(Minghui.org) Il 1° luglio scorso la famiglia di Li Fen è stata informata che la donna era stata condannata a tre anni e mezzo di prigione, oltre a una multa di 30.000 yuan (circa 3.800 euro) per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999. La donna di 57 anni, residente a Dalian nella provincia del Liaoning, ha presentato appello contro il verdetto.

Intorno alle 19:00 del 18 aprile dell'anno scorso alcuni agenti della Stazione di polizia di Zuanshiwan, hanno ordinato ai suoi vicini di bussare alla porta del suo appartamento. Quando Li ha aperto, sono apparsi due agenti in borghese. Non appena questi ultimi hanno esibito il mandato di perquisizione altri sette agenti, che si erano nascosti nell'ascensore, sono entrati in casa.

Un agente ha mostrato al marito e alla figlia dei video di sorveglianza che, secondo loro, mostravano Li mentre stava distribuendo materiale informativo del Falun Gong. La polizia ha anche detto che qualcuno l'aveva denunciata e aveva presentato i video registrati dalla telecamera posta sullo spioncino. A Li sono stati confiscati la stampante, il computer, i libri del Falun Gong e un ritratto del suo fondatore. Gli agenti hanno anche perquisito il suo armadio e hanno rinvenuto gli abiti che avrebbe indossato durante la distribuzione del materiale, per usarli come prova d'accusa contro di lei.

Li è stata trattenuta per due giorni presso la Stazione di polizia di Zuanshiwan e, in seguito, è stata portata al secondo Carcere della città di Dalian per una detenzione amministrativa di 15 giorni.

Il 15 novembre dell'anno scorso il vice direttore Wang della Stazione di polizia di Zuanshiwan l'ha chiamata, chiedendole di recarsi nel suo ufficio a ritirare i documenti e gli altri oggetti confiscati. L'ufficiale le ha detto che avrebbe dovuto ritirare personalmente gli oggetti e firmare i documenti; se non fosse andata, gli agenti avrebbero nuovamente fatto irruzione in casa sua.

Accompagnata dal marito e dalla figlia, Li si è recata alla stazione di polizia. La donna è stata portata all'interno, mentre il marito e la figlia hanno aspettato nell'atrio. Circa 20 minuti dopo due agenti sono usciti insieme a Li e le hanno detto che sarebbe stata consegnata al Dipartimento di polizia distrettuale di Ganjingzi e che avrebbero aperto un procedimento penale contro di lei.

Durante l'esame fisico richiesto, alla donna è stata riscontrata una pressione sanguigna estremamente elevata (220/100 mmHg) e altre patologie. Ciononostante la polizia ha costretto il Centro di detenzione della città di Dalian ad ammetterla. Le guardie l'hanno tenuta nella sala medica e non l'hanno assegnata a una normale cella.

Lo scorso 25 aprile il Tribunale distrettuale di Ganjingzi ha tenuto un'udienza virtuale sul caso di Li, che ha partecipato alla seduta dal centro di detenzione. L'inizio dell'udienza era previsto per le 9:30, ma il giudice presidente, Gao Yang, ha iniziato solo alle 11:45 e ha rinviato la seduta dopo soli 10 minuti. All'udienza ha partecipato anche il procuratore Tang Ming, della procura locale.

Il 1° luglio i familiari di Li sono stati informati del verdetto, ma non hanno saputo quando il giudice Gao ha emesso la sentenza. La famiglia ha subito aiutato la donna a presentare appello. Al momento della stesura di questo articolo, non è chiaro se Li sia stata trasferita in prigione.