(Clearwisdom.net) Da quando la Falun Dafa è stato resa pubblica nel 1992, il numero dei praticanti è cresciuto in modo esponenziale, e nel mese di luglio del 1999 i praticanti erano già cento milioni. Tra i mesi di marzo e maggio 1995 il Maestro Li Hongzhi fu invitato a recarsi in Francia e in Svezia per insegnare il Falun Gong e tenere conferenze, aprendo così la strada alla diffusione mondiale della Falun Dafa. Il 20 luglio 1999 il malvagio PCC ha iniziato a perseguitare il Falun Gong in Cina e ciononostante, durante gli ultimi otto anni di brutale persecuzione, il Falun Gong non è scomparso, ma si è rapidamente diffuso in più di 80 paesi e aree in tutto il mondo. Il testo principale della Falun Dafa, lo Zhuan Falun, è stato tradotto e pubblicato in circa 30 lingue.

Ancora oggi, alcune persone sostengono che il PCC abbia lanciato la persecuzione del Falun Gong, come risposta all'“assedio” di Zhongnanhaii, compiuto dai praticanti il 25 aprile 1999, queste persone sono state ingannate dalle menzogne del PCC, perché non conoscono la verità. In realtà, il PCC e Jiang Zemin sapevano chiaramente cosa fosse il Falun Gong ed erano anche a conoscenza che i praticanti sono brave persone. La natura del PCC si basa sulla “falsità, malvagità e aggressività”, che sono assolutamente inconciliabili con i principi di “Verità, Compassione e Tolleranza”, del Falun Gong. Il PCC vuole eliminare il Falun Gong, pertanto, la sua repressione è stata pianificata con largo anticipo. Nei tre o quattro anni precedenti il 25 aprile 1999, il regime di Jiang aveva represso il Falun Gong in numerose occasioni, dando silenziosamente inizio alla persecuzione. La sua cospirazione si è gradatamente intensificata. Le autorità hanno pianificato l'arresto di 45 praticanti a Tianjin e poi hanno manipolato segretamente l'appello del 25 aprile, per soddisfare le loro esigenze di propaganda. Il 20 luglio 1999 il regime ha avviato la persecuzione pubblica ufficiale del Falun Gong, ma l'appello del 25 aprile non è il motivo per cui il PCC vuole eliminare il Falun Gong, né è stato l'inizio della persecuzione, è solo un anello importante nella trama architettata dal PCC, che era in atto da tempo.

D: Che cos'è l'Appello del 25 aprile?

R: Nove anni fa, il 25 aprile 1999, più di 10.000 praticanti del Falun Gong si sono recati volontariamente a Pechino per presentare un appello. Questo ricorso civile e pacifico, su larga scala, ha stupito il mondo ed è stato considerato un miracolo nella storia cinese. L'appello del Falun Gong del 25 aprile non fu un “assedio al complesso del governo centrale di Zhongnanhai”, come fece credere la propaganda di Jiang.

D: Perché i praticanti presentarono appello?

R: L'11 aprile 1999 He Zuoxiu scrisse un articolo intitolato “Non consiglio ai giovani di praticare il qigong”, sulla rivista Youth Overview, pubblicata dall'Istituto Normale di Tianjin. L'articolo, mentendo, diffamava il Falun Gong, i praticanti e il suo fondatore. Dopo la pubblicazione dell'articolo, alcuni praticanti di Tianjin ritennero necessario chiarire la verità ai dipartimenti governativi competenti e alla redazione della rivista. Pertanto, dal 18 al 24 aprile, alcuni praticanti si recarono all'Istituto Normale di Tianjin e ad altri dipartimenti competenti per chiarire la verità.

D: Perché si recarono a Pechino per fare appello?

R: Il 23 e 24 aprile 1999 il Dipartimento di Polizia di Tianjin inviò i reparti antisommossa per picchiare i praticanti del Falun Gong che stavano presentando ricorso. Alcuni rimasero feriti e alla fine furono arrestati 45 praticanti. Quando altri si recarono al Municipio per chiedere il loro rilascio, fu detto loro che era intervenuto il Dipartimento di Polizia, durante l'incidente, e che i praticanti del Falun Gong arrestati non sarebbero stati rilasciati senza l'autorizzazione di Pechino. La polizia di Tianjin suggerì ai praticanti: “Andate a Pechino! Potrete risolvere il problema solo andando lì”. La grave escalation della persecuzione attirò l'attenzione dei praticanti di tutto il Paese, che riposero la loro fiducia nel Governo Centrale e si recarono volontariamente all'Ufficio ricorsi del Consiglio di Stato, per cercare una giusta soluzione.

La persecuzione del Falun Gong non ha avuto inizio nel 1999. Già nei primi giorni di giugno 1996, l'Ufficio Propaganda cinese aveva dato istruzioni a tutti i livelli subordinati di stigmatizzare il Falun Gong. Il quotidiano Guangming aveva pubblicato articoli che criticavano il Falun Gong e l'Ufficio Pubblicazioni aveva vietato la pubblicazione, la distribuzione e la vendita dei libri del Falun Gong. Il PCC etichettò il Falun Gong come superstizione e “falsa scienza”. Per due anni consecutivi, il Dipartimento di Polizia fece indagini sul Falun Gong, inviando persone a osservare, fingendosi praticanti. Anche He Zuoxiu attaccò il Falun Gong sulla TV di Pechino. I praticanti continuavano a scrivere al governo centrale e ai leader governativi locali, denunciando la vera situazione, ovvero che il Falun Gong aveva apportato benefici al Paese e alla popolazione, migliorando la salute mentale e fisica delle persone. L'11 aprile 1999 He Zuoxiu scrisse un articolo su Youth Overview diffamando il Falun Gong, e alcuni praticanti di Tianjin si recarono presso i dipartimenti competenti per chiarire la verità, così la polizia arrestò i praticanti, aggravando ulteriormente la situazione.

D: Cosa volevano dire i praticanti del Falun Gong al governo?

A: I praticanti del Falun Gong volevano spiegare ai leader del Governo Centrale i fatti relativi al miglioramento della loro salute, dopo aver praticato il Falun Gong, e come i loro cuori erano stati purificati coltivando “Verità, Compassione e Tolleranza”. Volevano far sapere ai leader che la Falun Dafa è buona e come la Falun Dafa aveva migliorato il declino della moralità. Volevano spiegare che la Falun Dafa aveva portato benefici al Paese e alla popolazione.

D: I praticanti assediarono Zhongnanhai?

R: Il 25 aprile 1999 più di 10.000 praticanti del Falun Gong si riunirono vicino a “via Fuyou” a Pechino. Nonostante fossero tanti, i praticanti erano tranquilli e perfettamente ordinati. I poliziotti inviati a mantenere l'ordine pubblico, si sentirono inutili e iniziarono a parlare tra loro.

Fila di persone in perfetto ordine

Gli agenti parlavano tra loro vicino alla folla che manifestava

L'Ufficio Ricorsi del Consiglio di Stato si trovava, all'epoca, nel “viale Xi'anmen”, vicino a Zhongnanhai. L'idea originale alla base dell'istituzione del sistema di ricorso in Cina era quella di fornire un canale di comunicazione dal livello inferiore a quello superiore, per le lamentele della popolazione. Era la prima volta che più di 10.000 persone in Cina si recavano direttamente all'ufficio ricorsi di più alto livello del Paese. Ciò suscitò grande attenzione da parte dei media. Sebbene nel corso degli anni i media ufficiali cinesi e quelli stranieri abbiano assunto atteggiamenti molto diversi nei confronti di questo incidente, dalle notizie flash della stazione televisiva del governo centrale cinese e dalle immagini utilizzate si può vedere che dietro i manifestanti non c'era il muro rosso speciale di Zhongnanhai, ma era dall'altra parte della strada c'era, dove c’era l'ingresso ovest di Zhongnanhai. È risaputo che l'ingresso ufficiale di Zhongnanhai è la Porta Xinhua, che si affaccia sul viale Chang'an. In realtà, il 25 aprile nessuno dei manifestanti si radunò nel viale Chang'an, rimasero principalmente in via Fuyou e nel viale Xi'anmen; nessuno di loro si fermò accanto al muro rosso di Zhongnanhai.

D: Il premier Zhu Rongji risolse in modo adeguato l'“incidente di Tianjin” e la “manifestazione del 25 aprile”?

A: Intorno alle 8:15 del mattino del 25 aprile, l'allora premier cinese, Zhu Rongji, guidò un gruppo di persone che erano uscite dal cancello ovest per raggiungere il Consiglio di Stato dall'altra parte della strada e si presentarono davanti ai praticanti che stavano presentando ricorso. Tra i praticanti che presentavano ricorso scoppiò un applauso. Il premier Zhu chiese: “Perché siete venuti? Chi vi ha chiesto di venire?”. Molti praticanti risposero: "Siamo venuti per riferire la situazione del Falun Gong. Nessuno ha organizzato nulla per noi“. Il premier Zhu chiese di nuovo: ”Perché scrivete lettere di appello? Perché ci sono così tante persone qui?".

Numerosi praticanti risposero; uno di loro disse: “Le lettere che ho scritto potrebbero quasi riempire un sacco di iuta, ma non ho ricevuto alcuna risposta”. Il premier Zhu disse: “Ho inviato risposte al vostro problema”. I praticanti risposero: “Non abbiamo ricevuto alcuna risposta”. Il premier chiese ai praticanti di scegliere alcuni rappresentanti per entrare nel Consiglio di Stato e riferire ulteriormente la situazione.

A mezzogiorno del 25 aprile 1999 Li Chang e Wang Zhiwen dell'Associazione di Ricerca Falun Dafa e tre praticanti di Pechino entrarono nel Consiglio di Stato come rappresentanti del Falun Gong e incontrarono i funzionari governativi. I praticanti del Falun Gong presentarono tre richieste:1. Rilasciare i praticanti del Falun Gong arrestati a Tianjin;2. Creare un ambiente sereno affinché i praticanti del Falun Gong potessero praticare pubblicamente, senza timore di ritorsioni da parte del governo;3. Consentire la pubblicazione dei libri del Falun Gong.

Tra i funzionari governativi che parteciparono alla conversazione, figuravano il responsabile dell'Ufficio Ricorsi del Consiglio di Stato e i responsabili delle città di Pechino e Tianjin. Al tramonto, la città di Tianjin rilasciò tutti i praticanti del Falun Gong detenuti, secondo le istruzioni del governo centrale. In seguito, i praticanti se ne andarono in silenzio e l'intero processo si svolse in modo pacifico e ordinato.

È necessario precisare che l'Ufficio Ricorsi del Consiglio di Stato si trova all'ingresso occidentale di Zhongnanhai, altrimenti i praticanti del Falun Gong non si sarebbero avvicinati. Tuttavia, da quando è iniziata la persecuzione nel luglio 1999, i media del PCC hanno diffuso la voce che “il Falun Gong ha assediato Zhongnanhai”. Lo scopo era chiaramente quello di addossare la responsabilità ai praticanti del Falun Gong.

D: Perché Jiang Zemin, ribaltando la conclusione del Premier, decise d'intervenire con misure severe?

R: Jiang Zemin, leader del PCC, era salito al potere falsificando il proprio contesto familiare. Fu una figura centrale nella sanguinosa repressione studentesca del 4 giugno 1989, nota anche come massacro di piazza Tienanmen. Per paura e gelosia nei confronti di Zhu Rongji, che aveva risolto con successo l'incidente guadagnandosi un'enorme reputazione, Jiang Zemin ignorò le obiezioni degli altri sei membri del Comitato permanente del Politburo e decise personalmente di reprimere il Falun Gong. In una riunione del governo centrale, affermò: “Considerando la lezione storica della caduta dell'Unione Sovietica, il governo centrale ha deciso di sterilizzare il dominio dell'ideologia. Il Falun Gong sostiene ‘Verità, Compassione e Tolleranza’, il che ci dà la possibilità di sterilizzare. Possiamo dare carta bianca in questa questione di attacco. In seguito, l'esperienza che acquisiremo potrà essere applicata ad altre organizzazioni di qigong”.

Il 20 luglio 1999 il PCC ha iniziato a reprimere duramente il Falun Gong, impiegando politiche disumane come “diffamare la loro reputazione, rovinarli economicamente, distruggerli fisicamente” e “ucciderli e farlo passare come suicidio”. I media di tutto il Paese fabbricarono e diffusero intensamente ogni tipo di menzogna, come fosse un inasprimento della Rivoluzione Culturale.

D: La persecuzione continua ancora oggi?

R: Da quando il PCC ha iniziato a reprimere il Falun Gong, il 20 luglio 1999, fino ad oggi, decine di milioni di praticanti che hanno mantenuto la loro fede, sono stati condannati, mandati nei campi di lavoro e alcuni sono stati persino torturati a morte. Alcuni praticanti sono diventati senzatetto e indigenti, hanno subito il prelievo forzato dei loro organi mentre erano ancora in vita, e le loro famiglie sono state distrutte. I crimini del PCC sono troppo numerosi per poterli registrare.

Negli ultimi 8 anni, nonostante il PCC abbia rigorosamente nascosto la verità sulla persecuzione, al 25 aprile 2008 sono stati confermati 3.148 casi di praticanti del Falun Gong torturati a morte e i decessi si sono verificati in tutta la Cina.

La persecuzione procede in segreto, ininterrottamente e in modo disumano. Ogni anno migliaia di praticanti che mantengono la loro fede e dicono la verità, vengono arrestati illegalmente, condannati e inviati nei campi di lavoro; subiscono ogni tipo di persecuzione. La morte per tortura è un evento frequente, è ormai noto che il PCC possiede 36 campi di concentramento segreti. Dal 2001 i campi di concentramento hanno eseguito il prelievo forzato e venduto gli organi dei praticanti, cremando i loro corpi per distruggere le prove. Solo nel campo di concentramento di Sujiatun a Shenyang, nella provincia del Liaoning, sono stati uccisi circa 4.000 praticanti. La reale portata della persecuzione rimane un segreto gelosamente custodito, ma col tempo sarà fatta giustizia e i persecutori pagheranno il prezzo inevitabile dei loro crimini.

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