(Minghui.org) Il 24 maggio segna una grande festa bulgara dedicata all'educazione, alla cultura e all'alfabeto cirillico. I praticanti del Falun Gong della città di Sofia, in Bulgaria, hanno colto questa opportunità per sensibilizzare cittadini e turisti, sulla brutale e non molto conosciuta persecuzione del Falun Gong in Cina.

I praticanti hanno esposto i loro striscioni sulla strada commerciale più frequentata del centro di Sofia, informando i passanti sulla persecuzione in atto da vent'anni in Cina a scapito dei praticanti del Falun Gong. Le camicie gialle dei praticanti spiccavano tra la folla, attirando l'attenzione di molte persone così come un manifesto che riportava i prezzi per i vari trapianti d'organo in Cina. Un dipinto che ritrae l'immagine di una bambina in lacrime che tiene tra le mani un'urna, facente parte dell'Esposizione Internazionale dell'Arte di Zhen, Shan, Ren, ha catturato l'interesse di molti.

I cittadini hanno firmato volentieri la petizione che chiede di fermare la persecuzione, incluse alcune persone del movimento "We Write in Cyrillic", un'organizzazione giovanile del Partito Socialista in Bulgaria, che discende dall'ex partito comunista;dopo aver appreso i fatti, hanno condannato i crimini commessi contro i praticanti che seguono i principi di Verità, Compassione e Tolleranza.

Un giovane scrittore olandese, trasferitosi in Bulgaria, voleva sapere dove poter imparare gli esercizi.

Una giovane donna era molto interessata a conoscere i fatti che riguardano la persecuzione del Falun Gong in Cina e a tal proposito ha preso i volantini informativi per tutta la sua famiglia; ha condiviso la sua storia di mediatrice in una faida che dura da molto tempo tra due famiglie, esprimendo la speranza che i principi di Verità, Compassione e Tolleranza, la possano aiutare nel riuscire nella sua impresa.

Una coppia di anziani, che ricordava i tempi passati dell'era del comunismo, in un primo momento ha detto:“Forse i bulgari non dovrebbero essere coinvolti nei problemi di un Paese così prospero come la Cina”, ma dopo aver ascoltato dai praticanti i dettagli della persecuzione, la moglie ha deciso di sottoscrivere la petizione, perché lei stessa aveva sperimentato in prima persona la crudeltà del regime comunista.

Molte persone sono rimaste colpite dalle informazioni del prelievo forzato degli organi, pubblicate per la prima volta nel 2006 nel rapporto BloodyHarvest, daDavid Kilgour e David Matas, entrambi impegnati da molto tempo nel salvaguardare i diritti umani. Il rapporto desume che la fonte di molti degli organi utilizzati nei 41.500 trapianti effettuati tra il 2000 e il 2005 in Cina, derivavano quasi certamente dai prigionieri di coscienza del Falun Gong.

I dati sono stati raccolti dai due attivisti per i diritti umani che hanno visitato più di dieci Paesi nel mondo per raccogliere le testimonianze dei praticanti del Falun Gong sopravvissuti ai campi di lavoro cinesi e poi fuggiti all'estero.