(Minghui.org) Poco dopo l'udienza del 6 dicembre scorso Li Junlan, di 54 anni, della contea di Liuhe nella provincia dello Jilin, è stata condannata a quattro anni di prigione.
Il calvario della signora Li è scaturito dal suo arresto avvenuto il 27 settembre dell'anno scorso, per aver distribuito materiale contenente informazioni sul Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999. Dopo 14 giorni di reclusione penale presso il Centro di detenzione di Changliu, la donna è stata rilasciata su cauzione.
Lo scorso 3 agosto un agente ha chiamato la signora Li e le ha comunicato di recarsi a ritirare il suo computer, che le era stato confiscato durante l'arresto dell'anno scorso. La donna è stata accompagnata dalla figlia alla Stazione di polizia di Qianjin. Gli agenti hanno ordinato alla figlia di andarsene per prima, promettendole di lasciare andare a casa la madre, non appena avesse firmato alcuni documenti. Era una menzogna e la signora Li quel giorno non è tornata a casa. Il 23 agosto scorso il padre si è recato alla stazione di polizia per chiedere il rilascio della figlia, ma gli è stato risposto che il caso non era più di loro competenza, in quanto era stato sottoposto alla Procura della contea di Liuhe.
A un certo punto la famiglia della signora Li ha assunto un avvocato per lei, ma il Centro di detenzione di Changliu gli ha negato d'incontrare la sua cliente. Quando l'avvocato ha fatto notare che era illegale che il centro di detenzione negasse la sua richiesta di visita, il direttore ha risposto: “Non è che non vi permettiamo di vederla; è una decisione del Comitato politico e legale”.
Il Comitato per gli Affari Politici e Legali è un'agenzia extragiudiziaria incaricata di supervisionare la persecuzione del Falun Gong.
Fino a pochi giorni prima della data del processo, lo scorso 6 dicembre, i familiari della signora Li non hanno ricevuto altri aggiornamenti sulla sua situazione, poiché il precedente avvocato, impossibilitato ad aiutarla, si era ritirato dal caso, la famiglia non ha avuto abbastanza tempo per trovarne un altro. La donna si è rifiutata di accettare l'avvocato nominato dal tribunale, che le ha chiesto di dichiararsi colpevole. Ha invece testimoniato in propria difesa, durante l'udienza presso il Tribunale della contea di Liuhe.
Il pubblico ministero ha accusato la signora Li di aver violato la legge, distribuendo decorazioni con la scritta: “Verità, Compassione, Tolleranza” (i principi fondamentali del Falun Gong).
La signora Li ha affermato che nessuna legge in Cina criminalizza il Falun Gong e che era suo diritto costituzionale praticare e parlare della pratica alla gente.
Il giudice ha rinviato l'udienza senza annunciare un verdetto.
Il 26 dicembre la figlia della signora Li ha chiamato il tribunale per informarsi sul suo caso, ma si è sorpresa nell'apprendere che la madre era stata condannata a quattro anni di prigione. Ha chiesto al giudice perché non avesse informato la famiglia del verdetto, ma lui non ha risposto.
Non è la prima volta che la signora Li viene presa di mira per la sua fede. In passato è stata arrestata e detenuta diverse volte. L'incessante persecuzione ha traumatizzato profondamente la figlia, che è stata ricoverata in ospedale. La signora Li e suo marito hanno faticato a pagare le spese mediche della figlia e hanno chiesto molti prestiti. Dopo essere stata dimessa, la bambina ha dovuto trasferirsi da un parente, mentre i genitori facevano lavori saltuari per mantenere la famiglia.
Per i dettagli sulle persecuzioni subite dalla signora Li, si veda l’articolo correlato.
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