(Minghui.org) Lo scorso 15 luglio Jiang Dexin, della città di Fushun nella provincia del Liaoning, ha saputo di essere stato condannato a nove anni di prigione per la sua fede nel Falun Gong. L'uomo ha presentato ricorso in appello contro l'ingiusta condanna.
La notte del 26 ottobre dell'anno scorso Dexin era a casa, quando è stato arrestato da un gruppo di agenti della città di Chengde, nella provincia dell'Hebei, a quasi 400 miglia (circa 650 chilometri) di distanza. L'uomo è stato trattenuto per tutta la notte nel Centro di detenzione della città di Fushun e, il giorno seguente, è stato interrogato. Il 28 ottobre è stato trasferito nel Centro di detenzione della città di Chengde.
Nel mese di marzo di quest'anno la Procura distrettuale di Shuangqiao, nella città di Chengde, ha incriminato il signor Jiang. Il 4 luglio l'uomo è stato processato dal tribunale locale. Il giudice presidente lo ha accusato di “istigazione, assembramento e organizzazione di attività volte a minare l'applicazione della legge”.
Il signor Jiang ha testimoniato in propria difesa e il suo avvocato ha presentato per lui un'istanza di non colpevolezza. Il giudice non ha permesso loro di presentare le argomentazioni difensive, né di far comparire i loro testimoni in tribunale, per essere sottoposti al controinterrogatorio.
Non è chiaro quali prove abbia presentato il pubblico ministero per collegare il signor Jiang, che non è originario della zona, alla provincia dell'Hebei.
Pochi giorni dopo l'udienza il pubblico ministero ha chiesto una pena da sette a 10 anni e il giudice ha emesso una sentenza di nove anni, oltre a una multa di 20.000 yuan (circa 2.430 euro). Lo scorso 15 luglio l'avvocato del signor Jiang gli ha comunicato il verdetto.
Mentre viene ancora trattenuto nel Centro di detenzione della città di Chengde, Dexin è in attesa del responso relativo al suo ricorso in appello.
Non è la prima volta che il signor Jiang viene incarcerato per la sua fede nel Falun Gong, che ha iniziato a praticare nel marzo 1998 e al quale attribuisce il merito di averlo aiutato a smettere di rubare. Da giovane era un ladro; ha trascorso la sua adolescenza e la sua giovinezza in vari centri di detenzione. Dopo aver conosciuto il Falun Gong, si è reso conto che ciò che stava facendo era sbagliato e ha smesso di rubare.
Dopo l'inizio della persecuzione del Falun Gong nel luglio 1999, il signor Jiang ha mantenuto salda la sua fede ed è stato ripetutamente preso di mira. Nel 2000 è stato arrestato e condannato a otto anni di pena detentiva.
Alcune guardie della seconda Prigione della città di Shenyang ricordavano ancora il signor Jiang dalla sua gioventù e gli hanno chiesto cosa lo avesse portato di nuovo lì. Ha risposto che questa volta era stato incarcerato per aver cercato di essere una persona migliore attraverso la pratica del Falun Gong.
Nel mese di dicembre 2007 l'uomo è stato trasferito alla Prigione di Nanguanling e costretto a svolgere lavori forzati, tutti i giorni dalle 6:00 alle 18:00. La sera veniva sottoposto a varie forme di abuso, tra cui scariche elettriche, percosse selvagge e privazione del sonno.
Intorno al mese di ottobre 2008 il signor Jiang è stato rilasciato, solo per essere nuovamente arrestato il 15 aprile 2012, durante un'operazione di polizia che ha portato all'arresto di quasi 100 praticanti del Falun Gong. Dexin è stato torturato per un'intera notte. A causa delle torture, è svenuto diverse volte, ha perso alcuni denti e ha riportato contusioni su tutto il corpo.
Il 25 dicembre 2012 è stato processato dal Tribunale distrettuale di Shenhe e, nel mese di marzo 2013, è stato condannato a sei anni. Il 10 luglio 2013 il signor Jiang è stato rinchiuso nella Prigione di Dongling.
Le guardie carcerarie hanno sottoposto Dexin e altri praticanti a varie forme di abuso: strappare loro i peli pubici, inserire bastoncini di bambù nell'uretra, costringerli a bere una zuppa di urina e feci, colpirli con i bastoni elettrici, a volte legando un filo metallico al loro pene prima di applicare la corrente elettrica, versar loro addosso acqua fredda, picchiarli, schiaffeggiarli e privarli del sonno.
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