(Minghui.org): Alla fine del 2017 Sun Jun, residente della città di Dalian, è stato condotto nella prigione numero uno di Shenyang, dove ha immediatamente iniziato uno sciopero della fame per protestare contro l’arresto e la persecuzione per la sua fede nel Falun Gong. I genitori, entrambi ottantenni, hanno provato per ben dieci volte a fargli visita, ma sono sempre stati allontanati. Dopo l'ennesimo tentativo avvenuto il 29 novembre scorso, le guardie hanno detto che accettavano solo se avrebbero convinto il figlio a interrompere lo sciopero della fame.

Sua moglie Zhang Xia, anche lei una praticante, era un’insegnante della scuola elementare di Qingyun, a Zhongshan. Nel marzo scorso, la coppia è stata arrestata e condannata a più di sette anni di reclusione. Sun è ora detenuto nell’ala quattro del carcere numero uno di Shenyang, a Pingluo, mentre la moglie è rinchiusa nella prigione femminile dello Liaoning. Lo stato mentale della donna è alterato e ha difficoltà a reggersi in piedi. Dopo che sono stati arrestati, il loro figlio che si era trasferito in Giappone per gli studi, ha dovuto lasciare la scuola.

Precedentemente Sun era stato rinchiuso nell’ala diciannove, un reparto di massima sicurezza nella prigione numero uno di Shenyang, dove aveva fatto uno sciopero della fame per protestare contro le torture subite. In risposta la guardia Xu Bowen aveva quindi istigato il detenuto Wen Tie a picchiare il praticante e a mettergli un sacchetto di plastica in testa facendolo quasi soffocare.

Illustrazione della tortura: tortura con sacchetto di plastica in testa

Nel marzo scorso Sun è stato trasferito per un breve periodo nel reparto quattro, ma poco dopo una guardia di nome Yang Hao l'ha riportato nel reparto diciannove perché si rifiutava di fare i lavori forzati. In seguito ha intrapreso un altro sciopero della fame durato oltre un mese e durante questo periodo, ha ripetutamente chiesto di incontrare il funzionario della Procura, che si trovava nella prigione per la sovrintendenza, ma la sua richiesta è sempre stata respinta.

Al ventesimo giorno di digiuno, Jiang Shilin, il praticante venticinquenne detenuto nella sua stessa divisione, ha sbattuto ripetutamente la testa contro il muro per costringere le guardie ad accordargli un incontro con l’ufficiale sovrintendente. Jiang ha quindi denunciato i maltrattamenti al procuratore e gli ha detto che anche Sun voleva parlargli.

Il funzionario allora ha incontrato il praticante che gli ha spiegato di non essere colpevole e che era stato torturato da Wen Tie e da altri detenuti del reparto, ha poi chiesto di voler presentare un esposto contro i responsabili.

Il Procuratore, sollevandosi da ogni responsabilità, ha risposto dicendo che sia lui che i suoi colleghi non si occupano più di queste denunce, ma che poteva rivolgersi al Dipartimento di Supervisione. Infine, prima di andarsene ha detto che avrebbe consegnato il suo caso alla divisione investigativa della prigione.

Due giorni dopo la partenza del funzionario, il capo della Divisione investigativa del carcere Wang ha incontrato Sun e per giustificare la persecuzione illegale gli ha fornito delle scuse infondate, facendo rimanere il caso di Sun, irrisolto.

Attraverso lo sciopero della fame, l’uomo è riuscito ha recuperare la sua ammissione di colpevolezza e la dichiarazione di rinuncia al suo credo che era stato costretto a sottoscrivere sotto tortura con una scarsa lucidità mentale. Quando Sun ha dichiarato che non avrebbe più eseguito i lavori forzati, affermando che le persone innocenti non dovrebbero essere costrette a farli, anche i funzionari dei reparti diciannove e quattro hanno concordato.

Dopo essere ritornato nel reparto quattro, ogni mattina in cella praticava gli esercizi del Falun Gong e mentre gli altri detenuti svolgevano i loro lavori, lui si sedeva vicino alla porta sul retro della fabbrica.

Pochi giorni dopo, Zhang Lin, un dirigente disciplinare del reparto, avendo visto Sun eseguire l’esercizio di meditazione nella fabbrica, ha iniziato a urlare contro di lui. Il praticante lo ha ignorato, e così Zhang lo ha preso e trascinato in un ufficio dietro la fabbrica per malmenarlo. Gli altri detenuti hanno sentito dei rumori molto violenti, come se qualcuno veniva sbattuto contro una porta e poco dopo il praticante è uscito dalla stanza in stato confusionale, allora un carcerato l'ha accompagnato in bagno per lavargli il volto.

In seguito, Sun ha iniziato di nuovo uno sciopero della fame e in seguito ha raccontato che Zhang Lin gli aveva spruzzato negli occhi uno spray al peperoncino.

Le guardie l'hanno poi riportato nel reparto diciannove e per mantenerlo in vita gli hanno nuovamente iniettato la stessa "soluzione nutritiva" del precedente digiuno.

Tuttavia lo sciopero della fame è durato per oltre un mese. Alla fine, Zhang Lin ha chiamato il padre e il figlio di Sun, chiedendo loro di convincerlo a sospendere l’astensione, ma quando il praticante ha chiesto di poter riprendere gli esercizi, Zhang Lin non gli ha dato una risposta chiara.

Sun ora pratica gli esercizi ogni mattina e sera nella cella della prigione e durante il giorno si siede nel retro della fabbrica.

Ha poi ripetutamente chiesto a Guo Liang, direttore del reparto quattro, di fornirgli una penna e un foglio per scrivere la denuncia contro Wen Tie e gli altri responsabili che l'hanno maltrattato, ma invece di soddisfare la richiesta Guo ha schivato l'argomento.