(Minghui.org) Il 21 febbraio di quest'anno una donna dello Zhenglan, nella regione autonoma della Mongolia Interna, è stata processata per la sua fede nel Falun Gong.

Il Falun Gong o Falun Dafa, è una disciplina spirituale che dal 1999 è perseguitata dal regime comunista cinese.

Il 16 giugno 2017 Miao Chunlian, anche conosciuta come Miao Zhilian, era andata a fare visita al figlio residente a Guyuan, nell'Hebei, quando qualcuno le ha telefonato per avvisarla che la polizia aveva fatto irruzione nella sua abitazione a Zhenglan. Nonostante gli ottanta chilometri di distanza è subito corsa a casa, ma appena è entrata è stata arrestata.

Subito dopo la polizia l'ha portata in uno scantinato dove è stata bloccata su una sedia di ferro. Sei ufficiali l'hanno poi interrogata ordinandole di ammettere che tutti i libri e i materiali del Falun Gong che le avevano confiscato dall'abitazione servissero per scopi propagandistici. Un ufficiale ha anche minacciato di privarla del sonno e del cibo se non avesse confessato.

Nei due giorni in cui era stata trattenuta lì, la polizia l'aveva lasciata per terra sul cemento sopra una stuoia e senza lenzuola. Sebbene fosse estate, la donna ha raccontato che sentiva molto freddo e non riusciva a distinguere quando fosse giorno o notte. Incapace di sopportare la pressione, la fame e il freddo nel seminterrato, contro la sua volontà alla fine ha ammesso la sua colpevolezza, e la polizia è riuscita a farla rinchiudere nel centro di detenzione di Zhenglan, anche se non era idonea perché l’esame medico aveva rivelato che aveva la pressione alta.

Nella struttura, nel tentativo di opporsi alla persecuzione, si è rifiutata di indossare l'uniforme carceraria, allora la guardia An Zhiying l'ha picchiata selvaggiamente e poi trascinata in una stanza vuota, dove prima l'ha sbattuta a terra e poi le ha schiaffeggiato il viso e la testa dozzine di volte.

Tuttavia, quando Miao ha tentato di strisciare verso il corridoio, dove c'era una telecamera di sorveglianza, An Zhiying l'ha trascinata di nuovo indietro e continuato a picchiarla mentre un'altra guardia presente esultava. A seguito delle percosse ha dovuto essere mandata in ospedale.

Nei primi giorni dell'agosto 2017, poiché la pressione sanguigna restava molto elevata, la polizia ha estorto 5.000 yuan (circa 650 euro) al marito e l'ha rilasciata su cauzione. Il 2 agosto dello scorso anno la polizia le ha poi prorogato la cauzione, dicendole di tornare a casa e attendere ulteriori comunicazioni.

Durante quel periodo, la Procura ha restituito ben due volte la causa alla polizia per insufficienza di prove. Inoltre la donna a sua volta ha presentato la sua dichiarazione auto-difensiva e l'appello, richiedendo alle autorità di archiviare il caso.

Tuttavia, poiché a fine novembre la Procura di Zhenglan l'ha incriminata e inviato il suo caso alla Corte, lei ha dovuto assumere un avvocato che presentasse la sua richiesta di non colpevolezza.

A causa della detenzione di Miao anche la sua famiglia ha avuto conseguenze: il governo locale le ha sospeso i sussidi per il basso reddito e uno dei suoi figli che nel giugno 2017 era stato ammesso all'università, si è visto revocare i 40.000 yuan (circa 5.250 euro) ricevuti come borsa di studio.

Prima di quest'ultimo calvario, Miao aveva già scontato tre anni nel campo di lavoro forzato femminile di Hohhot tra il 2002 e il 2005, e nel 2009 è stata detenuta per due settimane dopo aver chiarito la verità alle persone sul Falun Gong.

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