(Minghui.org)

Nome: Jiang JingNome cinese: 江静Sesso: DonnaEtà: 56 anniCittà: QingdaoProvincia: ShandongOccupazione: N/AData della morte: 18 giugno 2024Data dell'ultimo arresto: 20 luglio 2003Ultimo luogo di detenzione: Secondo Campo di lavoro femminile della provincia dello Shandong

Il 18 giugno dell'anno scorso Jiang Jing, di 56 anni del distretto di Chengyang, a Qingdao nella provincia dello Shandong, è deceduta dopo aver subito anni di persecuzioni per la sua fede nel Falun Gong.

Quando aveva un anno, Jing ha contratto la poliomielite e i suoi genitori hanno speso una fortuna per cercare una cura, ma senza alcun risultato. Una volta cresciuta, ha provato varie pratiche di Qigong, ma la sua disabilità alle gambe non è migliorata. Un amico le ha suggerito di provare il Falun Gong e, dopo aver iniziato a praticare, è riuscita a camminare molto meglio di prima.

Dopo che il Partito Comunista Cinese ha lanciato la campagna nazionale contro il Falun Gong nel luglio 1999, la signora Jiang ha mantenuto salda la sua fede ed è stata ripetutamente presa di mira. La donna è stata arrestata l'ultima volta il 20 luglio 2003 e condannata a una pena ai lavori forzati di durata sconosciuta. Jing è stata torturata al punto da cadere in condizioni critiche e, il 14 ottobre dello stesso anno, è stata rilasciata sulla parola. Di tanto in tanto, le autorità locali hanno continuato a molestarla, e lei è stata costretta a nascondersi. Dopo essere tornata a casa, ha subito nuovamente frequenti vessazioni a causa della sua fede, l'ultima delle quali risale al 14 ottobre 2022.

Il 18 giugno dell'anno scorso l'incessante persecuzione ha finito per costarle la vita.

Torturata all'Hotel Xinyuan (marzo-novembre 2000)

Nel mese di marzo 2000 la signora Jiang si è recata a Pechino per presentare un appello in favore del Falun Gong, ma è stata arrestata. È stata riportata nella città di Qingdao e detenuta all'Hotel Xinyuan, situato nel distretto di Chengyang. La struttura era in realtà una prigione segreta utilizzata, dal governo del distretto di Chengyang, per perseguitare i praticanti locali del Falun Gong.

Il seminterrato dell'hotel dove la signora Jiang è stata tenuta, era umido, buio e senza letti. La donna ha fatto tre scioperi della fame, per un totale di 20 giorni, ma nessuno si è preoccupato se stesse bene. Gli agenti le hanno tolto la giacca e l'hanno costretta ad accovacciarsi sul gelido pavimento di cemento e, non appena si è seduta, le hanno urlato contro. I pasti che le venivano somministrati consistevano in un panino al vapore e un sottaceto. Non le veniva permesso di lavarsi i denti o pulirsi, e doveva fare i propri bisogni nel seminterrato.

I suoi familiari dovevano chiedere l'autorizzazione prima di poterla vedere e, quando hanno biasimato l'allora segretario Wang Jian del Comitato politico e giuridico del distretto di Chengyang, per aver violato i diritti umani della signora Jiang, lui ha risposto: “Se muore qui, sarà considerato un suicidio e noi scaveremo una fossa per seppellirla, senza assumerci alcuna responsabilità!”.

Nel mese di agosto 2000 la signora Jiang è riuscita a fuggire dall'hotel, ma è stata arrestata due mesi dopo a casa di sua nonna ottantenne. L’anziana si è inginocchiata per supplicare la polizia di non arrestare la nipote, ma quattro agenti l'hanno comunque trascinata verso la loro auto di pattuglia. Dopo averla trattenuta per una notte nella stazione di polizia, Jing è stata portata nello stesso hotel Xinyuan e tenuta nel seminterrato.

Il segretario Xin Luoming, del Comitato per gli affari politici e legali del distretto di Chengyang, che nell'ottobre 2000 aveva assunto l'incarico, nel mese di novembre dello stesso anno ha mandato la signora Jiang in un ospedale psichiatrico, perché si era rifiutata di scrivere dichiarazioni di rinuncia al Falun Gong. Non aveva né il suo consenso né quello dei suoi familiari, ma li ha ingannati dicendo loro che era lì per migliorare la sua salute mentale e che non le sarebbero state somministrate iniezioni o pillole.

Iniezione di farmaci vietati in un ospedale psichiatrico (novembre-dicembre 2000)

Il presidente dell'ospedale psichiatrico, insieme al direttore Ding e al personale medico, ha seguito le istruzioni del governo distrettuale di Chengyang e le ha somministrato, contro la sua volontà, un farmaco vietato (che, secondo fonti interne, era stato utilizzato solo in sperimentazioni su animali ed era risultato letale per i conigli, se somministrato in dosi elevate). La donna è stata immobilizzata e le è stato detto: “Come possiamo lasciarti vivere una vita facile, se il governo ti ha mandata qui?”.

Pochi minuti dopo l'iniezione, la signora Jiang ha iniziato a sentirsi male. È diventata irrequieta e paranoica; il suo cuore batteva all'impazzata, le si è offuscata la vista e aveva la bocca secca. Quando ha chiesto cosa fosse esattamente l'iniezione, i medici le hanno detto che si trattava di un tranquillante per aiutarla ad addormentarsi.

Nei giorni seguenti, la signora Jiang non è stata in grado di mangiare o di bere; non riusciva a camminare e si sentiva estremamente debole, ma nessuno è andato a controllare se stava bene. L'ospedale le ha somministrato una seconda iniezione dello stesso farmaco e un medico l'ha persino minacciata: “Se continui a praticare il Falun Gong, ti daremo delle scosse elettriche!”.

Zhang Zhongkai, direttore dell'Ufficio di gestione globale del distretto di Chengyang, si è recato all'ospedale psichiatrico per esortare la signora Jiang a scrivere una dichiarazione di rinuncia alla sua fede, promettendole che, se lo avesse fatto, sarebbe stata rilasciata.

La signora Jiang non ha mai vacillato sulla sua fede e un mese dopo, nel mese di dicembre 2000, è riuscita a fuggire dall'ospedale. I responsabili ospedaleri hanno inviato alcuni agenti a casa sua per esigere il suo ritorno e, in seguito, anche il governo distrettuale ha molestato diverse volte i suoi familiari.

Torturata in diverse strutture (luglio - novembre 2001)

Dopo un altro arresto nel mese di luglio 2001, la signora Jiang è stata portata al Centro di detenzione della città di Qingdao (situato nel distretto di Pudong nella città di Jimo). Ha fatto uno sciopero della fame per due settimane ed è stata alimentata a forza numerose volte, causandole gravi danni a cuore e stomaco; è entrata in stato di shock e ha avuto diverse convulsioni. Aveva i capelli e i vestiti sporchi di cibo, liquidi gastrici e sangue.

La polizia del distretto di Chengyang ha prelevato la donna dal Centro di detenzione della città di Qingdao e l'ha trasferita al quarto Centro di detenzione di Chengyang. Jing è stata ammanettata al telaio metallico di una finestra e quattro persone (due impiegati governativi e due agenti di polizia) l'hanno costantemente sorvegliata.

La signora Jiang è riuscita a fuggire, ma è stata nuovamente arrestata nel mese di agosto 2001. Per scappare, il 26 agosto si è lanciata da una finestra al quarto piano, riportando gravi ferite, tra cui una frattura, una lussazione e un'infiammazione del bacino. Nonostante le sue condizioni, la donna è stata riportata dentro ed è stata tenuta ammanettata e incatenata a un letto senza materasso.

Una persona si è mostrata comprensiva e ha chiesto se fosse il caso di mettere un materasso sul letto. Il segretario Xin, citato in precedenza, l'ha invece schernita dicendo: “Senza materasso ti sentirai più fresca, con questo caldo!”. Il direttore Zhang l'ha picchiata selvaggiamente, causandole un grave gonfiore alla testa.

La donna è stata portata in ospedale solo la notte del 14 settembre 2001. Un medico ha chiesto a Xin perché non l'avessero portata prima, ma lui ha risposto: “Non preoccuparti, non morirà!”. Un direttore di cognome Zhou ha aggiunto: “Anche se morisse, non saremo ritenuti responsabili”.

Xin e Zhou hanno corrotto il medico per falsificare la cartella clinica della signora Jiang. L'hanno tenuta ammanettata e incatenata e l'hanno alimentata a forza ogni cinque giorni.

Successivamente Jing è stata trasferita al Centro di detenzione della città di Qingdao. Le guardie le hanno ammanettato le mani e le hanno messo le catene, in modo tale che non potesse raddrizzare la schiena e avesse bisogno dell'aiuto di altre praticanti detenute per andare in bagno. Quelle che l'hanno aiutata sono state rimproverate dalle guardie.

Le guardie hanno costretto sette detenute a tenere fermi gli arti della signora Jiang per alimentarla a forza. Le hanno aperto la bocca, lacerandole le labbra e rompendole alcuni denti. Spesso aveva i capelli e i vestiti macchiati di cibo e sangue.

La salute della praticante è rapidamente peggiorata e la sua vita era in pericolo; aveva il corpo ricoperto di scabbia. Il centro di detenzione ha chiesto al Governo del distretto di Chengyang di andarla a prendere. Prima che ciò accadesse, intorno al mese di novembre 2001, la donna è riuscita a fuggire dal centro di detenzione.

Torturata fino a ridurla in condizioni critiche nel campo di lavoro (luglio - ottobre 2003)

Il 20 luglio 2003 la signora Jiang si è recata a Pechino per fare appello al diritto di praticare il Falun Gong ed è stata arrestata in piazza Tienanmen. Il Governo del distretto di Chengyang ha inviato Liu Zhan a Pechino per riportarla indietro. Lui l'ha condotta all'Ufficio di collegamento della città di Qingdao, a Pechino, e ha iniziato a torturarla. L'ha afferrata per i capelli e trascinata per terra, colpendola ripetutamente alla testa. Un'impiegata lo ha esortato a smettere, ma senza alcun risultato.

Zhan l'ha riportata alla Stazione di polizia di via Zhengyang, a Qingdao. La mattina seguente, 23 luglio 2003, Jing è stata condotta al secondo Campo di lavoro femminile della provincia dello Shandong (noto anche come Campo di lavoro di Wangcun), per scontare una pena di durata sconosciuta. La visita medica obbligatoria ha rivelato che soffriva di problemi cardiaci, gastrici, intestinali e renali. In un primo momento il campo di lavoro ha rifiutato di prenderla in custodia, ma ha presto ceduto, dopo che il governo del distretto di Chengyang ha corrotto le autorità carcerarie. La donna è stata portata in ospedale per l'alimentatazione forzata, prima di essere trasportata all'interno del campo di lavoro, con le mani ammanettate dietro la schiena e il tubo di alimentazione ancora inserito nel naso.

Il giorno successivo la signora Jiang è stata messa in cella d’isolamento. La guardia ha detto che era la prima persona nel campo di lavoro ad essere detenuta lì.

Tre dottoresse, di cognome Ma, Xue e Lin, si sono alternate per nutrirla a forza tre volte al giorno. Sono state aiutate da alcuni collaboratori, che hanno legato la signora Jiang con alcune cinture e si sono seduti su di lei, per impedirle di muoversi.

Inoltre, ogni tre giorni le guardie portavano la donna in un ospedale esterno, sempre per sottoporla all'alimentazione forzata. Di solito c'era anche una guardia maschio. Wang Xuedong, in particolare, durante l'alimentazione forzata in ospedale, che tirava con forza i capelli della signora Jiang, e lei spesso si sentiva soffocare.

Mentre la signora Jiang era tenuta in isolamento, le dottoresse le hanno mantenuto il tubo di alimentazione. Un denso fluido gastrico misto a catarro e sangue le colava spesso su tutto il corpo. Le dottoresse le hanno appeso al collo un sacchetto di plastica pieno di fazzoletti sporchi, per raccogliere il fluido.

Ogni volta che Jing sentiva dei passi, gridava: “La Falun Dafa è buona!”. La caposquadra Wang Huiying le ha tappato la bocca con del nastro adesivo.

Quando non veniva alimentata a forza, la signora Jiang era costretta a sedersi ogni giorno su entrambi i lati del letto con le braccia tese, ammanettate e distese. Le manette le tagliavano la carne in profondità.

Circa un mese dopo, le guardie l'hanno immobilizzata per un altro mese su un letto, con le braccia e le gambe divaricate. Ogni volta che gridava “La Falun Dafa è buona!”, le tappavano la bocca con un asciugamano, di conseguenza aveva spesso la bocca sanguinante.

Il 9 ottobre 2003 il vice capo della squadra, Sun Hua, ha finalmente tolto le manette alla signora Jiang, per concederle una pausa. Le sue braccia non potevano più piegarsi a causa delle manette indossate per tanto tempo, ma è comunque riuscita a strapparsi il tubo di alimentazione.

Nonostante le sue condizioni, la signora Jiang è stata portata in ospedale per essere sottoposta all'alimentazione forzata. Dopo una di queste sessioni, Jing si è sentita morire. Il suo battito cardiaco è diventato irregolare con una sensazione di oppressione al petto e dispnea. Il suo respiro è diventato affannoso e stava iniziando a perdere conoscenza e il personale medico le ha somministrato ossigeno. La guardia Zhang Guirong continuava a sollevare la coperta del letto per farla soffrire ancora di più.

Il 13 ottobre 2003 il campo di lavoro ha rilasciato la signora Jiang sulla parola e sette persone, tra cui un operatore sanitario, dopo mezzanotte l'hanno riaccompagnata a casa. Volevano entrare, ma sono stati fermati dai suoi familiari.

Le autorità hanno continuato a molestare la signora Jiang e la sua famiglia. Lei non ha avuto altra scelta che nascondersi.

Molestie infinite prima della morte prematura

Alla fine di giugno 2017 due agenti, tra cui Guo Jian, della Stazione di polizia di via Zhengyang, si sono recati a casa dei genitori della signora Jiang e hanno chiesto se la figlia fosse andata a trovarli.

Intorno alle 20:00 del 1° luglio 2019 una guardia di sicurezza del villaggio ha accompagnato quattro agenti di polizia a bussare alla sua porta, con la scusa di fare un controllo degli inquilini. Uno degli agenti si chiamava Cheng. Il pomeriggio successivo un altro agente ha molestato la madre della signora Jiang, chiedendole dove lavorasse sua figlia.

Il 16 novembre 2020 un dirigente di cognome Gao, della centrale termica di Shun'an nel distretto di Chengyang, ha incaricato un addetto alle prove di pressione, di cognome Shao (di circa 60 anni), di controllare se ci fossero “perdite” nell'abitazione della signora Jiang. Verso il tramonto dello stesso giorno, Shao ha portato di nuovo un giovane a casa sua e, a sua insaputa, hanno sostituito l'interruttore di alimentazione con uno intelligente collegato a Internet.

Il 7 dicembre 2020 la signora Jiang si è recata all'Azienda termo-elettrica Shun'an, per protestare contro l'installazione non autorizzata dell'interruttore. Un dipendente le ha detto che Gao sarebbe andato a trovarla quel pomeriggio, per spiegarle cosa era successo, ma il tecnico non si è mai presentato.

L'interruttore era collegato alla rete della polizia. La signora Jiang ha notato che ogni sera, quando usciva dal lavoro, una o due auto la seguivano. Quando andava a trovare i parenti o gli amici, veniva pedinata da un uomo e una donna, che la riprendevano con una videocamera.

La sera del 30 novembre 2020 la madre della signora Jiang è andata a trovarla. Ha appoggiato temporaneamente una borsa con dei vestiti per terra e ha visto una berlina nera che la seguiva. Una guardia di sicurezza è sbucata rapidamente da dietro l'auto e le ha strappato i vestiti di mano. Lei ha urlato di restituirglieli e così ha fatto.

Nella primavera del 2019 un dispositivo simile a un'antenna è stato installato nella tromba delle scale del condominio della signora Jiang e il suo cellulare si è collegato automaticamente alla rete senza che lei facesse nulla. Ha parlato più volte con l'amministrazione condominiale, ma le è stato detto che il dispositivo serviva per prevenire la polvere. Alla fine Jing ha rimosso l'antenna da sola.

Il 20 agosto 2022 un membro del comitato di quartiere ha chiamato la signora Jiang, fingendo di essere un rappresentante della Federazione delle persone disabili. Le ha chiesto informazioni sulla sua situazione lavorativa e abitativa. Nello stesso anno si sono verificati altri episodi di molestie.

Il 21 settembre il comitato l'ha contattata, per chiederle se avesse trovato un lavoro. La sera del 14 ottobre il suo vicino, che lavorava al comitato, l'ha chiamata per dirle che sarebbe passato a trovarla. Poco dopo si è presentato e le ha detto che doveva fare un censimento e raccogliere informazioni sui membri della sua famiglia e sul numero di targa della sua bicicletta elettrica. Lei ha risposto che aveva già fatto il censimento l'anno precedente, ma il vicino ha detto che doveva rifarlo perché si avvicinava il 20° Congresso nazionale del Partito Comunista Cinese.

La signora Jiang si è rifiutata di obbedire e ha esortato il suo vicino a non partecipare alla persecuzione dei praticanti del Falun Gong.

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