(Minghui.org) Nel gennaio scorso una donna residente a Changchun, nella provincia dello Jilin, è stata ammessa nella prigione femminile dell’omonima provincia per scontare una pena di quattro anni e mezzo per aver praticato il Falun Gong, una disciplina spirituale che è stata perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

La signora Liu Liying, di 54 anni, è stata arrestata il 19 luglio dello scorso anno dagli agenti della stazione di polizia di Qitamu che le hanno confiscato i libri del Falun Gong, il ritratto del fondatore della pratica, il computer portatile, la stampante, il cellulare, la carta d'identità, le carte bancarie, i bagagli da viaggio e oltre 30.000 yuan (circa 3.900 euro) in contanti. Dietro vivace richiesta della sorella, la polizia le ha poi restituito la carta d'identità e le carte bancarie. La polizia ha messo la casa di Liu a soqquadro, inclusi una testiera del letto sollevata, cerniere e cassetti della scrivania rotti. Gli abiti e le coperte erano stati gettati sul pavimento e il frigorifero e il congelatore erano scollegati.

Liu è stata reclusa nel centro di detenzione di Xinglongshan. La sua famiglia ha confermato all'inizio di gennaio che è stata condannata a quattro anni e mezzo dal tribunale distrettuale di Kuancheng e incarcerata nella prigione femminile della provincia dello Jilin.

Persecuzioni passate

Questa non è la prima volta che Liu viene presa di mira perché pratica il Falun Gong, cui lei attribuisce il miglioramento della sua salute. Prima di iniziare a praticare il Falun Gong nel maggio 1996, si ammalava spesso e le sue emicranie erano particolarmente debilitanti. Ogni volta che aveva una riacutizzazione dell’emicrania, si sentiva così stordita che non poteva camminare, mangiare o bere, oltre a vomitare in continuazione. La sua sofferenza è finita con la pratica del Falun Gong, ma dopo l'inizio della persecuzione nel 1999 lei stessa è diventata un bersaglio. La polizia locale e il comitato di strada l'hanno molestata sia a casa che al lavoro, e per non coinvolgere il suo datore di lavoro si è licenziata e faticava ad arrivare a fine mese.

A metà giugno 2000 Liu si è recata a Pechino per fare appello per il Falun Gong ed è stata arrestata. Dopo un giorno di reclusione nella capitale è stata riportata a Changchun, dov’è stata detenuta per 15 giorni e multata di 2.000 yuan (circa 260 euro).

Wang Dali, un ufficiale della stazione di polizia di Gongnong, il 28 settembre 2001 ha sequestrato Liu, che in seguito è stata trattenuta in un centro per il lavaggio del cervello per un periodo di tempo sconosciuto. Wang ha rivelato che le autorità l'hanno reclusa per impedirle di tornare a Pechino per fare appello durante la festa della Giornata Nazionale del 1° ottobre.

Una notte all'inizio di marzo 2002, prima degli incontri politici annuali del regime comunista, la polizia di Changchun ha effettuato un arresto di gruppo di praticanti locali del Falun Gong. Più di 10 agenti hanno scavalcato la recinzione dell’abitazione di Liu e sono saltati nel suo cortile. Hanno bussato alla porta e lei li ha fatti entrare. Hanno cercato ovunque, la madre della praticante che viveva con lei era così terrorizzata da arrivare ad avere un attacco di cuore.

La polizia, per qualche motivo sconosciuto, non ha arrestato Liu quella notte, ma lei ha comunque deciso di vivere lontano da casa per evitare di essere nuovamente molestata.

Liu è stata nuovamente arrestata il 26 novembre 2002 da cinque ufficiali dell'ufficio di sicurezza interna del distretto di Jiutai che l'hanno condotta al centro di detenzione del distretto di Jiutai, dove l'hanno interrogata sotto tortura. L'hanno costretta a sedersi su una lunga panchina con le gambe appoggiate su di essa, la schiena dritta e le braccia legate dietro la schiena. Successivamente l'hanno bendata e le hanno coperto la testa con un sacchetto di plastica, poi le hanno premuto con forza la testa e hanno stretto il sacchetto di plastica fin quasi a soffocarla, nel frattempo gli agenti le ha stirato le braccia il più possibile, provocandole un dolore lancinante. Le braccia sono guarite soltanto dopo un anno. La polizia le ha ordinato di rivelare i nomi degli altri praticanti del Falun Gong, ma lei si è rifiutata di obbedire, così le hanno dato uno schiaffo in viso e un pugno in testa, insultandola verbalmente.

Illustrazione della tortura: Soffocamento

Il 9 gennaio 2004 il tribunale distrettuale di Jiutai ha condannato Liu a nove anni, e la donna è stata presto trasferita nella prigione femminile della provincia dello Jilin, dove le guardie l'hanno costretta a guardare video anti-Falun Gong e sottoposta a varie forme di tortura, tra cui rimanere seduta su un piccolo sgabello per lunghi periodi di tempo, scosse elettriche, cella d’isolamento, letto della morte (i suoi quattro arti venivano legati ai lati del letto in una posizione a braccia aperte sospesa in aria mentre le guardie la schiacciavano), privazione del sonno e dell’uso del bagno. Viveva nella paura ogni giorno.

Illustrazione della tortura: Letto della morte

Altre tre praticanti incarcerate nella stessa prigione, le signore Yu Cuilan, Xiang Lijie e Yu Yongzhen, hanno tutte subito la tortura del letto della morte. In seguito Yu Cuilan è rimasta paralizzata e Xiang non è stata più in grado di sollevare le braccia.

Per aver presentato una denuncia penale contro Jiang Zemin, l'ex leader del regime comunista che ha lanciato la persecuzione del Falun Gong, Liu è stata nuovamente arrestata il 3 settembre 2015 dagli agenti della stazione di polizia di Gongnong ed è stata detenuta nel carcere di Jiutai per 10 giorni.

Prima del suo ultimo arresto, l'8 giugno 2017 è stata sequestrata un’altra volta dagli agenti della stazione di polizia di Gongnong e detenuta per un periodo di tempo sconosciuto.

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