(Minghui.org)Il Maestro ha parlato ripetutamente dei problemi relativi alla sicurezza, e il sito web Minghui ha pubblicato molti articoli di condivisione su questo tema. I praticanti hanno anche discusso i vari metodi usati per controllare i praticanti in Cina, attraverso fotocamere, telefoni e Internet.

Ho ritenuto che sarebbe stato utile apprendere il più possibile su queste cose.

La paura cresce

Di solito, quando andavo a casa di un praticante o facevo il lavoro della Dafa con altri praticanti, stavo molto attento e lasciavo il mio cellulare a casa.

Quando però ho iniziato a lavorare, chiarivo i fatti alle persone apertamente. Lavoravo in un ottimo ambiente, nessuno intorno a me aveva da obiettare, e spesso chiarivo la verità alle persone con il cellulare in tasca. Lo usavo anche per cercare su internet “la pietra con la scritta nascosta” per mostrarla alla gente. I risultati sono stati abbastanza buoni.

Durante i momenti di pausa, dopo aver scaricato la musica degli esercizi sul telefono, praticavo il primo, il terzo e il quarto esercizio con i colleghi. Loro non praticavano la Falun Dafa, ma apprezzavano gli esercizi.

Tuttavia, dopo aver letto gli articoli sulla sicurezza, sono diventato un po' apprensivo. Quando mi recavo a casa di un praticante per studiare la Fa, dato che cominciavo a essere consapevole della possibilità che la casa fosse tenuta sotto controllo, ho iniziato a preoccuparmi della sicurezza.

Inoltre, parlavo meno con la gente della Falun Dafa e di dimettersi dal Partito Comunista Cinese (PCC). Avevo anche paura di andare in macchina con i praticanti nelle periferie, per sensibilizzare sul Falun Gong e sulla persecuzione.

Per un periodo di tempo sono stato disturbato da questa paura, ma sapevo che non era lo stato corretto per un praticante. Dovevo eliminarla e continuare ad assumermi le responsabilità di un praticante della Dafa.

Eliminare la paura

Mi sono ricordato di un incidente accaduto anni fa, che aveva coinvolto una paziente che era venuta da me per fare un'ecografia.

Nell’ambulatorio, durante l’esame, le ho raccontato la verità sulla Dafa e le ho offerto un amuleto. Prima che potessi dire qualcos'altro, lo ha gettato nel cestino della spazzatura.

Le ho indicato l'amuleto, chiedendole di riprenderlo. Lo ha raccolto in fretta e me lo ha restituito.

Le ho detto: “Puoi rifiutare di prenderlo, ma non gettarlo via, questo amuleto è molto prezioso”.

Ho continuato a chiarirle i fatti fino a quando non l'ha accettato e si è scusata.

Un altro incidente ha coinvolto una praticante che era stata arrestata illegalmente. La polizia era andata a casa sua per confiscare i libri della Dafa e, mentre stavano per prenderli, suo figlio, un non praticante, ha detto al poliziotto: “Metti giù quel libro! Senza quello cosa può imparare? Come può essere una praticante della Dafa senza leggerlo?”.

Il poliziotto ha obbedito e ha messo giù il libro.

Quale praticante non ha in casa libri e materiali della Dafa? Quale praticante studia solo la Fa, esegue gli esercizi, ma non chiarisce la verità?

Siamo chiamati a fare ciò che i praticanti della Dafa dovrebbero fare.

Il Maestro ha detto:

“...ma non dobbiamo neanche comportarci come santarellini sempre all’erta, attenti a ogni sorta d’inezie che, per paura di schiacciare qualche formica, camminano saltellando di qua e di là”. (Settima Lezione,Zhuan Falun)

Il male non può sottomettere la giustizia. Dovremmo fare ciò che il Maestro ha detto, fare saggiamente ciò che dovremmo fare, non lasciarci trascinare dalle inezie e allo stesso tempo prestare attenzione alla sicurezza.

Tutta quella sorveglianza davanti alle case dei praticanti, non era servita a catturare nessuno: una volta che i miei pensieri retti si sono rafforzati, la paura è sparita e sono tornato alla mia vita normale, alla ricerca di opportunità per diffondere la verità sul Falun Gong.

Se la mia comprensione limitata non è allineata alla Fa, chiedo agli amici praticanti di indicarmelo.