(Minghui.org) Il sito Minghui ha di recente dato conferma che una parrucchiera di Pechino di oltre 60 anni è stata condannata a due anni per la sua fede nel Falun Gong, una pratica per il benessere di corpo e mente perseguitata dal Partito Comunista Cinese dal luglio 1999.

Li Xiaofeng è stata arrestata il 14 maggio dello scorso anno, tre anni dopo che aveva finito di scontare una pena di tre anni e mezzo in carcere, sempre per la sua fede nel Falun Gong. Un vicino ha detto di aver visto numerosi agenti parlare con lei in cortile quel giorno. Un altro vicino, prima dell’ultimo arresto, una volta ha visto degli agenti locali andare a casa sua.

Il marito di Li era morto nel 2021, mente lei era ancora in carcere e del figlio, che viveva con loro, si erano perse le tracce. Non si sa se sia stato arrestato anche lui.

Altri dettagli dell’arresto di Li, dell’incriminazione e della condanna rimangono sconosciuti.

Questa non è la prima volta che Li viene presa di mira per la sua fede. Era già stata due volte in un campo di lavoro forzato per un totale di quattro anni e dieci mesi e una volta in carcere per tre anni e mezzo.

Condannata a un anno e mezzo ai lavori forzati nel 2001, ma la pena viene prolungata di 10 mesi

Li era stata arrestata per la prima volta nel luglio del 2000 e tenuta per due settimane in un centro per il lavaggio del cervello nel campo di lavoro di Tuanhe. Era stata di nuovo arresta nel febbraio del 2001 e condannata ad un altro anno e mezzo di lavoro forzato, che è poi stato prolungato di 10 mesi. Ha scontato la pena in tre strutture: il Centro di detenzione del distretto di Pinggu, il campo di lavoro forzato di Xin’an, e il campo di lavoro forzato femminile del distretto di Daxing. Ha subito torture in ognuna delle strutture.

Quando si rifiutava di rispondere alle domande durante l’interrogatorio, le guardie del centro di detenzione le colpivano la testa a ripetizione con una frusta, mentre una guardia donna gliela colpiva con un manico di scopa.

Per circa un anno le guardie al campo di Xin’an l’hanno costretta a stare ogni giorno seduta su un piccolo sgabello per ore ed ore e le schiaffeggiavano il viso finché non erano esausti.

Rievocazione della tortura: Seduta su un piccolo sgabello

Quando non stava seduta sullo sgabello era sottoposta ad altre forme di tortura, fra cui quella chiamata volare come l’aereo (vedi foto in basso). Doveva rimanere nella posizione dell’ “aeroplano” per ore e ore e ha finito per soffrire di edema alle gambe. Una volta, intorno alle 22:00, una guardia di nome Cheng Cui’e ha ordinato a sette tossicodipendenti di picchiarla selvaggiamente nel bagno. Il suo occhio destro era iniettato di sangue ed era ferita dappertutto. Le hanno strappato anche folti ciuffi di capelli.

Rievocazione della tortura: Volare come l’aereo

Le guardie le hanno fatto svolgere dei lavori faticosi e senza retribuzione, come incartare le bacchette monouso. Quando è stata trasferita al campo femminile del distretto di Daxing il suo “lavoro” consisteva nel selezionare le foglie di verdura, impacchettare i fagioli mung e piegare il cartone per farne delle scatole.

Condannata a due anni e mezzo di lavoro forzato nel 2006

Li è stata arrestata nuovamente nel marzo del 2006 e portata al Centro di detenzione del distretto di Pinggu. La polizia le ha confiscato i libri del Falun Gong e la stampante. In seguito le ha dato due anni e mezzo ai lavori forzati. Inizialmente è stata trasferita al campo di lavoro di Xin’an, prima di essere spostata al campo femminile di Daxing.

Le guardie in quest’ultimo campo, durante i due anni di detenzione trascorsi lì, la costringevano ogni giorno a star seduta su un piccolo sgabello per 22 ore. Doveva rimanere seduta immobile e ogni piccolo movimento si traduceva in insulti e botte da parte delle tossicodipendenti addette a sorvegliarla. Questa tortura le ha causato una cancrena alle natiche.

Condannata a tre anni e mezzo in seguito all’arresto del 2016

Il 18 novembre del 2016 Li aveva parlato del Falun Gong a un cliente del suo negozio di parrucchiera, e questi aveva prontamente chiamato la polizia. Più di 10 agenti della Divisione di sicurezza interna del distretto di Pinggu e della Stazione di polizia di Nandulehe hanno fatto irruzione e l’hanno arrestata. L’hanno anche ricoperta di improperi di fronte ai clienti. Hanno perquisito il negozio e le hanno confiscato i libri del Falun Gong e altri oggetti di valore. Suo marito, quando ha cercato di fermarli mentre la portavano via, è stato minacciato di arresto.

La Procura distrettuale di Pinggu l’ha incriminata il 21 dicembre del 2016 e il tribunale dello stesso distretto l’ha processata il 14 marzo del 2017 senza informarne la famiglia. Il 9 marzo del 2017 è stata condannata a tre anni e mezzo con una multa di 7.000 yuan (circa 910 euro). Il ricorso che aveva presentato è stato respinto dal Tribunale intermedio di Pechino il 14 giugno del 2017 e lei è stata trasferita dal centro di detenzione del distretto di Pinggu al carcere femminile di Pechino il 6 luglio di quell’anno. Durante l’incarcerazione le è stata sospesa la pensione.

È stata rilasciata nel maggio 2020, ma arrestata di nuovo il 14 maggio dello scorso anno e condannata a due anni.

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