(Minghui.org) Durante i suoi quattro anni di prigione, Wang Fenglong di Pechino, ha sofferto di pressione alta, diabete e infarto per non aver rinunciato alla sua fede nel Falun Gong, una disciplina per il benessere del corpo e della mente, perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Il 20 gennaio scorso a otto mesi dal rilascio, l'uomo è morto all'età di cinquantotto anni.

Il 25 aprile 2014 mentre Wang era in casa, un gruppo di agenti, facendo finta di essere della compagnia idrica, l'hanno ingannato facendosi aprire la porta. Una volta dentro hanno confiscato il suo computer e quello del figlio, la stampante, e altri oggetti personali. La polizia in seguito aveva trovato anche l'altra residenza del praticante e l’aveva saccheggiata.

Sia Wang che sua moglie erano stati portati alla stazione di polizia locale per un interrogatorio. Sebbene lei era stata rilasciata poco dopo, Wang invece era stato recluso nel centro di detenzione di Fangshan e all'inizio di aprile 2015 condannato a quattro anni di prigione.

Nel carcere di Liulin a Pechino, il praticante era stato ripetutamente torturato dalle autorità che tentavano di costringerlo a rinunciare alla sua fede. Di conseguenza, quando lo scorso anno ad aprile era stato rilasciato, la sua salute era drasticamente peggiorata.

Negli ultimi venti anni di persecuzione del Falun Gong, Wang era stato arrestato undici volte e durante le detenzioni era stato sottoposto a varie torture, incluso lo stare seduto su un piccolo sgabello per molte ore, il digiuno forzato, le percosse e le scosse elettriche.

Precedentemente l'uomo era stato arrestato a marzo del 2004 e dopo una detenzione di un mese, il 17 agosto era stato nuovamente catturato e condannato a due anni e mezzo di lavori forzati.