro anni e mezzo il 16 marzo del 2015 e io ho fatto ricorso al Tribunale intermedio di Fushun. I giudici d'appello Qiu Zhongcui però hanno confermato il verdetto originale il 1° giugno 2015, senza tenere nessuna udienza.

Il 18 agosto sono stata portata al Carcere femminile provinciale del Liaoning, dove mi hanno costretta a lavorare dalle 7:00 alle 18:00. Ho iniziato a soffrire dii pertensione, sentivo come se i pollici stessero per rompersi e avevo un'infiammazione del tendine per il lavoro ripetitivo.

Le guardie avevano ordinato alle detenute di sorvegliarmi a vista tutto il giorno, e a volte non mi facevano andare in bagno o non mi consentivano di lavarmi. A volte non mi davano nemmeno da bere e da mangiare. Oltre alle torture fisiche mi facevano anche ogni giorno forti pressioni affinché abbandonassi il Falun Gong.

Le continue molestie

Anche quando sono stata rilasciata non potevo condurre una vita normale, perché la polizia veniva a trovarmi di continuo per infastidirmi, Nel settembre 2018 e nel marzo, aprile e settembre 2019 la polizia e gli impiegati del comitato di quartiere mi hanno molestata molte volte: bussavano alla porta e ci chiamavano, e io e la mia famiglia vivevamo nella paura e sotto un'enorme pressione. Dopo aver lottato contro la cardiopatia indotta dalla persecuzione, mio marito è morto nel 2021.

Oltre alle condanne al carcere e alle molestie, l'Ufficio di previdenza sociale locale ha trattenuto la mia pensione per quattro anni, privandomi di 107.300 yuan in totale (circa 14.120 euro).

Pratico il Falun Gong per essere una brava persona e avere una buona salute e proprio non riesco a capire come mai il regime comunista continui a perseguitarmi.

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