(Minghui.org) La cinquantatreenne Guan Xuelin di Leshan, nello Sichuan, è stata arrestata il 20 settembre 2014 dopo essere stata segnalata dall'anziano con cui aveva parlato del Falun Gong.

La Falun Dafa o Falun Gong, è una pratica di coltivazione per il benessere di corpo e mente che dal luglio 1999 è perseguitata dal regime comunista cinese.

In seguito, il 13 marzo 2015 al termine della sua seconda udienza in Tribunale, è stata condannata a quattro anni di prigione. Nonostante avesse immediatamente presentato ricorso, non aveva ricevuto risposta fino a quando il 21 settembre dello stesso anno, è stata prelevata e rinchiusa nella prigione femminile di Chengdu, dove tutte le praticanti del Falun Gong che non rinunciano alla loro fede vengono brutalmente torturate.

Anche Guan era stata costretta a ingerire droghe sconosciute per un lungo periodo, che le hanno causato gravi effetti collaterali peggiorando la salute e solo quando è svenuta hanno interrotto la somministrazione. Inoltre è stata picchiata, ustionata con i bastoni elettrici, privata del sonno, costretta a fare lavori forzati e a restare ferma immobile per lunghi periodi.

Quello che segue è il resoconto personale delle sofferenze patite nella prigione femminile di Chengdu.

Nessuna risposta all'appello

Per protestare contro l'ingiusta condanna, con l'aiuto di un avvocato ho presentato un ricorso al Tribunale intermedio del popolo. Tuttavia, anche se il legale ha persino accettato di difendermi al processo, la Corte non mi ha mai dato una risposta.

Torturata con farmaci sconosciuti

Quando nel settembre 2015 sono arrivata al carcere, mi hanno sottoposta a un esame fisico che mi ha rilevato sintomi di pressione alta, probabilmente a causa dello stress e del faticoso viaggio. Tuttavia da quando dieci anni fa ero diventata una praticante, non ho più sofferto di malattie, perciò ho rifiutato di prendere qualsiasi medicina prescritta dal medico carcerario.

In risposta il presidente dell'ospedale della prigione e la capo detenute che sorvegliava le prigioniere, mi hanno minacciata al punto che ero cosi traumatizzata che a malincuore ho preso una pillola rossa e una gialla. Quella rossa mi ha fatto venire le vertigini, la tosse e il prurito dappertutto, ed è durato tre mesi finché non hanno smesso di darmi quella droga.

Il dottore sapeva che non avevo la pressione alta, ma mi costringeva ancora a prendere la pillola gialla che ha inflitto un duro colpo al mio stato di salute e sono poi svenuta nell'ambulatorio. Anche se dopo l'intervento di un capo delle guardie, l'ospedale ha accettato con riluttanza di sospendere il farmaco per sei mesi, mi hanno poi costretta a firmare quotidianamente un accordo di cessazione del medicinale.

Dopo che mi hanno sospeso la somministrazione di farmaci, ho presto recuperato la mia salute. Sorprendentemente, durante i sei mesi senza pillole, l'ospedale registrava le mie prescrizioni nell'archivio e distruggeva i documenti da me firmati dell'accordo di cessazione.

Quando le detenute hanno iniziato a torturarmi mentalmente, avrei dovuto scrivere una "petizione" per lamentarmi dell’insopportabile persecuzione, invece a causa della paura ho scritto contro volontà, una controversa dichiarazione di rinuncia. Essendo una praticante della Dafa, questa è stata una decisionee davvero straziante.

Poiché sono andata fuori strada nella coltivazione, sono stata perseguitata, subendo terribili dolori fisici e mentali. Col tempo, anche i miei sintomi d'ipertensione sono riapparsi, e anche se ho ripetutamente dimostrato all'ospedale e alle detenute che stavo bene e non avevo bisogno di farmaci, non mi hanno creduta.

Dopo aver protestato con veemenza la prigione ha convenuto che potevo far firmare a un avvocato una dichiarazione in cui affermava che avevo smesso di usare i medicinali di mia spontanea volontà, accettandone ogni possibile conseguenza. Tuttavia i funzionari hanno sequestrato la lettera inviata ai miei familiari, chiedendo loro di assumere un avvocato e impedendomi di chiamarli.

Ero disperata e ho dovuto chiedere ripetutamente alla guardia Yang Yonghong, responsabile delle prigioniere del Falun Gong, di testimoniare che quando la prima volta ero arrivata li ero sana. Tuttavia lei mi ha risposto: "Sì, so che stavi bene, ma seguo le regole dell'ospedale e non ho niente a che fare con il resto".

Poi la guardia ha chiamato la mia famiglia e ha deliberatamente mentito dicendo che ero gravemente malata e non volevo prendere le medicine appropriate. Quando però i miei cari hanno presentato una richiesta di rilascio per motivi di salute, senza nemmeno discuterne è stata respinta.

In una circostanza la guardia Yang ha minacciato: "Se non prendi le droghe per bocca volontariamente, posso facilmente fartele iniettare per via endovenosa dalle detenute".

Poi il capo del Dipartimento per l'educazione carceraria ha affermato: "Quando una prigioniera con la pressione alta muore, di solito cremiamo il corpo".

Violente percosse e minacce

Un giorno ho cercato di chiarire la verità alle guardie e alle detenute dicendo: "Soffrivo di bronchite ereditaria, colecistite, problemi di stomaco e ginecologici. Mi sono anche fatta male alla schiena e la medicina moderna non mi sapeva aiutare. Ma miracolosamente, dopo che nel 1999 sono diventata una praticante della Falun Dafa, in breve tempo tutti i miei disturbi sono scomparsi".

"Perciò, dato che io ne ho beneficiato, spero che anche altre persone possano essere benedette dalla Dafa divenendo felici e senza malattie come me. Ciononostante, poiché sono stata condannata illegalmente per aver parlato alla gente della pratica, dovrei avere il diritto legale di presentare ricorso".

Dopo avermi ascoltata, la guardia Yang Yonghong ha risposto: "È comprensibile, ma ora devi seguire il sistema carcerario e rispettare le regole della prigione".

Quando ho rifiutato, due detenute “controllori” mi hanno schiaffeggiata e presa a calci così forte che una carcerata le ha accusate di essere andate troppo oltre il limite.

La guardia Yang ha poi minacciato: "Se non segui le regole, posso colpirti e ustionarti con i manganelli elettrici in qualsiasi momento e nessuno saprà nulla. La mia gente può usare qualsiasi forma di tortura per ottenere i risultati che voglio".

Detenzione speciale e monitoraggio rigoroso

Quando nel maggio 2016 la prigione ha ordinato a tutte le praticanti del Falun Gong di dichiararsi delle criminali nelle loro relazioni ed io non ho obbedito, sono stata sottoposta a "detenzione speciale". Oltre al doppio lavoro di routine, non mi veniva permesso di andare a letto prima delle tre di notte e poi alle cinque e mezza di mattina dovevo alzarmi rimanendo in piedi tutto il resto della giornata, addormentandomi spesso in officina.

Di conseguenza la stanchezza e il monitoraggio costante e giornaliero da parte di due detenute, sono diventati così devastanti che ero sull'orlo del collasso. Inoltre le carcerate e le guardie hanno cercato di costringermi a partecipare a un corso di qigong, ma quando la guardia Yang ha visto che desistevo, ha minacciato di prolungare il mio periodo di detenzione speciale se non avessi accettato.

Tuttavia alcune guardie gentili che non osavano parlare, ma simpatizzavano per i praticanti, in privato ci han detto: "Questi autori avranno la retribuzione per le loro cattive azioni. Gli esseri umani non commetterebbero questi crimini. Sono davvero cattivi".