(Minghui.org) Il 4 agosto scorso la signora Qi Ling, una 67enne di Wuhan, nella provincia dell'Hubei, è stata condannata a tre anni e nove mesi perché pratica il Falun Gong. La sua famiglia si sta preparando a presentare ricorso contro la sentenza.
La signora è stata denunciata per aver parlato del Falun Gong con la gente del suo quartiere la sera del 5 giugno dello scorso anno. La mattina successiva tre agenti l'hanno aspettata fuori casa, nel tentativo di arrestarla. Lei, però, non è uscita per tutto il giorno, quindi la polizia ha fatto irruzione in casa sua nel tardo pomeriggio e ha interrotto l’erogazione dell'acqua e della corrente elettrica. Le ha anche confiscato il computer, il cellulare, il lettore multimediale e i libri del Falun Gong.
La polizia ha poi sottoposto il caso alla Procura distrettuale di Hongshan e il procuratore Zhang Lirui l'ha incriminata. Il caso è stato assegnato al giudice Guo Chunzhi del Tribunale distrettuale di Hongshan.
Il processo si è tenuto il 26 marzo di quest'anno. Il suo avvocato ha presentato una dichiarazione di non colpevolezza per suo conto e lei ha anche testimoniato in propria difesa. Il 4 agosto la famiglia è stata informata della sua condanna a tre anni e nove mesi. È ancora rinchiusa presso il Centro di detenzione di Wuhan, in attesa dell'esito del suo appello.
La signora Qi ha iniziato a praticare il Falun Gong nel maggio 1994 e si è presto ripresa dai suoi numerosi disturbi, tra cui una grave anemia e un problema allo stomaco. Dopo l'inizio della persecuzione nel 1999, è rimasta salda nella sua fede e per questo è stata condannata a un anno di lavori forzati e a tre anni e mezzo di carcere. Il suo ultimo arresto è avvenuto solo quattro anni dopo il suo rilascio dal carcere.
L'8 dicembre 1999 si è recata a Pechino per fare appello in favore del Falun Gong, ma è stata arrestata e trattenuta presso l'Ufficio di collegamento della provincia dell'Hubei a Pechino. La polizia l'ha picchiata e ammanettata dietro la schiena, poi l'ha riaccompagnata a Wuhan e rinchiusa nel Centro di detenzione femminile locale per 27 giorni.
Il 12 maggio 2000 è stata nuovamente arrestata. Durante i sette mesi di reclusione presso il Centro di detenzione femminile di Wuhan, è stata legata a una tavola di legno, a gambe divaricate in posizione di aquila aperta, 24 ore su 24. Le guardie le hanno tolto i pantaloni e praticato un foro nella tavola di legno per raccogliere urina ed escrementi.
All'inizio del 2001 il Dipartimento di polizia del distretto di Wuchang l'ha condannata a un anno di detenzione nel Campo di lavoro forzato di Hewan, dove era sorvegliata 24 ore su 24 dai detenuti del campo, costretta a guardare video di propaganda che diffamavano il Falun Gong e a rinunciare alla pratica. Le torture le hanno causato una frattura alla spina dorsale che l’ha resa inferma per sei mesi.
Il terzo arresto risale al 10 dicembre 2006, per aver distribuito materiale del Falun Gong. È stata rinchiusa nel Carcere femminile di Erzhigou per 15 giorni e poi portata al Centro per il lavaggio del cervello di Yangyuan, dove è rimasta per altri tre giorni.
La persecuzione a lungo termine contro di lei ha causato un enorme disagio mentale al padre e ne ha minato la salute. L'uomo è morto nel 2008.
La donna è stata arrestata per la quarta volta il 21 dicembre 2013. Mentre era nel Centro per il lavaggio del cervello di Yangyuan per un periodo di tempo imprecisato, è stata monitorata dal personale 24 ore su 24 e le è stato ordinato di scrivere dichiarazioni di rinuncia al Falun Gong.
Il quinto arresto risale al 23 dicembre 2016, dopo essere stata denunciata per aver parlato del Falun Gong. È stata condannata a tre anni e mezzo nel Carcere femminile provinciale dell'Hubei. Ha scontato l'intera pena ed è stata rilasciata il 22 giugno 2020.
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