(Minghui.org) Wuhan, capoluogo della provincia dell’Hubei, ospita tre prigioni femminili, tra cui la Prigione di Hankou, la Prigione femminile di Wuhan e la prigione di Jiangcheng. Molte praticanti del Falun Gong dell'Hubei, condannate al carcere per la loro fede, vengono inviate nelle prime due prigioni e torturate per non aver rinunciato alla disciplina spirituale.
In questo articolo, presentiamo informazioni sulle violazioni dei diritti umani nella Prigione femminile di Wuhan.
Le nuove detenute vengono inizialmente trattenute nella “Divisione nuove ammesse” guidata da Yang Fan. Non appena vengono portate dentro, sono costrette a spogliarsi completamente e ad accovacciarsi tre volte durante la perquisizione. La prigione ha regole severe riguardo alle attività quotidiane delle detenute, e a coloro che non le rispettano, vengono dati da mangiare solo riso o panini al vapore (senza carne o verdure), vengono private del sonno, viene impedito loro di lavarsi e vengono costrette a stare in piedi per lunghe ore.
A volte, le guardie costringono le detenute ad accovacciarsi e poi ad alzarsi rapidamente più volte di seguito, provocandone in alcuni casi lo svenimento.
Le detenute subiscono continui abusi anche dopo essere state assegnate alle divisioni ordinarie. La prigione impone inoltre quote di morte ogni anno e le guardie non sono ritenute responsabili se le praticanti del Falun Gong o altre detenute vengono torturate a morte. Quasi ogni notte si sentono echeggiare urla atroci.
Le detenute sono costrette ad alzarsi prima dell'alba e a svolgere lavori pesanti all'interno dell'officina per oltre 10 ore al giorno, e spesso è buio quando viene loro concesso di tornare in cella; sono fortunate se vedono un po' di sole. Per portare a termine il pesante carico di lavoro, cercano tutte di limitare l'assunzione di acqua al fine di ridurre l'uso del bagno, di conseguenza molte soffrono di calcoli renali o stitichezza. Una detenuta è addirittura morta di occlusione intestinale dopo aver sofferto di stitichezza per una settimana. Alcune detenute hanno corrotto le guardie per ottenere compiti più facili al posto di lavori pesanti.
I cosiddetti medici del carcere collaborano con le guardie per abusare delle detenute e delle praticanti. I medici chiedono spesso se ci sono soldi sui loro conti correnti e, in caso affermativo, sono soliti prescrivere farmaci costosi a loro carico. Se queste rifiutano la “cura”, le guardie trovano il modo di punirle. E se invece una detenuta non ha molti soldi sul conto, i medici possono accusarla di fingere di essere malata, un'etichetta che provoca punizioni da parte delle guardie.
Durante la pandemia di Covid, molte guardie e detenute sono morte, eppure il carcere non ha registrato alcun decesso. Una detenuta ha iniziato a temere la situazione ed è andata incontro a un crollo mentale. Un’altra, affetta da asma, è stato irrorata di spray al peperoncino ed è quasi morta.
Oltre alle otto divisioni regolari, il carcere ha istituito una squadra “folle” per le detenute che si rifiutano di essere sottoposte al lavaggio del cervello da parte delle guardie. Coloro che vengono portate nella squadra “folle” vengono rinchiuse in una gabbia di metallo e viene loro negato l’uso del bagno. Le guardie proibiscono loro anche di lavare le ciotole tra un pasto e l'altro. Con il passare del tempo, molte di loro hanno effettivamente subito crolli mentali a causa degli abusi e iniziato a confondersi su cosa fosse veramente “giusto” o “retto”.
Una squadra di guardie maschile è composta da picchiatori professionisti. Molte delle detenute picchiate da loro sono diventate disabili e incapaci di lavorare. I pestaggi avvengono negli angoli, fuori dal raggio d'azione delle telecamere di sorveglianza, e alle vittime non è permesso urlare nonostante il dolore, né raccontare l'accaduto ad altri.
Questi sono gli abusi subiti dalle detenute ordinarie. Le praticanti del Falun Gong subiscono torture ancora più brutali se si rifiutano di rinunciare alla loro fede.
La signora Chen Ronglian, circa 80 anni, originaria della città di Zaoyang, è stata torturata da Liu Lizhen, il direttore della divisione quattro. Liu ha ordinato alle detenute di sorvegliarla 24 ore su 24. Le hanno negato l'uso del bagno, non le hanno permesso di mangiare, e l'hanno costretta a stare in piedi per lunghe ore e a indossare abiti leggeri e sandali durante l'inverno.
Anche la signora Lu Xiuying, un'anziana praticante che ha scontato la pena nella quinta divisione, è stata torturata. Persino alcune detenute ordinarie hanno trovato le torture da lei subite troppo brutali.
Quando la signora Zheng Rongzhen, della città di Xianning, è stata rilasciata dal carcere nel settembre dello scorso anno, dopo aver scontato una pena di sei mesi, era incapace di camminare da sola e versava in stato confusionale, tanto da non riconoscere più i suoi familiari.
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