(Minghui.org) Lo scorso 20 luglio il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha rilasciato una dichiarazione, in cui esorta il Partito Comunista Cinese (PCC) a fermare la persecuzione del Falun Gong e a rilasciare tutte le persone imprigionate per il loro credo spirituale.

La dichiarazione recita: “Oggi ricorrono solennemente i 25 anni da quando la Repubblica Popolare Cinese (RPC) ha iniziato una campagna di repressione contro i praticanti del Falun Gong, una pratica spirituale autodefinita. Per due decenni e mezzo, le autorità della RPC hanno preso di mira i praticanti del Falun Gong e le loro famiglie in una incessante campagna di abusi e violazioni dei loro diritti”.

“Gli Stati Uniti continueranno a difendere i diritti umani, compresa la libertà di religione o di credo. Continueremo anche a promuovere le responsabilità per i colpevoli di abusi e violazioni dei diritti umani. Chiediamo alla RPC di cessare immediatamente la sua campagna repressiva e di rilasciare tutti coloro che sono stati imprigionati per il loro credo”.

Il 20 luglio scorso Matthew Miller, portavoce del Dipartimento di Stato, ha pubblicato una dichiarazione su X (Twitter)

Nel post si legge: “Oggi ricorrono i 25 anni di repressione della Repubblica Popolare Cinese contro i praticanti del movimento spirituale del Falun Gong. Chiediamo alla Repubblica Popolare Cinese di rispettare la libertà di religione o di credo e di rilasciare tutte le persone imprigionate per il loro credo”.

Messaggio dell'Alleanza interparlamentare sulla Cina (IPAC) sulla X, che condanna la persecuzione del PCC

L'IPAC ha pubblicato una “Dichiarazione sul 25° anniversario della persecuzione dei praticanti del Falun Gong”.

“Oggi ricorre il 25° anniversario della persecuzione dei praticanti del Falun Gong, da parte del governo cinese - un quarto di secolo di sofferenze prolungate e profonde.

Centinaia di migliaia di praticanti del Falun Gong sono stati imprigionati, e un numero imprecisato di essi è stato sottoposto alle più gravi forme di tortura, comprese le numerose e credibili segnalazioni del prelievo forzato di organi, sponsorizzato dallo Stato”.

“Ci uniamo a molti gruppi e individui, nel deplorare la negazione dei diritti fondamentali dell'articolo 18 ai praticanti del Falun Gong, che, insieme a gruppi minoritari islamici, cristiani e buddisti tibetani, tra gli altri, non godono della libertà di pensiero, coscienza o religione nella Cina contemporanea.

“Nessuna minoranza, a prescindere dal proprio credo, merita di essere privata dei diritti fondamentali. Chiediamo ai nostri governi di adoperarsi, affinché Pechino cessi immediatamente la persecuzione delle minoranze religiose e sostenga la Dichiarazione universale dei diritti umani, di cui la Cina è firmataria”.