(Minghui.org) Di recente il sito Minghui ha riferito dell'ingiusta condanna di 10 residenti della città di Changde, nella provincia dell'Hunan, tra cui Yin Hong, alla quale è stata inflitta una pena di tre anni e nove mesi con una multa di 6.000 yuan (circa 720 euro). Nuove informazioni sono emerse per fornire ulteriori dettagli sulla sua passata persecuzione.

La signora Yin, di 54 anni, e gli altri nove praticanti sono stati presi di mira per la loro fede nel Falun Gong, una disciplina per la mente e il corpo che il Partito Comunista Cinese perseguita dal luglio 1999. Tra le 5:00 e le 7:00 del 30 novembre 2023, sono stati arrestati e il 12 novembre scorso condannati. Non è chiaro se Yin sia ancora reclusa nel Centro di detenzione di Baiheshan.

Prima della sua ultima condanna, Yin è stata ripetutamente presa di mira per la sua fede, e ha scontato una condanna in un campo di lavoro e due precedenti periodi di detenzione, per un totale di 14 anni e tre mesi.

Durante la detenzione, il suo datore di lavoro, il Banco dell'Agricoltura della Cina, l'ha licenziata. Il marito e la madre sono deceduti, traumatizzati dalle persecuzioni subite da lei. La figlia, ingannata dall'incessante diffamazione del Falun Gong da parte del regime, si è allontanata da lei.

Molteplici detenzioni di breve durata

Alla fine di febbraio 2000, Yin si è recata a Pechino per fare appello per il Falun Gong ed è stata arrestata. Dopo essere stata riportata a Changde, è stata trattenuta prima nel primo Centro di detenzione del distretto di Dingcheng, poi in una cella di detenzione e rilasciata dopo 28 giorni di reclusione.

Intorno a giugno o luglio 2000, il datore di lavoro di Yin l'ha convinta con l'inganno a presentarsi in un centro per il lavaggio del cervello e l'ha trattenuta per tre giorni. Nel gennaio 2001 le è stata fatta la stessa cosa, ed è stata rinchiusa in un altro centro per il lavaggio del cervello. Per protesta ha iniziato uno sciopero della fame e una settimana dopo è stata portata in ospedale per un'infusione endovenosa.

Yin è stata arrestata nella sua abitazione poco tempo dopo per essersi rifiutata di scrivere dichiarazioni di rinuncia alla sua fede, ma non si sa per quanto tempo. Durante la notte è stata trattenuta alla Stazione di polizia di Wuling, e il giorno successivo è stata trasferita al primo Centro di detenzione del distretto di Dingcheng.

Due anni e tre mesi di lavori forzati

Il 10 giugno 2001 Yin è stata nuovamente arrestata e portata nel secondo Centro di detenzione del distretto di Dingcheng. Si è rifiutata di scrivere dichiarazioni di rinuncia alla sua fede e nel maggio 2002 è stata trasferita nel Campo di lavoro forzato femminile di Baimalong per scontare una pena di due anni.

Ogni volta che Yin iniziava uno sciopero della fame per protesta, le guardie e le detenute del campo di lavoro la nutrivano a forza. Le aprivano la bocca con un cucchiaio per inserire un tubo di bambù appuntito. Ha perso due denti e si è ferita la bocca.

La condanna di Yin è stata prorogata di tre mesi e il giorno previsto per il rilascio, nel settembre 2003, il suo datore di lavoro e il Comitato per gli affari politici e legali del distretto di Dingcheng l'hanno portata in un hotel per una sessione di lavaggio del cervello. L’hanno rilasciata solo quando le sue due sorelle hanno accettato di garantire che non avrebbe più praticato il Falun Gong.

In carcere per otto anni

Il 20 giugno 2005 Yin è stata arrestata, dopo una denuncia per aver parlato del Falun Gong alla gente e rinchiusa per breve tempo. Dopo un altro arresto, avvenuto il 20 dicembre dello stesso anno, è stata condannata a otto anni dal Tribunale distrettuale di Wuling e il 15 giugno 2006 è stata rinchiusa nel Carcere femminile della provincia dell'Hunan.

Yin per un mese è stata tenuta nella squadra di nuova ammissione. Si è rifiutata di fare lavori forzati e di indossare l'uniforme da detenuta e le guardie l'hanno ammanettata e costretta a stare in piedi per lunghe ore.

In seguito è stata assegnata alla squadra uno (di gestione rigorosa) della divisione sei, Yin è stata monitorata 24 ore su 24 dalle detenute Liao Zhen, Zeng Canwen e Gong Wenjing, che la costringevano a stare in piedi per molte ore al giorno, maltrattandola verbalmente. Le sue gambe erano talmente gonfie che stavano per rompere i pantaloni.

Le detenute la ammanettavano anche in vari modi. Una tortura consisteva nel torcerle una mano dietro la schiena e ammanettarla all'altra tirata sulla spalla dal davanti. Un'altra tortura consisteva nell'ammanettarle le mani dietro la schiena e appenderla con le dita dei piedi che toccavano a malapena il suolo (vedi immagine sotto). In seguito l'hanno ammanettata a una mano per poterla appendere alla finestra o alla struttura del letto.

Illustrazione della tortura: Ammanettata dietro e appesa

Durante la tortura, la bocca di Yin veniva chiusa con il nastro adesivo e le detenute non le toglievano le manette nemmeno quando doveva andare in bagno. In un’occasione è svenuta per il dolore e, quando si è ripresa, non riconosceva più nessuno.

Una di queste sessioni di tortura con manette e impiccagione è durata sei giorni consecutivi. Yin si è confusa ed è stata costretta a “rinunciare alla sua fede”. Dopo aver riacquistato lucidità, ha espresso la sua determinazione a continuare a praticare il Falun Gong, ma è stata sottoposta ad un'altra sessione di tortura di sei giorni con manette e impiccagione.

Per tre mesi, Yin riusciva a stento a chiudere gli occhi mentre veniva costretta a stare in piedi o appesa. Non appena chiudeva gli occhi, la detenuta Gong la colpiva con una mazza. Una volta, mentre mormorava sottovoce, le detenute l'hanno spinta a terra e le hanno calpestato la bocca, facendole gonfiare estremamente le labbra.

Il 19 dicembre 2013 Yin è stata rilasciata. A quel punto, la sua salute era stata gravemente compromessa dalle torture, e si sentiva estremamente debole.

Un'altra condanna a quattro anni

L'11 agosto 2015 Yin è stata nuovamente arrestata e portata nel Centro di detenzione di Baiheshan. Il 20 luglio 2016 il Tribunale del distretto di Wuling l'ha condannata a quattro anni e l'11 giugno 2017 è stata rinchiusa nel Carcere femminile della provincia dell'Hunan.

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