(Minghui.org) A 24 anni di distanza dall’inizio della persecuzione del Falun Gong da parte del Partito Comunista Cinese (PCC) nel 1999, l’anno scorso i praticanti di 44 Paesi hanno inviato ai rispettivi governi una nuova lista dei perpetratori della persecuzione, prima della Giornata dei diritti umani, il 10 dicembre. Hanno anche sollecitato le autorità governative ad addossare a questi individui la responsabilità della persecuzione del Falun Gong in Cina, nonché proibire a loro e ai loro familiari l’ingresso e congelare tutti i loro conti all’estero.

Fra i perpetratori nell’elenco vi era Li Yi, Direttore del Dipartimento di pubblica sicurezza della provincia dell’Heilongjiang.

Informazioni sul perpetratore

Nome completo: Li (cognome) Yi (nome di battesimo) (Cinese 李毅)Genere: MaschioPaese: CinaData/anno di nascita: luglio 1970Luogo di nascita: Qishan, provincia dello Shaanxi

Li Yi

Titolo o posizione

Agosto 2020 – tutt’oggi: Vice governatore della provincia dell’Heilongjiang, Segretario della Commissione del Partito Comunista e Direttore del Dipartimento di pubblica sicurezza della provincia dell’Heilongjiang.Aprile 2020 – agosto 2020: Vice Governatore della provincia dell’Heilongjiang.

Crimini più gravi

Dall’inizio della persecuzione del Falun Gong nel 1999, la Commissione Affari Politici e Legali, l’Ufficio 610, e il sistema di pubblica sicurezza dell’Heilongjiang hanno adottato la severa politica di persecuzione voluta dal PCC e hanno reso questa provincia teatro della persecuzione più severa e della maggior parte dei decessi riportati negli ultimi 25 anni in ambito nazionale.

Dopo aver ricevuto l’incarico di Vice Governatore nell’aprile 2020 e di Direttore del Dipartimento di pubblica sicurezza della provincia dell’Heilongjiang nell’agosto 2020, Li Yi ha continuato a seguire la politica di “rovinare la loro reputazione (dei Praticanti del Falun Gong), ridurli in bancarotta, ed eliminarli fisicamente”.

Mentre era in carica, ha dato ordini agli organi giudiziari e di pubblica sicurezza di arrestare, molestare e condannare i praticanti su vasta scala. Da aprile 2020 a settembre dello scorso anno, almeno 28 praticanti sono stati perseguitati a morte e molti altri hanno riportato lesioni o hanno sofferto di disturbi mentali dovuti alle torture subite in custodia.

Quando era direttore del Dipartimento di pubblica sicurezza della provincia dell’Heilongjiang, era molto attivo nell’organizzazione di attività volte a diffamare il Falun Gong e nell’incitare all’odio verso di esso. Nell’aprile 2021 l’Ufficio di pubblica sicurezza dell’Heilongjiang ha tenuto una cerimonia per celebrare il lancio del programma di educazione contro i culti nell’Università locale. Il 15 aprile dello scorso anno si è tenuta un’altra “Campagna di educazione anti-culto” nel Dipartimento di pubblica sicurezza della provincia dell’Heilongjiang, per celebrare l’aumento di adesioni a tale campagna nelle scuole di tutta la provincia, di cui 80 erano istituti superiori e 3.055 scuole elementari e medie, e asili. La campagna ha raggiunto 2 milioni e 85mila studenti e 248.000 insegnanti. Allo stesso tempo il Dipartimento di pubblica sicurezza, in collaborazione con il Dipartimento dell’Istruzione, ha spedito 320 copie di materiali di propaganda diffamatoria alle università provinciali.

La persecuzione nella prima metà del 2023

Nella prima metà dello scorso anno almeno 14 praticanti sono stati perseguitati a morte nella provincia dell’Heilongjiang. e ciò le ha fatto ottenere il primato su tutte le province cinesi. Il numero degli individui condannati era 78, facendola classificandola al terzo posto a livello nazionale. Il numero dei praticanti arrestati è stato di 161, posizionandola terza a livello nazionale.

Jiang Chunmei è stata arresta all’inizio di febbraio dello scorso anno. Il tribunale della contea di Longjiang ha tenuto la sua udienza il 24 maggio e l’ha condannata a cinque anni di prigione all’inizio di luglio.

Il 28 giugno dello scorso anno Wang Yanming è stata arrestata, mentre era al lavoro, da poliziotti dell’Ufficio di pubblica sicurezza della zona di sviluppo economico di Daqin. La polizia sosteneva che Wang fosse stata ripresa da telecamere di sorveglianza mentre metteva del materiale di chiarimento della verità nelle cassette della posta nei dintorni di casa sua.

Persecuzione nel 2022

Nel 2022 almeno 22 praticanti sono stati perseguitati a morte, 35 sono stati condannati, 477 sono stati arrestati e 388 sono stati molestati, rendendola una delle regioni con la persecuzione più severa in tutta la Cina.

Il 12 luglio 2022 le forze di polizia di Daqin hanno arrestato più di 100 praticanti, fra cui uno di 98 anni e molti fra i 70 e gli 80 anni. Hanno perquisito le loro abitazioni senza un mandato. Tutti i materiali relativi al Falun Gong sono stati usati come prove dell’accusa contro di loro. La polizia ha rivelato che i praticanti era stati sorvegliati e filmati per oltre nove mesi.

Nel luglio 2022 almeno 73 praticanti di Harbin sono stati arrestati o molestati.

Il pomeriggio del 27 agosto 2022 sono stati arrestati almeno 11 praticanti di Suiha. Qualcuno ben informato ha riferito che la polizia aveva iniziato a monitorarli tre mesi prima.

Persecuzione nel 2021

Nel 2021 la provincia dell’Heilongjiang si è classificata al secondo posto in ambito nazionale per il numero di praticanti perseguitati a morte (24) e per il numero di quelli condannati (125) al quarto invece per il numero dei praticanti arrestati (463) e molestati (872).

La praticante 45 enne Li Shuangyan è stata arrestata il 16 Dicembre 2021. È stata interrogata e torturata per quasi 30 ore alla stazione di polizia di Fuli. Quando era in fin di vita la polizia ha ordinato al marito di andarla a prendere. Quando è arrivato alla stazione di polizia, lei non ce la faceva a camminare e tre agenti l’hanno dovuta portare fuori di peso. È morta più tardi quello stesso giorno.

L’80enne Lin Chunzi è stata condannata a quattro anni di detenzione nel 2021. Le è stato concesso di scontare la pena fuori dal carcere a causa della sua salute cagionevole. L’11 febbraio dello scorso anno è stata di nuovo arrestata e portata alla prigione femminile dell’Heilongjiang alcuni giorni più tardi, per scontare la condanna inflittale nel 2021. Li pesava meno di 36 chili ed era su una sedia a rotelle quando è stata portata in prigione.

Persecuzione nel 2020

Nel 2020 il PCC ha intrapreso la persecuzione vessatoria “nessuno escluso” in ambito nazionale e un gran numero di praticanti sono stati arrestati o molestati.

Nel aprile 2020 12 praticanti del distretto di Xianfang ad Harbin sono stati arrestati in due giorni dall’Ufficio di sicurezza nazionale di Daqin e dalla filiale di Longnan del Distretto di via Ranghu. Si è poi saputo che l’arresto di massa è stato ordinato dall’Ufficio anti-culto e dal Dipartimento di pubblica sicurezza della provincia dell’Heilongjiang, che hanno anche ordinato alla polizia di Daqin di arrestare i praticanti di altre regioni.

Il 22 e 23 settembre 2020 in una retata della polizia coordinata ad Harbin, nella provincia dell’Heilongjiang, 27 praticanti e tre dei loro familiari sono stati arrestati. È stato riferito che sia la commissione Affari politici e legali sia il dipartimento di pubblica sicurezza erano coinvolti nell’arresto di massa. I praticanti che erano su una “lista nera” sono stati arrestati e la polizia ha ricevuto un bonus per ogni praticante catturato.

Casi di morte selezionati

Caso 1: Teng Shuli muore in carcere mentre sconta sette anni

Teng Shuli, di 53 anni, è morta nella prigione femminile provinciale dell’Heilongjiang il 10 gennaio dell’anno scorso. Teng era stata condannata a sette anni di prigione con una multa di 80.000 yuan (circa 10.300 euro) il 2 giugno del 2021. Dopo essere stata portata al carcere femminile provinciale dell’Heilongjiang nel 2021 è stata costretta a guardare ogni giorno filmati di propaganda che demonizzavano il Falun Gong. È stata privata del sonno costretta a star seduta immobile su un piccolo sgabello per delle ore. Si è così indebolita da dover essere costretta a letto. Le hanno poi diagnosticato un tumore al fegato in stadio avanzato e uno al retto. Al marito non è stato consentito di farle visita, nonostante le sue ripetute richieste. La prigione ha anche respinto la sua richiesta di rilascio per motivi di salute, anche quando era in punto di morte.

Caso 2: Yan Jinxia svilluppa un cancro mentre è in custodia e muore mesi dopo.

Yan Jinxia è stata arrestata la sera del 22 settembre 2020 come parte della campagna persecutoria “nessuno escluso” ed è stata condannata a sei mesi di prigione. Mentre era reclusa al Centro di detenzione n° 2 di Harbin è stata costretta a star seduta su un piccolo sgabello ed esposta a basse temperature, il che le ha causato un’emorragia vaginale. Anche se le era stata diagnosticato un cancro all’utero in stadio avanzato, le guardie si sono rifiutate di rilasciarla e hanno continuato a farle pressioni affinché scrivesse delle dichiarazioni di rinuncia al Falun Gong. È stata rilasciata dopo aver scontato l’intero mandato semestrale della pena ed è morta alcuni mesi dopo, il 17 gennaio 2022. Aveva 59 anni.

Caso 3: Cui muore due ore dopo essere stata arrestata

Il 13 aprile 2022 Cui, di 88 anni, è stata arrestata a casa da un gruppo di agenti in borghese. Due di loro l’hanno trascinata dal suo appartamento al secondo piano fino al piano terra, poi l’hanno lasciata andare improvvisamente e lei è caduta per terra. Alle 17:45 suo figlio ha ricevuto una telefonata della polizia che gli comunicava che la madre era al pronto soccorso. Lui si è precipitato in ospedale e cinque minuti dopo è uscito un medico che gli ha comunicato il decesso della madre. È entrato in sala operatoria e ha visto il corpo. Il viso era pallido, la gola squarciata, e indossava solo una scarpa.

Caso 4: Zhong Guoquan muore nella prigione di Tailai

Zhong Guoquan di Mishan, nella provincia dell’Heilongjiang, è stato arrestato il 4 marzo 2020 per aver distribuito de materiale informativo del Falun Gong e condannato a tre anni e mezzo di prigione, dove è stato torturato a morte il 6 febbraio 2022. Aveva 72 anni.

Caso 5: Kang Aifen muore nel centro di detenzione

Il 17 giugno 2021 Kang Aifen è stata mandata al centro di detenzione di Jiamusi. Le torture subite lì le hanno causato i sintomi di una grave patologia cardiaca e il corpo le si è gonfiato (edema). Non era più in grado di stare in piedi o di sedersi ed era quasi cieca da entrambi gli occhi. Aveva difficoltà a respirare ed era in pericolo di vita. È stata rilasciata il 17 agosto e messa ai domiciliari. Nonostante le sue condizioni, la polizia continuava a molestarla e l’ha anche portata in tribunale. Mentre le molestie continuavano, la sua salute peggiorava sempre di più ed è morta il 18 novembre 2021.

Caso 6: Wang Shukun picchiata a morte per la sua fede nel Falun Gong

Wang Shukun, di 66 anni, lavorava come medico internista presso l’ospedale di Hailin. A fine giugno 2020 ha ricevuto una telefonata dal segretario di partito dell’ospedale che le comunicava che il direttore sanitario la stava cercando. Al suo arrivo in ospedale però ad attenderla c’erano agenti della stazione di polizia n° 1 di Hailin. Quando si è rifiutata di firmare le dichiarazioni di rinuncia al Falun Gong, la polizia l’ha picchiata per ore in ospedale. Wang ha dovuto salire le scale a carponi per ritornare al suo appartamento. Suo marito ha notato che l’intero corpo presentava ferite. Le rotule erano rotte ed era madida di sudore. Le girava la testa e aveva conati di vomito. Nel pomeriggio del 1° luglio ha avuto un ictus (emorragia cerebrale). È morta intorno alle 4:25 la mattina seguente. Dopo la sua morte la polizia ha continuato a molestare il marito e ha preteso che non denunciasse l’accaduto al sito Minghui.

Casi di tortura selezionati

Dai Qihong, lui stesso ex guardia carceraria, è stato arrestato nel 2019 e condannato a cinque anni di carcere. Mentre scontava la pena nella prigione di Hulan, è stato torturato con diversi metodi: percosse, scosse elettriche, alimentazione forzata, ammanettamento, essere appeso e il confinamento in cella d’isolamento. È stato costretto a star seduto immobile per ore su un piccolo sgabello. Come risultato delle torture l’intero corpo era pieno di ferite e contusioni, ed era emaciato. La faccia e la bocca erano deformate per le scosse elettriche e la milza si è lacerata durante le percosse.