(Minghui.org) Nel suo rapporto annuale 2024 pubblicato il 10 maggio, la Commissione esecutiva e congressuale bipartisan e bicamerale sulla Cina (CECC) ha elencato diversi casi di repressione del Falun Gong in Cina e ne ha denunciato la brutalità.

Il rappresentante degli Stati Uniti Christopher Smith (repubblicano per il New Jersey), presidente della CECC

“Il Rapporto annuale documenta il mancato rispetto da parte della Repubblica Popolare Cinese (RPC) dello standard e delle norme sui diritti umani e ritiene Xi Jinping e il Partito Comunista Cinese responsabili di ripetuti e prolungati crimini e atrocità contro l’umanità – fino a includere la più perniciosa delle violazioni dei diritti umani: il genocidio”, ha affermato il presidente della CECC Christopher Smith (rappresentante repubblicano per il New Jersey).

“Il rapporto annuale continuerà a guidare il Congresso e l’Amministrazione sulla politica della RPC”, ha spiegato. “Soprattutto, la mia speranza è che le persone che soffrono da tempo nella Cina comunista sappiano, attraverso il nostro rapporto, che non sono state dimenticate e che, insieme a noi, possano pregustare il giorno in cui la repressione finirà”.

Il co-presidente della CECC Jeff Merkley (senatore democratico per l'Oregon)

“I cittadini cinesi meritano di godere dell’intera gamma dei diritti umani che spettano loro secondo il diritto internazionale. Come documenta la Commissione esecutiva del Congresso sulla Cina in questo rapporto, il governo cinese continua a negare loro la capacità di esercitare questi diritti”, ha aggiunto il co-presidente della CECC Jeff Merkley (senatore democratico per l'Oregon).

“La CECC ha cercato di evidenziare gli abusi da parte delle autorità del PCC e della RPC su una serie di argomenti, compreso il peggioramento della persecuzione delle minoranze religiose, tra cui musulmani, cristiani, praticanti del Falun Gong...”, si afferma nel rapporto.

Ad esempio, nel dicembre 2022 il praticante del Falun Gong e conduttore radiofonico Pang Xun è morto dopo che le autorità lo hanno torturato mentre era sotto custodia. Secondo Minghui, Pang era un conduttore della stazione radiofonica del Sichuan. Poiché praticava il Falun Gong e raccontava ad altri della persecuzione, è stato arrestato nel luglio 2020 e condannato a cinque anni di prigione. Quando è morto il 2 dicembre 2022 nella prigione di Jiazhou, nella città di Leshan, aveva trent'anni.

Il rapporto della CECC elenca anche diversi casi in cui i praticanti del Falun Gong sono stati maltrattati. Nell'aprile 2021, le autorità della città di Harbin, nella provincia dell'Heilongjiang, hanno arrestato Niu Xiaona e la sua anziana madre Tuo Wenxia. Sebbene, in seguito, la polizia le abbia rilasciate separatamente, gli agenti hanno arrestato nuovamente Niu nel marzo 2022.

Niu è disabile e questo le ha causato gravi problemi di mobilità. Nel settembre 2022, un tribunale ferroviario di Harbin l'ha condannata a una pena detentiva di 15 anni.

La CECC ha anche denunciato la persecuzione del praticante del Falun Gong Zhou Deyong.

“La polizia di Dongying ha arrestato l'ingegnere petrolifero Zhou Deyong in casa sua e ha sequestrato materiali del Falun Gong che, secondo quanto riferito, appartenevano a sua moglie, una praticante della disciplina spirituale che vive negli Stati Uniti. Nell'aprile 2023, un tribunale di Dongying lo ha condannato a otto anni di prigione”.

“Le autorità degli Stati Uniti, tra cui il rappresentante Gus Bilirakis e il senatore Marco Rubio repubblicani per la Florida, hanno preso le sue difese e chiestone il rilascio”, afferma il rapporto.

La CECC ha inoltre formulato diverse raccomandazioni. Ad esempio: “Il Congresso dovrebbe approvare il Stop Forced Organ Harvesting Act (H.R. 1154 / S. 761) per imporre sanzioni a chiunque sia coinvolto nel traffico di esseri umani ai fini del prelievo forzato di organi e ampliare la rendicontazione annuale del Dipartimento di Stato su tale pratica in Cina e nel mondo”.

Inoltre, l’amministrazione statunitense dovrebbe porre fine alle operazioni di tutte le agenzie di sicurezza della RPC negli Stati Uniti, compresi il Ministero della Pubblica Sicurezza e le sue filiali subordinate, per prevenire la sorveglianza e l’intimidazione delle comunità della diaspora e le attività di raccolta di informazioni.