(Minghui.org) Il 26 giugno scorso una praticante di 78 anni di Chonqing è stata condannata a 18 mesi per aver praticato il Falun Gong, una disciplina per il benessere della mente e del corpo perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999. Zhu Jingrong si è rifiutata di firmare il verdetto e ha presentato appello. Attualmente è libera su cauzione e non è chiaro quando le autorità intendano riprenderla in custodia.

La condanna di Zhu deriva dal suo arresto, avvenuto lo scorso 5 giugno, perchè stava distribuendo materiale informativo sul Falun Gong. É stata denunciata alla polizia e arrestata due giorni dopo da sei agenti del Dipartimento di polizia del distretto di Beibei e da due membri del personale del quartiere di Mingju. La polizia ha saccheggiato la sua casa senza mostrare i documenti e le ha confiscato i libri sul Falun Gong, un ritratto del fondatore della pratica e alcune banconote stampate con informazioni sul Falun Gong (per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla persecuzione data la rigida censura in Cina).

Zhu è stata condotta alla Stazione di polizia di Caijia per essere interrogata. Ha cercato di chiarire agli agenti i fatti relativi al Falun Gong raccontando di come, dopo aver intrapreso questa pratica nel dicembre 1998, sia diventata una persona migliore e abbia visto scomparire i suoi problemi cardiaci e gastrici, insieme all'artrite reumatoide. Ha esortato la polizia a non partecipare alla persecuzione e si è rifiutata di firmare i verbali degli interrogatori.

Più tardi la polizia ha portato Zhu all'Ospedale di medicina cinese di Beibei per un esame fisico. Le è stata riscontrata una pressione sanguigna pericolosamente alta ed è stata riportata alla stazione di polizia, dove gli agenti l’hanno tenuta ammanettata per tutta la notte e non le hanno dato da mangiare.

Quando il giorno dopo la polizia ha portato Zhu al centro di detenzione locale, le è stata negata l’ammissione a causa dell’ipertensione e, l’8 giugno è stata rilasciata su cauzione.

Il 18 luglio gli agenti hanno riportato Zhu alla Stazione di polizia di Caijia e le hanno domandato dove avesse preso il materiale sul Falun Gong e chi avesse stampato i messaggi sulla carta moneta. La praticante si è rifiutata di rispondere alle domande e alla fine la polizia l'ha costretta a firmare un riconoscimento degli oggetti confiscati, prima di permetterle di tornare a casa.

Il 24 novembre dello scorso anno un agente di polizia ha chiamato il marito ottantenne di Zhu chiedendogli se la moglie fosse in casa. La donna ha risposto chiedendo alla polizia se avessero domande da farle, e l'agente ha risposto che doveva recarsi alla stazione di polizia per firmare un documento che sarebbe stato poi trasmesso al tribunale locale. Zhu ha detto che doveva rimanere a casa per prendersi cura del marito malato e che non ci sarebbe andata.

La polizia si è presentata a casa il giorno successivo chiedendole ancora di firmare il documento (non è chiaro quale esattamente), e quando si è rifiutata di farlo la polizia le ha detto: “Non fa alcuna differenza se lo firma o meno, il tribunale la condannerà comunque anche senza la sua firma, non saremo così gentili con lei la prossima volta che verremo”. Poi se ne sono andati.

Il 6 dicembre dello scorso anno gli agenti della Stazione di polizia della città di Shijialiang e alcuni operatori della comunità sono arrivati a casa di Zhu e l'hanno fotografata; il marito era terrorizzato ha detto: “Non mi lasceranno vivere una vita tranquilla, sono così malvagi e non risparmiano nemmeno una persona di 80 anni”.

Il 20 dicembre dello scorso anno sei operatori della comunità sono tornati a controllare che Zhu fosse in casa, in conformità alle condizioni di libertà provvisoria.

Il 15 gennaio Zhu ha ricevuto una telefonata dal procuratore del distretto di Beibei, che le ordinava di recarsi presso il suo ufficio tre giorni dopo. La praticante vi si è recata, come richiesto, e le è stato detto che il suo caso era stato trasferito al Procuratore distrettuale di Jiangbei, che il 2 febbraio l’ha interrogata illegalmente.

Il 4 febbraio gli agenti del Dipartimento di polizia del distretto di Beibei si sono presentati a casa di Zhu con il materiale del Falun Gong confiscato, dicendo di essere lì per verificare l'ammontare del materiale, e che avrebbero sottoposto il suo caso al procuratore. Zhu si è rifiutata di firmare i documenti pertinenti.

Nelle settimane successive la polizia locale e gli operatori della comunità sono andati spesso a molestare la praticante. Il marito era terrorizzato e di conseguenza soffriva di un'elevata pressione sanguigna. Uno degli episodi di molestie è avvenuto il 16 aprile, ad opera dell'operatrice comunitaria Chen Haixia, una collega di Zhu, e di un agente di polizia di nome He Yu.

Il 19 aprile Zhu è stata incriminata. Il 23 aprile ha ricevuto una telefonata dal Tribunale del distretto di Jiangbei per ritirare una citazione. Il 25 aprile si è recata in tribunale e ha ritirato l'avviso di udienza, che era fissata per le 9:00 dell'8 maggio.

L'8 maggio Zhu è comparsa in tribunale, e il suo avvocato ha presentato per lei una dichiarazione di non colpevolezza. Il giudice ha aggiornato l'udienza senza annunciare un verdetto, e la praticante è tornata a casa in giornata.

Il 13 maggio gli agenti della Stazione di polizia di Caijia hanno chiamato la figlia di Zhu e le hanno ordinato di ritirare i documenti per il rilascio su cauzione. Il 16 maggio Zhu si è recata alla stazione di polizia e ha visto che il Tribunale del distretto di Jiangbei l'ha messa in libertà provvisoria dall'8 maggio scorso fino al 7 maggio 2025. In seguito è tornata a casa.

Il 25 giugno il tribunale ha informato Zhu che avrebbe annunciato il verdetto alle 15:00 del giorno dopo. Il pomeriggio successivo si è recata in tribunale e ha saputo di essere stata condannata a 18 mesi. Si è rifiutata di firmare il verdetto che portava le firme del giudice Wang Guoping e del procuratore Liu Jie. Ha presentato ricorso contro il verdetto e ora è in attesa del risultato.

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