(Minghui.org) Molte persone hanno difficoltà a capire il motivo per cui il Partito Comunista Cinese (PCC) e il suo ex capo, Jiang Zemin, iniziarono una violenta persecuzione nei confronti di un gruppo di persone che praticano una meditazione pacifica come il Falun Gong. Questa persecuzione non solo mette a rischio la vita di decine di milioni di praticanti, ma per molti cinesi si tratta dell’ennesima violenza subita. Sconvolti da quest’ultima brutalità del Partito, da aprile 2015 oltre 200 milioni di cinesi hanno lasciato il PCC e le sue organizzazioni affiliate.

Perché il Partito ha lanciato una repressione così distruttiva? La persecuzione fu ordinata dal leader del Partito. Riesaminando i documenti storici dall'inizio della persecuzione , siamo in grado di isolare i chiari casi di abuso di potere di Jiang. Proprio come il suo predecessore Mao Zedong, Jiang non si è fermato di fronte a nulla pur di portare avanti il suo personale programma politico.

Interferire con il Consiglio di Stato

Dopo che dei praticanti vennero arrestati e detenuti a Tianjin il 23 aprile 1999, mentre facevano pacificamente appello contro il duro trattamento ricevuto da alcuni funzionari locali, furono avvisati di recarsi a Pechino per portare avanti l’appello.

Dato che l'Ufficio Ricorsi era sotto la supervisione del Consiglio di Stato, il premier Zhu Rongji incontrò i rappresentanti dei praticanti il ​​25 aprile e assicurò che erano liberi di seguire la propria fede. Aggiunse che i funzionari in causa avevano agito fuori linea.

Un portavoce dell'Ufficio Appelli fece anche un annuncio ribadendo la politica cinese sulla libertà di credo.

Molti mezzi di informazione stranieri riportarono il fatto ritenendolo un miglioramento nel governo cinese. Purtroppo però Jiang non fu contento di questo risultato.

Secondo un documento pubblicato su Epoch Times, Jiang inviò una lettera a ciascun membro del Politburo centrale quella stessa notte. Nella lettera attaccò il Falun Gong.

Durante un incontro il giorno dopo, Zhu Rongji disse che i praticanti del Falun Gong volevano solo migliorare la loro mente e il loro corpo.

"Non ha senso affermare che essi abbiano un programma politico", disse Zhu. "Dovremmo semplicemente lasciare le cose come stanno".

Ma Jiang balzò in piedi e puntò il dito contro Zhu.

"Sciocchezze! Sciocchezze! Questo è un problema critico che coinvolge la vita e la morte del nostro Partito. Alcuni dei nostri compagni non hanno davvero sensibilità politica", disse.

Incaricò poi Luo Gan, ex segretario del Comitato Politico e Legislativo (PLAC), di indagare sul Falun Gong nei dettagli.

"Questa deve essere la nostra priorità! Dobbiamo indagare su ogni dettaglio e non omettere nulla!", gridò Jiang.

Conoscendo la natura non politica del Falun Gong, tutti i membri del Comitato Permanente del Politburo, tranne Jiang, non furono d’accordo nel sopprimere il Falun Gong. Jiang si trovò in minoranza 6 contro 1.

Ma questo non lo fermò. Con una mossa degna del suo predecessore Mao, Jiang creò una task force speciale soprannominata “Ufficio 610", dalla data della sua costituzione, il 10 giugno. L'ufficio opera come un'entità extralegale con il potere di scavalcare l'autorità esecutiva e giudiziaria a tutti i livelli, ed era l'esecutore principale della volontà di Jiang riguardante la persecuzione.

Dirottare il Sistema Legislativo

Sebbene Jiang diede l'ordine di avviare la persecuzione del Falun Gong il 20 luglio 1999, non vi era alcuna base giuridica per una soppressione su scala così ampia. Così decise di realizzarne una sua.

Sotto sue istruzioni il Congresso nazionale del popolo approvò una legge "anti-sette" il 30 ottobre 1999. Anche se una normativa ex post facto, o comunque retroattiva è generalmente vietata in tutto il mondo giuridico, Jiang e i suoi seguaci usarono questo sistema contro i praticanti del Falun Gong.

In base a tale legge Wang Zhiwen e altri tre membri della Società di Ricerca della Falun Dafa vennero condannati a 18 anni di reclusione. Luo Gan scelse strategicamente la data del processo il 26 dicembre 1999, la domenica dopo Natale, quando la maggior parte dei giornalisti occidentali non lavoravano.

Più di 300 praticanti si recarono ​​sul posto per poter assistere come spettatori al processo secondo il protocollo del tribunale, ma tutti vennero arrestati e successivamente trasferiti nei centri di detenzione o nei campi di lavoro.

Jiang non agì nemmeno secondo le proprie regole quando si trattò di mettere in pratica la sua stessa legge. Anche se la legge dichiarava solo alcune azioni illegali, che i praticanti non commisero, Jiang e la sua propaganda mediatica abusarono della legge, sostenendo che tutti i praticanti del Falun Gong erano criminali.

Negli ultimi 16 anni la maggior parte dei praticanti che hanno ricevuto una condanna ufficiale sono stati condannati ai sensi dell'articolo 300 del codice penale cinese. Anche se la Procura Suprema Cinese e la Corte Suprema pubblicarono interpretazioni giudiziarie che accusavano il Falun Gong, tali azioni erano in realtà illegittime, in quanto secondo il diritto cinese queste interpretazioni dovrebbero essere accordate dall’organo legislatore.

Inoltre l'articolo 36 della Costituzione cinese protegge chiaramente la libertà di credo. Ciò significa che la soppressione dei praticanti del Falun Gong solamente a causa della loro fede non ha valore legale.

Manipolare il potere militare

In qualità di presidente della Commissione militare centrale (CMC) tra il 1989 e il 2004, Jiang abusò del suo potere militare al fine di avviare e intensificare la persecuzione.

Dopo che gli altri sei membri del Comitato permanente del Politburo respinsero la proposta di persecuzione di Jiang ai danni del Falun Gong, si rivolse a Liao Xilong, Comandante della Regione Militare di Chengdu e Vice Segretario della Commissione del Partito. Liao lavorò in accordo con la Divisione Intelligence nella Regione Militare di Chengdu e produsse notizie a sostegno del fatto che il Falun Gong aveva intenzione di rovesciare il PCC. Utilizzando queste informazioni Jiang mise sotto pressione tutti i membri permanenti del Politburo costringendoli ad appoggiare la persecuzione.

Poco dopo la protesta pacifica del 25 aprile, Jiang ordinò anche a Zhang Wannian, vice presidente della CMC, di preparare immediatamente le forze di polizia e i militari armati della nazione per una campagna contro il Falun Gong. Il Dipartimento di Stato Maggiore e il Dipartimento politico generale emisero immediatamente un ordine urgente che vietava al personale di servizio attivo, in pensione e al personale militare e alle loro famiglie la pratica del Falun Gong. Questo ordine venne più volte sottolineato a tutti i livelli del PLA (Liberazione del Popolo).

Anche se la persecuzione venne avviata con tutta la sua forza nel 1999, la costosa campagna incontrò alcune resistenze nel 2000 da molte persone stanche delle continue ingiuste persecuzioni.

Jiang e il suo regime misero poi in scena l’autoimmolazione di piazza Tiananmen il 23 gennaio 2001, dove si disse che i praticanti del Falun Gong si erano cosparsi di benzina e si erano dati fuoco in nome della loro fede. Questa orribile propaganda venne usata come ulteriore lavaggio del cervello dei cinesi e portò la persecuzione ad un nuovo livello.

Fuori dalla Cina questo incidente si rivelò presto una bufala, come dimostra il pluripremiato documentario Fuoco Falso. Quando alcuni praticanti aggirarono la propaganda dei media controllati dallo Stato per trasmettere la verità nella città di Changchun il 5 Marzo 2002, Jiang ordinò ai militari della zona di prepararsi al combattimento. Sia i militari della città di Changchun che le forze di polizia della provincia di Jilin si prepararono al combattimento.

Liu Jing, direttore dell'Ufficio 610 e Vice Ministro del ministero di Pubblica Sicurezza, si recò personalmente a Changchun per seguire i fatti. Nel giro di alcuni giorni circa 5.000 praticanti del Falun Gong vennero arrestati, e sette morirono a causa delle torture mentre si trovavano in custodia dalla polizia.

Inoltre la forza militare giocò anche un ruolo critico negli espianti di organi dai prigionieri di coscienza, nella censura su internet e nel tentato assassinio del signor Li Hongzhi, fondatore del Falun Gong.

Promuovere i principali esecutori

Dopo che Liao fornì le false informazioni di intelligence per Jiang, venne promosso a direttore del Dipartimento Generale Logistica del PLA e divenne un membro della Commissione militare centrale del Partito. In seguito svolse un ruolo determinante per il commercio di organi, fornendo l’adeguato sostegno militare.

Un altro esempio di qualcuno che ebbe una svolta nella sua carriera politica schierandosi dalla parte della persecuzione è Bo Xilai, sindaco di Dalian, quando Jiang visitò la città nel mese di agosto del 1999.

"Sii duro con il Falun Gong e sarai premiato con una promozione", gli disse Jiang.

Bo prese sul serio queste parole. Ordinò immediatamente l'espansione delle prigioni e dei campi di lavoro, al fine di ospitare un maggior numero di praticanti. Le sue strategie di lavaggio del cervello nel Campo di Lavoro Masanjia vennero utilizzate come modello a livello nazionale.

Bo venne presto promosso a governatore della provincia di Liaoning.

Il suo ruolo chiave nel prelievo di organi dai praticanti e delle esposizioni dei loro corpi ha portato ad uno dei capitoli più oscuri della storia della civiltà umana.

Prima che Jiang si dimettesse da leader del PCC nel 2004, mise i suoi aiutanti più fidati nelle posizioni più elevate espandendo il Comitato permanente del Politburo formato da 7 membri per includerne 9.. In questo modo fu in grado di continuare a influenzare la politica della Cina e sostenere la sua persecuzione del Falun Gong.

Molti di questi esecutori della soppressione sono stati recentemente rimossi a causa di varie lotte politiche interne. Wang Lijun, capo della polizia della città di Chongqing, è stato condannato nel settembre 2012, Bo è stato riconosciuto colpevole di corruzione e condannato all'ergastolo. Li Dongsheng, Vice Ministro del Ministero di pubblica sicurezza e direttore dell’ufficio 610, è stato rimosso e messo sotto inchiesta nel dicembre 2013. Xu Caihou, vice presidente della CMC, è morto di cancro a marzo 2015 mentre veniva processato da una corte marziale.

Anche Zhou Yongkang, ex membro del Comitato permanente del Politburo e segretario della commissione politica centrale e degli affari legali (PLAC, 2007-2012) è stato accusato di corruzione, abuso di potere e divulgazione intenzionale di segreti di Stato.

Anche se le accuse a loro carico non comprendono la persecuzione del Falun Gong o il commercio illegale di organi, non ci vorrà molto perché la verità venga a galla.

Dopo aver vietato il Falun Gong nel luglio 1999 Jiang affermò: "Credo che il PCC non possa non sconfiggere il Falun Gong!".

Sedici anni sono passati. Oltre 200 milioni di persone hanno lasciato il PCC e le sue organizzazioni affiliate. L’arroganza e il disprezzo di Jiang nei confronti dei principi del Falun Gong di Verità, Compassione e Tolleranza, i principi in linea con i valori tradizionali e il bene comune, alla fine porterà alla sua rovina, insieme a quella del Partito.

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