(Minghui.org) Una donna di 70 anni, Deng Zhongqin, della città di Suining nella provincia del Sichuan, il cui marito è stato picchiato a morte nel 2001, è stata condannata lei stessa per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina per il benessere fisico e spirituale che viene perseguitata dal regime comunista cinese nel 1999.
Il 20 luglio 2022 la settantenne è stata arrestata nel negozio della figlia dagli agenti della Divisione di sicurezza interna del distretto di Chuanshan e della Stazione di polizia di Zhenjiangsi.
Alcuni agenti, guidati da Yang Shuai, direttore della Divisione di sicurezza interna del distretto di Chuanshan, e dal suo subordinato, Wang Huan, hanno fatto irruzione nelle abitazioni di Deng e di sua figlia. Non è chiaro se anche quest’ultima sia una praticante, ma sono stati loro confiscati i libri del Falun Gong, la stampante, alcune forniture per ufficio, diverse schede di memoria e alcuni calendari appartenenti a Deng. Nel pomeriggio la donna è stata rilasciata su cauzione.
Nel mese di dicembre dell’anno scorso il tribunale distrettuale di Chuanshan ha tenuto l'udienza relativa al suo caso. Il 26 aprile scorso il personale del tribunale l'ha obbligata a pagare una multa di 4.000 yuan (circa 510 euro) e il 29 aprile ha annunciato la sua condanna a un anno con due anni di libertà vigilata.
Marito muore per le violente percosse subite due decenni fa
Il 19 luglio 2000 Deng e suo marito, Xia Wei, all'epoca cinquantaseienne, sono stati arrestati da agenti della stazione di polizia di Nanqiang. Entrambi sono stati condotti al Centro per il lavaggio del cervello di Longping.
Intorno alle 19:00 l'ufficiale di polizia, Deng Xiaolin, si è recato al centro per il lavaggio del cervello e ha brutalmente picchiato il marito, Xia. Anche se il suo volto era coperto di sangue e si era accasciato a terra, Deng ha continuato a prenderlo a calci. Più tardi gli agenti hanno spinto lui e la moglie nell'auto della polizia e li hanno portati al palazzo del governo della borgata di Laochi. Durante il tragitto, Deng e il direttore della comunità Lu Guiying hanno continuato a insultarlo.
Quando, all'arrivo al palazzo del governo di Laochi, Xia è rimasto incosciente, Deng gli ha urlato contro, accusandolo di stare fingendo.
Non volendo che l’uomo morisse in custodia, il giorno successivo la polizia ha rilasciato i coniugi, dopo aver estorto alla figlia 2.000 yuan (circa 260 euro).
Al ritorno a casa, Xia vomitava spesso sangue, si sentiva stordito e provava una stretta al petto. La sua salute ha continuato a peggiorare, ma la polizia e i funzionari governativi non hanno mai smesso di perseguitarlo. Durante un episodio di molestie, poiché i coniugi non erano in casa, gli agenti hanno arrestato la figlia e il genero, li hanno picchiati e hanno ordinato loro di rivelare dove si trovavano i coniugi anziani.
Il 12 novembre 2001 Xia, dopo aver vomitato una grande quantità di sangue, è deceduto.
Il precedente mandato di due anni e mezzo nel campo di lavoro
La sera del 28 aprile 2002 Deng è stata nuovamente arrestata, mentre scriveva messaggi del Falun Gong sui pali della luce con vernice spray. Quando gli agenti hanno messo a soqquadro la sua abitazione, sua figlia e suo genero, che vivevano con lei, li hanno biasimati per aver perseguitato i loro genitori. Per rappresaglia, gli agenti hanno ammanettato i giovani coniugi e li hanno trattenuti entrambi per tre giorni alla stazione di polizia.
Dopo oltre 70 giorni di detenzione in due strutture, Deng è stata condannata a due anni e mezzo, trascorsi nel Campo di lavoro forzato femminile di Nanmusi.
Le guardie del campo di lavoro tortuvano senza sosta le praticanti per costringerle a rinunciare alla loro fede, anche obbligandole a restare in piedi, sedute o accovacciate per lunghe ore. Le praticanti venivano anche private del sonno, percosse con i bastoni elettrici, appese e ammanettate in posizioni strazianti. Altre torture comprendevano l'{{alimentazione forzata}, la somministrazione di farmaci sconosciuti, l'esposizione al sole cocente o alle rigite temperature invernali, l'abuso sessuale e il divieto di usare il bagno.
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