(Minghui.org) Da quando nel luglio 1999 il Partito Comunista Cinese ha iniziato la persecuzione contro il Falun Gong, Zhang De, praticante del Falun Gong della cittadina di Haicheng, nel comprensorio di Anshan (Liaoning), è stato perseguitato svariate volte.

Zhang è nato nel 1972 ed è un artista di professione. Nel 1998, dopo essersi congedato dall'esercito, si è sottoposto a un intervento chirurgico importante; poi, non appena dimesso dall'ospedale ha iniziato a praticare il Falun Gong e ha recuperato rapidamente la salute.

Per aver rifiutato di rinunciare alla sua fede, il praticante è stato condannato nel 2000 a due anni di lavori forzati e nel 2003 a dieci anni di reclusione. Nel 2016 è stato nuovamente condannato a quattro anni e mezzo di carcere e multato di 5.000 yuan (circa 4.310 euro). Attualmente è detenuto nella divisione n. 5 della prigione di Kangjishan a Shenyang.

Zhang De

Quanto segue è un rapporto dettagliato della brutale persecuzione che l'uomo ha subito sotto la custodia della Polizia.

Primo arresto e campo di lavoro forzato

Nel 2000 Zhang è stato arrestato per la prima volta e condannato a due anni di lavori forzati da scontare nel campo di Yuemingshan. I dettagli delle torture che ha subito in quella struttura sono attualmente sconosciuti.

Secondo arresto nel 2002 e le conseguenti torture

Nel 2002, poco dopo essere stato rilasciato dal campo di lavoro, Zhang è stato arrestato una seconda volta e portato alla Stazione di Polizia, dove è stato incatenato ed è svenuto dopo che gli agenti gli hanno messo un sacchetto di plastica sulla testa nel tentativo di soffocarlo.

Ricostruzione della tortura: Busta di plastica sopra la testa

Più tardi i poliziotti l'hanno colpito alla testa molte volte come se fosse un sacco di sabbia. Poi, per assicurarsi che nessuno assistesse all'abuso, Liu Ling, l'ufficiale donna responsabile, ha cacciato fuori tutti gli altri.

Successivamente è stato inviato al centro di detenzione di Haicheng.

Quando era nel centro una guardia carceraria e il suo assistente hanno usato due bastoni elettrici per ustionargli la bocca, il collo, la testa e la pelle esposta, causandogli la formazione di vesciche nelle varie parti del corpo. In seguito è stato incatenato e legato a una grossa palla di ferro, e di conseguenza ha riportato la lacerazione della pelle dei piedi, delle mani e del collo.

Ricostruzione della tortura: Ustionato con il bastone elettrico

Nel 2003 il Tribunale di Haicheng ha condannato Zhang a dieci anni di reclusione da scontare nel carcere di Wafangdian.

In seguito è stato trasferito nella prigione n. 2 di Shenyang, dove è stato privato del cibo e dell'uso del bagno. È stato anche ustionato con i manganelli elettrici, costretto a stare fermo in piedi o accovacciato per lunghi periodi, ammanettato, legato, sottoposto all'alimentazione forzata, e ammollato con acqua sia bollente che fredda.

Ricostruzione della tortura: Sottoposto all'alimentazione forzata

L'uomo è stato imprigionato insieme ad altri ventisette praticanti, e a ciascuno di loro sono stati assegnati due detenuti per controllare i loro spostamenti.

In ogni momento la Polizia istigava un gruppo di detenuti a picchiarlo, e in tre circostanze è stato gravemente menomato. Una volta ha perso la temporaneamente memoria dopo che un detenuto gli ha colpito la nuca, facendolo svenire.

Zhang ha allora iniziato uno sciopero della fame ed è stato brutalmente alimentato con la forza dai detenuti senza la presenza del personale medico. Durante la tortura il tubo è penetrato in un polmone provocando un sanguinamento interno, ma nonostante la lesione è stato rinchiuso nel piano interrato anziché essere portato in ospedale, e perciò la ferita si è infettata e a gli causato la febbre.

Durante il periodo del Capodanno cinese nel 2004, quando il praticante non ha salutato la guardia carceraria Lǚ Chuangui, augurandole un felice anno nuovo, questa ha istigato alcuni detenuti per picchiarlo con delle mazze di legno.

In seguito un detenuto ha pensato di togliergli i vestiti e versargli addosso dell'acqua fredda, ma poiché gli mancava il necessario ha deciso di farlo il giorno successivo.

Incapace di sopportare ulteriormente l'umiliazione, Zhang ha allora tentato il suicidio [Sebbene l'intenzione del praticante sia stata una conseguenza della brutale persecuzione, gli insegnamenti del Falun Gong proibiscono tassativamente il suicidio,ndr]. Dopo che poi è stato salvato, i detenuti che lo hanno torturato hanno goduto di una riduzione delle loro condanne per il fatto di essersene accorti in tempo.

All'uomo non è stato inoltre fornito alcun bene di prima necessità e gli è stato negato di prendere anche quelli che la sua famiglia gli aveva portato in prigione; gli è stato permesso solo di comprarli nello spaccio del carcere.

L'imprigionamento a lungo termine e la mancanza di luce del sole hanno causato la formazione di acne suppurativa sul suo corpo e il rigonfiamento delle sue gambe.

Nel luglio 2004 un capo sezione ha istigato il detenuto Wang Tao a colpirgli la tibia con uno sgabello di legno, provocandogli delle lesioni. Quella notte il capo era ubriaco e dopo averlo trascinato nella sua stanza, l'ha ammanettato e ustionato con un bastone elettrico; poi ha minacciato di ucciderlo con la sua pistola, dichiarando in seguito in pubblico che era lui a essere stato aggredito.

 Ricostruzione della tortura: Ammanettato e incatenato

Nei tre mesi successivi il capo ha ordinato a un detenuto di far sedere Zhang, che veniva tenuto legato, su ciò che è chiamato uno “sgabello stretto”, tortura che gli ha causato il sanguinamento rettale e l'ingrossamento dei linfonodi inguinali. Allo stesso tempo non gli è stato permesso di usare il bagno.

La guardia Lǚ ha quindi istituito un gruppo di cinque detenuti appositamente per torturare i praticanti. A queste cinque persone è stata data una stanza privata dove potevano bere, cucinare, mangiare, giocare a carte e usare computer e telefoni, e allo stesso tempo picchiare i praticanti. È stato promesso loro che se riuscivano a “trasformare” un praticante (costringerlo a rinunciare alla propria fede), la loro condanna sarebbe stata ridotta di un anno e mezzo.

Nel dicembre 2007 Zhang è stato trasferito alla divisione n. 6 della prigione n. 2 di Shenyang.

Una volta un detenuto ha pensato che non fosse seduto correttamente e l'ha percosso ferocemente, provocandogli ferite alle costole e il rigonfiamento dei testicoli.

In un altra circostanza un detenuto l'ha invece picchiato fino a perforargli il timpano destro. Una guardia l'ha poi rinchiuso in una stanza nel tentativo di impedire che la notizia della lesione che aveva riportato si diffondesse.

Tuttavia, a causa della gravità della ferita, è stato successivamente portato in ospedale, dove hanno confermato che il timpano era stato perforato. Zhang ha pensato allora di denunciare il detenuto, ma la sua richiesta è stata ignorata.

Quando poi ha appreso che c'era una prova della diagnosi della lesione da lui subita, le guardie hanno negato la sua esistenza. Più tardi la prigione l'ha costretto a firmare un documento di risarcimento e a informare le altre parti che era stato tutto risolto. In seguito i secondini, dopo essersi ubriacati, l'hanno schernito facendo finta di controllargli l'orecchio per poi dire che era tutto apposto.

Il detenuto che l'ha ferito è stato premiato con una riduzione della condanna, mentre la guardia Xu Guoliang, che ha istigato il pestaggio, è stata trasferita in un'altra area.

Il posto di Xu è stato preso da un'altra guardia di nome Jin Xin, la quale ha torturato il praticante insieme ad altri cinque secondini e due detenuti.

Per cercare di “trasformarlo” le guardie hanno usato manganelli elettrici, acqua alla senape, acqua bollente, corde, una griglia elettrica (per disidratarlo), un accendino (per bruciargli le dita) e un nastro (per tappargli il naso e la bocca). Jin ha anche coperto le finestre della sala delle guardie con un panno nero e messo la musica a tutto volume in modo che da fuori non si potesse vedere né sentire nulla.

Nella stanza gli hanno versato l'acqua alla senape attraverso il naso, facendolo lacrimare, e quando non è più stato in grado di respirare, sei guardie hanno iniziato a ustionarlo contemporaneamente con i bastoni elettrici. Quando si sono stancati hanno ordinato a due detenuti di subentrare al loro posto e di privarlo del sonno. Dopo alcune notti insonni Zhang ha iniziato a perdere il senso dell'orientamento.

Quando poi Jin è andato a riposarsi ha consegnato i manganelli elettrici ai detenuti, i quali più tardi hanno versato dell'acqua bollente sul corpo dell'uomo e dell'acqua fredda sulla sua testa, e poi gli hanno messo una bottiglia d'acqua bollente tra le braccia per ustionarlo.

Per impedirgli di addormentarsi, un detenuto gli ha aperto a forza le palpebre e puntato la luce negli occhi. Inoltre gli hanno strappato le sopracciglia e bruciato le unghie delle mani con una sigaretta accesa.

Dopo alcune notti questo calvario ha fatto andare in suppurazione le natiche di Zhang.

Successivamente Jin gli ha inserito degli auricolari e gli ha applicato un paraorecchie, fissandoglielo col del nastro adesivo alla testa per diverse notti, per costringerlo ad ascoltare la propaganda che diffamava il Falun Gong. Il volume alto ha avuto effetto sul suo timpano già perforato, facendo sì che avesse mal di testa ogni volta che sentiva un rumore leggermente forte. Inoltre il nastro gli ha strappato via le radici dei capelli, lasciandolo calvo in diversi punti della testa.

Per assicurarsi di non dover interrompere la tortura, le guardie hanno riempito un piccolo cesto di caricabatterie e manganelli elettrici, per averli pronti a disposizione.

Una volta Jin ha messo una scatola di metallo sulla testa di Zhang e, dopo averla colpita con forza, vi ha fatto passare la corrente elettrica tramite un bastone ad alta tensione, facendo svenire il praticante all'istante. In tutta la zona della testa che era a contatto con la scatola metallica si è formata una cicatrice, sopra la quale non sono più ricresciuti i capelli.

Quando una volta il praticante ha chiesto ai due detenuti perché lo torturassero implacabilmente, loro hanno risposto che così facendo le loro condanne sarebbero state ridotte di sei mesi. Ha anche posto la stessa domanda a Jin, che ha replicato sostenendo che i suoi superiori gli avevano promesso una promozione se fosse riuscito a trasformarlo e avevano minacciato di licenziarlo se avesse fallito.

Per coprire gli abusi nei suoi confronti il gruppo si è persino recato a casa sua e ha mentito alla sua famiglia dicendo loro che stava bene e che non c'era bisogno che andassero a trovarlo. L'intera scena è stata videoregistrata e poi mostrata al praticante. Jin ha anche aggiunto che se fosse morto, la prigione avrebbe detto alla sua famiglia che era successo a causa di una malattia.

Una volta, quando si trovava in uno stato di semi-incoscienza, ha sentito due detenuti affermare: “Queste due paia di guanti servono per trasportare il suo corpo quando è privo di sensi... dobbiamo evitare di trasportarlo durante il giorno per evitare che gli altri detenuti possano vederlo”.

Mentre era in carcere Zhang non poteva parlare con gli altri prigionieri poiché era stato detto loro di non rivolgergli la parola. Col passare del tempo la sua lingua si è irrigidita e di conseguenza balbettava ogni volta che parlava.

Ultimo arresto e secondo imprigionamento

La mattina del 28 giugno 2016 un gruppo di persone non identificate ha fatto irruzione nella sua abitazione, e dopo averlo accusato di essere scappato dopo aver causato un incidente, gli hanno chiesto di mostrare loro la carta d'identità. Tuttavia non appena ha tirato fuori il documento, alcuni di loro gli si sono gettati addosso, l'hanno afferrato per la gola e spinto a terra, dopo di che hanno arrestato lui e il suo amico.

Quando è stato portato alla Stazione di Polizia di Nantai il praticante non riusciva a respirare e si è ripreso solamente dopo aver tossito sangue.

Si è poi scoperto che gli agenti dell'Ufficio di sicurezza interna di Haicheng e della Stazione di Polizia di Nantai l'avevano ingannato inventandosi un falso incidente.

In seguito, senza un mandato di perquisizione, la Polizia ha confiscato dalla sua casa due computer, un telefono, una borsa piena di libri del Falun Gong e vari oggetti personali.

Quella notte Zhang è stato rinchiuso nel centro di detenzione di Haicheng, nondimeno la sua famiglia ne è stata informata solo quattro giorni dopo.

Il giorno seguente gli è stato ordinato di svolgere lavori pesanti, ma poiché ha rifiutato, è stato picchiato. Ha allora iniziato uno sciopero della fame e in risposta è stato torturato con vari metodi brutali, che hanno causato rigonfiamenti e ferite alla parte inferiore del suo corpo.

Quando poi, cinque giorni dopo, la Polizia ha scoperto di stava ancora facendo lo sciopero della fame, ha istigato gli altri detenuti a picchiarlo.

Ogni volta che durante la detenzione l'uomo si è rifiutato di lavorare, è stato brutalmente picchiato e gli è stato negato l'uso dei servizi igenici. Alcuni mesi dopo aver usato il bagno una sola volta al giorno, aveva un sanguinamento rettale tutte le volte che andava d'intestino.

A causa della malnutrizione aveva la glicemia estremamente bassa e soffriva di vertigini, e in conseguenza dell'ambiente antigienico si è anche ammalato di scabbia. Successivamente un'infezione gli ha provocato il rigonfiamento del braccio destro, e alla fine ha dovuto incidere la pelle del suo gomito per spremere il pus.

Zhang ha dovuto anche rinunciare ai beni di prima necessità a causa dei prezzi elevati a lui riservati nello spaccio all'interno del centro.

Il 17 luglio 2016 è stato approvato il suo arresto e il 21 settembre l'hanno processato. Il 9 ottobre è stato poi informato di essere stato condannato a quattro anni e mezzo di reclusione e al pagamento di una multa di 5.000 yuan.

Successivamente ha presentato ricorso, ma a metà dicembre è stato informato che era stato confermato il verdetto originale.

Quando la sua famiglia ha presentato una rimostranza presso la Corte Intermedia di Anshan, il Giudice l'ha informata che era stata respinta e che era stata confermata la sentenza originale. Più tardi la famiglia l'ha presentata allora all'Alta Corte del Liaoning, ma è stata nuovamente informata via mail che il verdetto originale era stato confermato. Senza alcuna scelta la famiglia ha allora deciso di sporgere denuncia.

Inizialmente Zhang è stato rinchiuso nella divisione n. 3 della prigione di Kangjiashan, dove è stato picchiato dai detenuti e messo in isolamento per aver parlato alla Polizia del Falun Gong e della persecuzione. In risposta ha fatto lo sciopero della fame, e di conseguenza l'hanno ricoverato in ospedale.

Attualmente è incarcerato nella divisione n. 5, dove l'ambiente è leggermente più disteso.

Informazioni di contatto dei principali perpetratori:


Yang Sen, capo della Stazione di Polizia di Haicheng: +86-412-3555111 (ufficio), +86-412-3157666 (sede), +86-159-42265522 (cellulare)

Li Shuling, capo del Comitato per gli Affari politici e legali di Haicheng: +86-412-3222169 (ufficio), +86-412-3603003 (casa), +86-138-41211119 (cellulare)

He Guoli, Presidente del Tribunale di Haicheng: +86-412-3609109 (ufficio), +86-138-41202111 (cellulare)

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