(Minghui.org) Lo scorso 11 gennaio Wei Chunrong, di 72 anni della città di Qingdao nella provincia dello Shandong, è stata condannata a tre anni e mezzo di prigione, oltre a una multa di 10.000 yuan (circa 1.300 euro) per la sua fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere fisico e spirituale che viene perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999.
La sentenza, datata 11 gennaio dell’anno scorso, recava il sigillo del tribunale distrettuale di Jimo, nella città di Qingdao; un evidente errore che lo stesso tribunale non ha notato. Quando ha ricevuto il verdetto, la donna ha subito detto che avrebbe presentato ricorso.
Wei, originaria della contea di Huanan nella provincia dell’Heilongjiang, dal 2013 vive con la famiglia del figlio a Qingdao. La sua ultima condanna alla prigione deriva dall’arresto avvenuto il 2 marzo dell’anno scorso, dopo che un fattorino l’ha denunciata per avergli parlato del Falun Gong. Gli agenti della stazione di polizia di via Zhengyang hanno fatto irruzione nell’appartamento del figlio e le hanno confiscato sei libri del Falun Gong, cinque schede di memoria, tre lettori musicali e un lettore elettronico.
La polizia ha portato la donna al secondo centro di detenzione del distretto di Jimo, nella città di Qingdao. L’8 maggio dell’anno scorso ha sottoposto il caso al procuratore distrettuale di Chengyang, che ha ricevuto istruzioni da quello della città di Qingdao di trasferire il caso al distretto di Jimo, designato per gestire i casi del Falun Gong nella regione.
Il 6 giugno la Procura distrettuale di Jimo ha ricevuto il caso e, il 5 luglio, ha incriminato Wei. Il 12 ottobre il tribunale locale ha tenuto un’udienza presso il centro di detenzione. Ha presieduto il processo il giudice Jiang Bing (+86-532-85559875, +86-532-85559810, +86-532-85559880), in presenza dei giudici Zhou Yuying e Wang Junwei, del cancelliere Wan Xin e del pubblico ministero Wang Bing (+86-18506395606).
Sebbene non siano stati resi noti i dettagli del processo, il verdetto emesso dal tribunale ha rivelato le prove dell’accusa contro la donna.
Il verdetto ha citato due testimoni dell’accusa, l’addetto alle consegne di cibo Chu Jiajia del ristorante da asporto Meituan e il suo manager Yu Xiangqian, anche se Wei ha parlato solo con Chu. Il verdetto cita anche una filiale del ristorante da asporto Meituan nel distretto di Chengyang come il luogo in cui Wei avrebbe parlato con Chu del Falun Gong, anche se in quel luogo non esiste alcuna succursale.
Tra le altre prove dell’accusa sono state presentati 2.242 file audio e video relativi al Falun Gong, trovati nelle cinque schede di memoria confiscate a casa di Wei. Il procuratore Wang l’ha accusata di aver cercato di reclutare Chu nell’organizzazione del Falun Gong e di essere recidiva, dato che era stata già condannata due volte per la sua fede. Il verdetto ha anche stabilito che il discorso di Wei a Chu, riguardo al Falun Gong, è stato “autenticato” come propaganda di una setta, anche se nessuna legge in Cina criminalizza il Falun Gong o lo etichetta come setta.
Due precedenti condanne alla prigione
Questa non è la prima volta che Wei è stata presa di mira dalla polizia di Qingdao. Nell’agosto 2013 è stata arrestata dall’Ufficio per la sicurezza interna del distretto di Chengyang e trattenuta per 10 giorni.
Il 25 ottobre 2015 gli agenti di una stazione di polizia del distretto di Chengyang hanno arrestato Wei e il 23 gennaio 2017 il tribunale del distretto di Chengyang l’ha condannata a due anni di prigione.
Il 4 maggio 2018 è stata nuovamente arrestata, appena sei mesi dopo il suo rilascio. Nel gennaio 2019 la donna è stata condannata a tre anni e quattro mesi. Nel settembre 2021 è stata rilasciata, ma è stata nuovamente arrestata nel mese di marzo dell’anno scorso e condannata a una terza pena detentiva.
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