(Minghui.org)

Nome: Chen XuzhenNome cinese: 陈绪珍Sesso: DonnaEtà: SconosciutaCittà: DanjiangkouProvincia: HubeiOccupazione: N/AData della morte: 14 marzo 2024Data dell'ultimo arresto: 2 marzo 2023Luogo di detenzione più recente: Centro di detenzione della città di Shiyan

Dopo aver scontato un anno di detenzione, il 14 marzo scorso Chen Xuzhen, della città di Danjiangkou nella provincia dell’Hubei, è deceduta un mese dopo essere stata rilasciata in condizioni critiche.

Il 2 marzo dell’anno scorso la donna è stata arrestata mentre stava studiando gli insegnamenti del Falun Gong insieme ad altre persone, tra cui sua sorella Chen Xuyun. Il Falun Gong è una pratica per il benessere fisico e spirituale che viene perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999.

Tutti i praticanti sono stati arrestati e portati al Centro per il lavaggio del cervello del distretto di Zhangwan, situato nel parco forestale Niutoushan, nella città di Shiyan, che controlla la città di Danjiangkou. Circa due settimane dopo sono stati trasferiti al locale Centro di detenzione. Mesi dopo (data esatta sconosciuta) sette di loro sono stati condannati alla prigione dal tribunale distrettuale di Zhangwan.

Chen Xuyun è stata condannata a tre anni di pena detentiva e multata di 5.000 yuan (circa 640 euro), mentre Chen Xuzhen è stata condannata a un anno e multata di 2.000 yuan (circa 250 euro). Dopo la loro ingiusta condanna, le sorelle sono rimaste nel centro di detenzione. Le pene degli altri praticanti sono ancora da indagare.

Lo scorso mese di febbraio Chen Xuzhen si è ammalata gravemente, è stata rilasciata e un mese dopo è deceduta. La sua morte ha coronato anni di persecuzione per aver sostenuto la sua fede nel Falun Gong. In precedenza è stata arrestata diverse volte e ha dovuto affrontare continue vessazioni.

Persecuzioni precedenti

Nel 1997 Chen ha iniziato a praticare il Falun Gong e ha imparato a essere più rispettosa. Non ha più litigato con il marito ed è guarita dalla pleurite (infiammazione dei tessuti che rivestono i polmoni), dalle malattie renali e dai frequenti raffreddori.

Il 20 luglio 1999, giorno in cui è iniziata la persecuzione, il coordinatore volontario delle attività del Falun Gong nella zona dove Chen abitava è stato arrestato e Chen si è recata nella capitale Wuhan per fare appello al governo provinciale. La polizia le ha scattato delle foto e l'ha inserita nell'elenco dei praticanti presi di mira. Dopo il suo ritorno a Shiyan, la donna è stata strettamente monitorata.

Una mattina all'inizio del 2000 Chen e alcuni altri praticanti sono stati arrestati, mentre facevano gli esercizi del Falun Gong in una stazione ferroviaria. Sono stati prima portati alla stazione di polizia di via Junzhou e, in seguito, sono stati trasferiti al centro di detenzione della città di Danjiangkou. Durante il mese di detenzione, il marito ha lottato per prendersi cura del figlio, all'ultimo anno di scuola superiore e della figlia che frequentava la terza elementare. Chen non aveva un lavoro a tempo pieno e il marito era stato licenziato. Per sbarcare il lunario, i coniugi gestivano un piccolo deposito di carbone. Il comitato di strada locale ha minacciato di chiudere la loro attività se il marito di Chen non le avesse impedito di uscire nuovamente per fare appello in favore del Falun Gong.

Dopo che Chen è stata rilasciata, di tanto in tanto la polizia ha continuato a perseguitarla e a fare irruzione nella sua abitazione. Le autorità hanno anche organizzato delle persone per sorvegliare ogni giorno la sua famiglia. I suoi figli erano terrorizzati e faticavano a concentrarsi negli studi.

Il 4 giugno 2000 Chen e alcuni altri praticanti sono saliti su un treno per Pechino, ma sono stati intercettati e riportati a Danjiang. Una notte la donna ha praticato gli esercizi del Falun Gong e le guardie hanno ordinato ai detenuti di picchiarla e ammanettarla nel corridoio fino a mezzanotte. Dopo essere stata detenuta per oltre un mese, è stata trasferita in un centro per il lavaggio del cervello.

Nel centro per il lavaggio del cervello, tre persone sono state incaricate di sorvegliarla. Non le permettevano di dormire e la costringevano a guardare video che diffamavano il Falun Gong e il suo fondatore. Solo all'inizio del mese di agosto 2000 la donna è stata rilasciata, ma è stata anche costretta a pagare 50 yuan (circa 10 euro) al giorno per la retta del centro per lavaggio del cervello.

Mentre era detenuta suo figlio adolescente, che si stava preparando all'esame di ammissione all'università, si affidava alla nonna paterna chce gli cucinava del cibo semplice e il padre si occupava della sorella minore.

La notte del 26 dicembre 2000 diversi agenti hanno ingannato il marito di Chen, affinché tornasse a casa dal deposito di carbone, e gli hanno ordinato di convincere la moglie a recarsi con loro alla stazione di polizia. Quando Chen si è rifiutata di andare, il marito l'ha esortata a rispettare gli agenti. La donna ha ceduto ed è salita sulla volante della polizia ed è stata condotta direttamente al centro di detenzione di via Danzhao, dov’è stata trattenuta fino al 18 gennaio 2001, sei giorni prima del Capodanno cinese.

Il 23 gennaio 2001, alla vigilia del Capodanno cinese, il regime comunista ha inscenato l'autoimmolazione in piazza Tienanmen. All'inizio di marzo dello stesso anno Chen si è recata a trovare sua madre ed è stata rintracciata dalla polizia. Le autorità le hanno ordinato di dichiarare la sua posizione sull'incidente dell'autoimmolazione. Chen ha detto che gli auto-immolatori non potevano essere praticanti del Falun Gong, poiché il Falun Gong proibisce qualsiasi tipo di uccisione, compreso il suicidio.

Giorni dopo, il 7 marzo 2001, gli agenti Jiang, Liang e alcuni altri della stazione di polizia di via Daba, hanno arrestato Chen nel suo deposito di carbone e l’hanno portata in un centro per il lavaggio del cervello. Sua madre ha subito un duro colpo e, quattro mesi dopo, è deceduta.

Nel mese di ottobre 2004 l'Ufficio 610 della città di Shiyan e la città di Danjiangkou hanno arrestato Chen e le hanno ordinato di criticare il Falun Gong. Nell'agosto 2008 l'Ufficio 610 e il comitato di strada le hanno ordinato di firmare dichiarazioni per diffamare il Falun Gong.

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