(Minghui.org) Si è di recente appreso che una 51enne residente a Wuhan, nella provincia dell’Hubei, è stata condannata a tre anni e nove mesi per la sua fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere di corpo e mente perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999.
Zhou Hongyan è stata arrestata il 27 marzo dello scorso anno, dopo che qualcuno l’aveva denunciata per aver distribuito del materiale informativo sul Falun Gong in un complesso residenziale. Non si sa quando sia stata incriminata, processata o condannata. La sua famiglia non sa neanche dove sia detenuta,sa solo che sono coinvolti nel caso una PM donna di nome Liu Lan della Procuradistrettuale di Hongshan e un giudice di nome Liu Yufei del tribunale distrettuale.
Questa è la seconda volta che Zhou viene condannata per la sua fede. Era stata già arrestata il 6 novembre del 2016, e condannata a tre anni e mezzo il 5 settembre del 2017.
L’ultima condanna di Zhou ha messo a dura prova la sua famiglia, che ha smesso di appoggiarla appieno nella pratica del Falun Gong, a causa della propaganda d’odio del regime comunista e della sua politica di implicazione.
Zhou aveva intrapreso il Falun Gong nel marzo del 1999, quando aveva 26 anni. Il marito e i familiari all’inizio la appoggiavano perché avevano visto che il Falun Gong l’aveva trasformata in una persona sana e tranquilla. Il loro atteggiamento è tuttavia cambiato quando il regime comunista ha iniziato a perseguitare il Falun Gong, quattro mesi più tardi. Sono stati fuorviati dalla propaganda d’odio e hanno temuto di essere implicati. Zhou aveva smesso di praticare a causa delle loro pressioni.
Negli anni seguenti la salute di Zhou ha subito un drastico declino e aveva iniziato a soffrire di spondilosi cervicale, bronchite cronica, rinite, giramenti di testa e affaticamento. Nel 2012 ha ricominciato a praticare il Falun Gong. Tutti i sintomi sono scomparsi nel giro di due mesi. Suo marito ha di nuovo appoggiato la pratica, ma ha cambiato atteggiamento dopo che è stata arrestata nel gennaio del 2014, quando le guardie di sicurezza della Facoltà di ingegneria biologica di Wuhan l’hanno sorpresa a distribuire materiale informativo del Falun Gong nel campus.
Zhou è stata portata alla stazione di polizia e interrogata. Un agente ha minacciato di legarle mani e piedi e un altro l’ha minacciata di farle fare un esame del sangue (lei ha in seguito saputo che molti praticanti del Falun Gong sono costretti a sottoporsi a esami del sangue per vedere se sono buoni candidati per il prelievo d’organi da persone in vita).
La polizia le ha anche confiscato il cellulare e lei non ha potuto contattare il figlio, che allora era studente delle superiori e che la stava aspettando a casa perché gli doveva preparare la cena. Lei poi è riuscita a riprendersi il telefono, quando la polizia non stava guardando. Ha chiamato suo marito, che è andato lì a cercare di farla rilasciare. La polizia gli ha estorto 500 yuan (circa 60 euro) prima di lasciarla andare. Erano già le 22:00 passate.
Il marito di Zhou è rimasto terrorizzato da questo episodio e ha avuto paura di essere implicato. Ha chiesto la separazione, anche se il loro era sempre stato un matrimonio armonioso. È andato via di casa e vi ritornava di rado solo per vedere il figlio. Poi ha anche smesso di dare gli alimenti e Zhou, una ex contabile, ha fatto i lavori più disparati per sbarcare il lunario.
A dicembre del 2014 il marito ha iniziato le pratiche di divorzio sulla base del fatto che Zhou praticava il Falun Gong. Lei non glielo ha concesso, allora lui e la suocera le hanno chiesto di smettere di praticare, ma lei è rimasta ferma nella sua fede, perché il Falun Gong le insegnava a essere una moglie e una madre più amorevole e premurosa. Non si sa se il marito abbia ritirato la richiesta di divorzio o se abbia di fatto divorziato.
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