(Minghui.org) Il 3 gennaio scorso Liu Junhua ha ricevuto per posta una sentenza sul suo caso di appello. Il tribunale intermedio della città di Nanchong, nella provincia del Sichuan, l’ha informata sulla decisione di confermare la condanna a due anni di prigione nei suoi confronti, perché è stata “testarda” e si è rifiutata di rinunciare al Falun Gong.

Il Falun Gong è una pratica per il benessere fisico e spirituale che viene perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999. Nel mese di marzo dell’anno scorso Liu, medico in pensione di 80 anni dell’ospedale affiliato all’Università petrolifera del sud-ovest di Nanchong, è stata condannata per aver distribuito chiavette USB contenenti informazioni del Falun Gong su un autobus.

Al momento in cui scriviamo, Liu è ancora rinchiusa nel centro di detenzione della città di Nanchong. Dopo la sentenza d’appello, il marito le ha fatto visita e hanno deciso di presentare una mozione per contestare la decisione del tribunale superiore.

Udienza d’appello

Il 14 novembre, durante l’udienza d’appello, Liu ha chiesto che il suo verdetto di colpevolezza venisse annullato, in quanto non esiste alcuna base legale per la persecuzione del Falun Gong.

Il giudice Yin Lin ha risposto che avrebbe potuto annullare la condanna alla prigione solo se la donna avesse scritto una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong. La praticante lo ha smentito dicendo: “Il Falun Gong insegna ai suoi studenti a vivere secondo i principi di Verità, Compassione e Tolleranza. Il Partito Comunista Cinese sostiene la falsità, la malvagità e la lotta di classe. È molto triste che vogliate che io smetta di essere una brava persona. Ma non tradirò mai la mia fede in Verità, Compassione e Tolleranza”.

Anche l’avvocato di Liu ha chiesto l’annullamento del verdetto.

Il marito, Luo Xuguang, professore in pensione dell’Università petrolifera del sud-ovest, ha svolto il ruolo di difensore della famiglia non avvocato. Ha spiegato come il Falun Gong abbia liberato Liu dalle sofferenze dell’ipertensione, dalle contrazioni ventricolari premature (battiti cardiaci extra che disturbano il ritmo cardiaco), dalla gastroptosi (stomaco spostato verso il basso) e da molte altre malattie. Ha detto di essere rimasto stupito dal miracoloso potere di guarigione del Falun Gong, soprattutto se si considera che sua moglie, pur essendo medico, non era riuscita a stare meglio con i vari trattamenti.

Luo ha aggiunto di soffrire di pressione alta, stenosi spinale cervicale, ernia del disco, infarto cerebrale lacunare e altre gravi patologie. È stato operato nel 2019 e da allora sua moglie è l’unica a prendersi cura di lui. È rimasto paralizzato da un lato del corpo e non è in grado di badare a se stesso. Era preoccupato di chi si sarebbe preso cura di lui, se sua moglie fosse finita in prigione solo per la sua fede spirituale.

L’uomo non pratica il Falun Gong, ma ha visto di persona come la pratica abbia trasformato i suoi studenti, compresa sua moglie, in persone migliori. Ha detto che la condanna di sua moglie è stata una totale ingiustizia e ha quindi chiesto che venga scagionata dal suo presunto “crimine”.

In data sconosciuta il giudice Jin ha deciso di confermare il verdetto originale e il 3 gennaio scorso le è stata comunicata la sentenza.

Continue molestie prima del processo

La pena detentiva di Liu è scaturita dall’irruzione nella sua abitazione dell’11 marzo 2021, da parte degli agenti dell’Ufficio per la sicurezza interna del distretto di Shunqing. Hanno detto che, giorni prima, qualcuno l’aveva denunciata per aver distribuito chiavette USB contenenti informazioni del Falun Gong su un autobus.

Il 23 aprile 2021 due agenti di polizia e il direttore della sicurezza dell’Università petrolifera del sud-ovest si sono presentati a casa di Liu e le hanno ordinato di firmare una dichiarazione di rinuncia al Falun Gong. Lei si è rifiutata di farlo e loro se ne sono andati.

Il 21 maggio 2021 gli agenti sono tornati a molestarla, ma lei non era in casa. Il marito Luo li ha biasimati per le molestie.

Poco dopo la partenza degli agenti hanno visto Liu camminare per strada. L’hanno avvicinata a bordo di un’auto della polizia, le hanno scattato una foto e le hanno chiesto dove lavorasse la figlia (non è chiaro se la figlia pratichi il Falun Gong o perché la polizia abbia preso di mira anche lei).

Il 30 giugno 2021 la polizia ha chiamato Luo e gli ha chiesto se la figlia fosse in casa (condividono la residenza con la figlia). Lui ha risposto che era andata a lavorare.

Zhang Xiaolan, professoressa dell’Università petrolifera del sud-ovest, che il 21 e 22 luglio 2021 ha praticato il lavaggio del cervello ai praticanti del Falun Gong, ha chiamato Luo, chiedendo di parlare con sua figlia. L’uomo ha detto a Zhang che, anche se fosse venuta, non le avrebbe aperto la porta.

Il 23 luglio 2021 la polizia ha installato una telecamera di sorveglianza rivolta verso la porta d’ingresso dell’appartamento di Liu. Luo ha fotografato la telecamera e il giorno stesso l’ha rimossa. Ha sporto denuncia contro la polizia, presso il tribunale distrettuale di Shunqing, per violazione della privacy.

Il 23 settembre 2021 per ritorsione la polizia ha sottoposto il caso della moglie alla procura distrettuale di Shunqing. Il procuratore l’ha incriminata e, il 25 gennaio 2022, ha trasferito il caso al tribunale distrettuale, che il 9 febbraio dello stesso anno l’ha messa in libertà provvisoria.

Il 10 giugno e il 14 luglio 2022 gli agenti dell’Ufficio per la sicurezza interna del distretto di Shunqing hanno fatto irruzione nell’abitazione di Liu. Durante l’irruzione di giugno, la polizia le ha anche prelevato un campione di sangue e le impronte digitali, contro la sua volontà.

Ripresa in custodia dopo essere stata condannata a due anni

Il 19 aprile 2022 il tribunale distrettuale di Shunqing ha tenuto un’udienza virtuale sul caso di Liu. Meno di due mesi dopo, il 10 giugno, la polizia e gli agenti di sicurezza dell’università l’hanno molestata e hanno ingannato il marito per convincerlo ad aprire la porta, sostenendo che avrebbero somministrato loro il vaccino COVID-19. Gli agenti hanno confiscato a Liu il libro del Falun Gong copiato a mano e l’hanno portata alla stazione di polizia. Poche ore dopo la donna è stata rilasciata.

Il 15 febbraio dell’anno scorso il tribunale ha tenuto una seconda udienza e il 17 marzo l’ha condannata a due anni con una multa di 3.000 yuan (circa 390 euro). Subito dopo la sentenza la donna è stata portata al Centro di detenzione della città di Nanchong.

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