(Minghui.org) Nel periodo tra luglio 1999 e il nuovo millennio, molti praticanti della Dafa sono andati a Pechino per chiedere il diritto di praticare la Falun Dafa. Si sono fatti avanti coraggiosamente senza temere la brutale repressione del Partito Comunista Cinese. Sotto la compassionevole protezione del Maestro e la sua attenta guida, questi praticanti hanno compiuto imprese notevoli da stupire il cielo e la terra. Ripensando a questi eventi, vorrei condividere i miei ricordi con gli amici praticanti per mostrare la grandezza del Maestro e della Dafa.
Nel febbraio 1998 ho avuto la fortuna di avere l’opportunità di leggere lo Zhuan Falun e di iniziare a coltivare nella Dafa.
Negli ultimi giorni del 1999, mi sono organizzata con un’amica praticante per far sventolare una bandiera della Falun Dafa, a mezzanotte, in Piazza Tiananmen, per dare il benvenuto al nuovo millennio a tutti i praticanti della Dafa. La bandiera esponeva in primo piano, il simbolo del Falun al centro, in basso c’erano otto caratteri che recitavano: “Il Falun ruota per sempre, il potere del Budda non ha confini”. Il significato che gli attribuivo era che la Fa senza confini veglia sempre e si prende cura degli esseri senzienti.
A mezzanotte, all’inizio del nuovo millennio, io e la praticante abbiamo esposto con successo la bandiera al centro di Piazza Tienanmen. Tuttavia, in quel breve momento, a causa del nostro nervosismo non ha attirato molto l’attenzione. Anche in seguito, ho avuto comunque la percezione che il suo impatto non fosse stato così grande come avevo sperato. Mi sentivo molto in colpa e volevo rimediare, e mi chiedevo cosa avrei potuto fare. All’improvviso, mi è venuta un’idea: “Sì! Dovrei appendere la bandiera del Falun sulla Torre di Tiananmen, lasciandola sventolare lì per sempre. La Fa rettificherà l’universo. Anche se venisse tolta, la bandiera del Falun continuerà a esistere in altre dimensioni”.
Avevo deciso che l’avrei fatto, ma non avevo più la bandiera del Falun. L’altra praticante l’aveva portata con sé e il praticante di Pechino non aveva la bandiera. Cosa dovevo fare? Ho deciso che ne avrei realizzato una.
Il praticante di Pechino mi ha accompagnata in un negozio per acquistare i materiali e tutto è andato inaspettatamente bene, senza intoppi. Ho trovato tutto quello che mi serviva nel giro di due ore. Poi sono andata a casa del praticante per realizzare la bandiera del Falun, dove, insieme anche a sua moglie, abbiamo lavorato e in poco tempo l’abbiamo completata. La bandiera aveva uno sfondo bianco con l’emblema del Falun al centro. L’emblema Falun era composto da due simboli Taiji con il rosso in alto e il blu in basso, altri due simboli Taiji con il rosso in alto e il nero in basso, quattro piccoli simboli 卍 e un grande simbolo 卍 dorato al centro. La bandiera era larga circa 24 pollici (61 cm) e lunga 32 pollici (81cm). Eravamo molto soddisfatti di come era venuta. Quando l’abbiamo issata in alto, aveva un aspetto solenne e sacro. Il giorno successivo abbiamo deciso di riposarci e il 3 gennaio 2000, alle 9, ci saremo incontrati ai piedi della Torre di Tiananmen. Ho arrotolato la bandiera come una pergamena e ho lasciato la casa del praticante portandola con me.
Ho alloggiato in una pensione a pochi minuti a piedi da Piazza Tienanmen. Mentre tornavo alla pensione, riflettevo su due questioni. Innanzitutto, sapevo che la bandiera era fatta di stoffa e aveva una corda nella parte alta. Ma quando l’ho appesa, si è afflosciata e non si è aperta completamente. Mi chiedevo cosa fare. Il secondo problema era come portare la bandiera sulla Torre di Tiananmen. Chiaramente non potevo tenerla in mano, altrimenti sarei stata fermata dalle guardie.
Per risolvere il primo problema, dovevo trovare una stecca, preferibilmente sottile, che potesse passare attraverso la tasca dell’asta della bandiera. In questo modo, la bandiera si sarebbe aperta completamente una volta appesa. Con mia grande sorpresa, quando sono entrata nella mia stanza degli ospiti, ho trovato un appendiabiti di bambù nel bagno. Era piuttosto lungo e aveva una trave orizzontale. Perfetto! Sembrava che fosse stato preparato appositamente per me. Ho rimosso con cura la trave orizzontale e l’ho inserita nella tasca della bandiera. Funzionava benissimo e lo spessore era giusto per la tasca. Con questo, il primo problema era risolto.
Non avevo idea di come risolvere il secondo problema. Il giorno dopo, girovagando per le strade, sono entrata nella vicina Dashilan Shopping Street. All’improvviso, una venditrice mi ha chiamata: “Questo cappotto lungo di cotone ha una fodera rimovibile”. La parola “rimovibile” ha attirato la mia attenzione. Mi sono avvicinata per controllare. Mi ha spiegato: “Vedi, c’è una cerniera. Lo strato esterno può essere rimosso e lavato”. Ho pensato che lo spazio tra lo strato interno e quello esterno potesse essere utilizzato per nascondere la bandiera. Il cappotto costava più di 100 yuan (circa 12 €) e l’ho comprato. Ora sapevo come portare la bandiera alla Torre di Tiananmen. Tornata alla pensione, ho indossato il cappotto. C’erano due cerniere su entrambi i lati della patta anteriore. L’ho aperta leggermente dall’alto e ho messo la bandiera arrotolata all’interno, proprio in fondo all’orlo. Ho provato a indossarlo: l’ho tenuto sbottonato, con il petto aperto e le mani nelle tasche dei pantaloni. Avevo un bell'aspetto. È stato fantastico! Chi avrebbe mai pensato che potesse nascondere dei segreti all’interno? Ero emozionata. Grazie alle disposizioni del Maestro, tutto era pronto e dovevo solo aspettare il momento giusto.
La mattina del terzo giorno, mi sono lavata presto e sono uscita dalla pensione alle 7:00. Sono andata a fare colazione in un locale e mi sono seduta, ma non avevo appetito. Ho provato un senso di malinconia perché non sapevo come sarebbe finito questo viaggio. Il pensiero di essere arrestata mi ha attraversato la mente, ma l’ho subito cacciato via, non potevo permettermi di rimuginarci sopra. Dopo aver fatto colazione, alle 8:00 mi sono incamminata verso la Torre di Tiananmen.
Ho aspettato il mio amico praticante fuori dalla Torre di Tiananmen. Erano circa le 08:30 e non era ancora arrivato. Si era appena sposato e sua moglie era preoccupata per lui. Quando mi ha accompagnato a comprare il materiale, sua moglie è uscita di casa piangendo, si è inginocchiata davanti a lui e l’ha pregato di non uscire, dicendo che era troppo pericoloso. Ho capito molto bene i suoi sentimenti. Non era una praticante della Dafa. Di fronte alla possibilità di essere separata in qualsiasi momento, si sentiva impotente, frustrata e sofferente. Ho deciso di non aspettarlo e di procedere col piano da sola.
Sono entrata dal cancello della torre e la biglietteria si trovava proprio là. Alcune persone erano già in coda per acquistare i biglietti, così mi sono unita alla fila. Poiché era molto presto, non c’era molta gente. Dopo aver acquistato il biglietto, mi sono messa in fila per entrare nella torre. Diverse persone sorvegliavano il cancello e ritiravano i biglietti. Una guardia su ogni lato controllava gli effetti personali dei turisti e li perquisiva. Inoltre, i turisti dovevano gridare qualcosa che diffamava il Falun Gong prima di poter passare. Mi sono chiesta: “Cosa dovrei fare?”. Che coincidenza! Proprio in quel momento, ho notato davanti a me un gruppo di turisti della provincia del Guangdong. Stavano discutendo con il guardiano. La guida turistica spiegava al guardiano: “Vengono tutti dal Guangdong e non sanno parlare il mandarino. Non ci saranno problemi, vero? Per favore, lasciateli passare”. Fantastico! Mi trovavo per caso dietro il loro gruppo e potevo parlare alcune semplici parole in cantonese. Il guardiano non avrebbe capito cosa avrei detto. Com’era possibile che tutto fosse organizzato in modo così perfetto?
Quando mi sono avvicinata al posto di controllo, una guardia mi ha chiesto di alzare il braccio mentre mi perquisiva la parte superiore del corpo. In cantonese, ho detto con dignità: “Il Falun Gong non è una setta”. Sorprendentemente, mi è stato permesso di passare! La mia precedente esperienza di vita e di lavoro nel Guangdong sembrava avermi preparato a questo momento.
Passando davanti al soldato, che si trovava proprio accanto all’ingresso, mi sono incamminata direttamente verso la Torre di Tienanmen e ci sono salita. Lì ho trovato un passaggio orientato in direzione est-ovest, largo circa uno o due metri, dove erano radunati i turisti che si affacciavano su Piazza Tienanmen dall’alto della torre. Sul lato nord del passaggio si trovava la sala espositiva, mentre sul lato sud c’era una ringhiera di marmo bianco. Ogni poche sezioni della ringhiera metteva in evidenza una colonna quadrata di marmo bianco.
Ho trovato la colonna di marmo bianco al centro, e l’ho scelta per appendere la bandiera. Dalla ringhiera ho guardato giù verso sud e ho visto che c’era un altro passaggio, orientato da est a ovest, largo circa uno o due metri. Il lato sud era collegato alla parete più esterna dove era esposto il ritratto di Mao Zedong. I soldati stavano in piedi sull’ampio passaggio, uno ogni pochi metri, a sorvegliare i turisti. Quando sono arrivata, c’erano quattro soldati, uno a ogni estremità e gli altri due in piedi al centro. Ho notato molti agenti in borghese tra la folla del passaggio. Sembravano piuttosto nervosi e gridavano spesso nei loro microfoni, come se stessero anticipando qualcosa. Un pensiero mi è balenato in mente: “Devo appenderla! Devo andarmene sana e salva!”.
Ho notato che nel passaggio sembravano esserci due gruppi di turisti, tutti accalcati al centro della ringhiera di marmo bianco, che guardavano il paesaggio e scattavano foto. Dopo circa 20 minuti, il passaggio è diventato improvvisamente molto silenzioso. Tutti sono entrati nella sala espositiva come se avessero seguito un unico comando. Solo un bambino di sette o otto anni era rimasto in piedi sotto la colonna di marmo bianco al centro della ringhiera. Ho pensato tra me e me: “Passiamo all’azione! Lasciamo che questo bambino sia un testimone!”
Mi sono messa accanto al bambino dando le spalle alla sala espositiva. Rapidamente, ho estratto la bandiera dallo scomparto interno del mio cappotto. Sollevando con la mano destra la corda che pendeva, ho tenuto la bandiera arrotolata con la mano sinistra. In un attimo, ho alzato la mano destra e attaccato la corda alla colonna centrale di marmo bianco. Con la mano sinistra, ho sollevato rapidamente la bandiera sopra la ringhiera di marmo bianco e l’ho posizionata verso il lato meridionale della ringhiera, di fronte a Piazza Tienanmen. L’ho lasciata andare, liberandola, e facendo rapidamente un passo indietro, mi sono allontanata dalla ringhiera. Dopo uno o due secondi, ho sentito il suono di “puff puff”: la bandiera del Falun si era dispiegata, rivolta verso la piazza come previsto. La solenne bandiera del Falun era appesa alla Torre di Tiananmen e il Falun rotante sarebbe esistito per sempre in altre dimensioni dell’universo!
Mi sono girata e sono entrata nella sala delle esposizioni. Circa dieci minuti dopo, ho sentito qualcuno gridare, seguito da un rapido calpestio di passi e da persone che correvano in tutte le direzioni. Dato che molte persone sono corse là, dovevano aver scoperto la bandiera del Falun. Sono scesa rapidamente dalla Torre di Tiananmen.
Ho guardato la Torre di Tiananmen dal sottostante Golden Water Bridge, e avevo la sensazione che il sacro Falun stesse volando lì! Quando sono uscita verso l’ingresso della Torre di Tiananmen, ho visto i praticanti di Pechino accorrere. Era ancora presto, erano solo le 09:00 del mattino. Io e il mio amico praticante ci siamo goduti felicemente il sole del mattino, poi abbiamo lasciato la zona.
Mentre ripenso a questi fatti del passato, capisco che tutte le predisposizioni sono state perfette. Ho percepito nuovamente l’immensa e sconfinata compassione del Maestro!
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