(Minghui.org) Li Jiechun, un residente di Chaoyang nello Liaoning, è morto in carcere mentre scontava una pena detentiva di cinque anni perché praticava il Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

È stato riferito che da quando nel luglio 2017 era stato trasferito nella prigione di Dalian, le guardie non avevano mai smesso di maltrattarlo. Lo avevano privato del sonno per molti giorni consecutivi affinché rinunciasse alla sua fede nel Falun Gong e quando avevano visto che non cedeva, quattro persone avevano continuato a bombardarlo con video e immagini della propaganda di odio contro il Falun Gong, mentre la notte lo costringevano a sedersi su un piccolo sgabello per lunghi periodi. Questa tortura era durata cinque giorni consecutivi, poi il sesto giorno una guardia lo ha picchiato.

Dopo che Li per protesta aveva iniziato uno sciopero della fame, le guardie si erano fermate per due settimane prima di ricominciare con un nuovo “round” di torture.

A causa dell'implacabile martirio, il 3 dicembre 2018 all'età di sessantadue anni è deceduto.

L'uomo non si era mai sposato, perciò non aveva parenti o familiari che potevano fargli visita in prigione. I dettagli della sua morte sono sotto indagine, però si sa che il 16 dicembre è stato sepolto nella sua città natale a Chaoyang.

Ripetutamente arrestato per aver praticato il Falun Gong

Poiché fin dall'infanzia Li aveva sofferto di rachitismo e malattie ossee, non era in grado di svolgere alcun duro lavoro. Fortunatamente nel 2000 aveva iniziato a praticare il Falun Gong, nonostante la persecuzione iniziata l'anno prima, riacquistando presto la salute. Spesso condivideva la sua storia con le persone per dimostrare che il Falun Gong non era assolutamente come veniva descritto dalla propaganda di Stato.

Tuttavia era stato arrestato ben cinque volte solo perché cercava di aumentare la consapevolezza della gente sulla persecuzione in corso. Tra il 2002 e il 2008 aveva scontato due periodi di lavoro forzato per un totale di cinque anni, dove le guardie del campo lo picchiavano selvaggiamente e lo ustionavano con i bastoni elettrici perché non rinunciava alla sua fede.

Il suo sesto e ultimo arresto era avvenuto il 7 settembre 2016, dopo essere stato segnalato per aver distribuito materiale informativo del Falun Gong. Il 29 dicembre 2016 era poi stato condannato a cinque anni dal Tribunale di Beipiao e il 5 maggio 2017 durante l'udienza, la Corte intermedia di Chaoyang aveva respinto il suo appello confermando il verdetto originale.

Nel luglio 2017 Li aveva iniziato il suo mandato nella prigione di Dalian, dove diciassette mesi dopo è morto a causa di torture e maltrattamenti.

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