(Minghui.org) Ho iniziato a praticare la Falun Dafa prima dell'inizio della persecuzione. In quel periodo lavoravo in una scuola, nell'ufficio amministrazione dei fondi per il nostro dipartimento scolastico. Un giorno sono andato a fare acquisti insieme al capo del dipartimento. A lui piaceva una camicia molto cara, il cui costo equivaleva al mio stipendio di un mese, e voleva usare i soldi dei fondi scolastici per comprarne due, una ciascuno. Gli ho detto che non ero d'accordo, e lui, sapendo che praticavo la Falun Dafa, non ha insistito.

Dopo l'inizio della persecuzione da parte del Partito Comunista Cinese (PCC), ho respinto le richieste di rinunciare alla pratica, che il preside della scuola mi faceva ogni giorno, nel tentativo di convincermi. Rispondevo che ero libero di avere il mio credo, e che mi rifiutavo di abbandonare la pratica della Falun Dafa. A seguito dei miei continui rifiuti il preside, furibondo, mi ha rimosso dall'incarico ordinario e mi ha ordinato di pulire la spazzatura nel retro della recinzione, di fronte agli edifici.

Ho eseguito l’ordine senza alcuna protesta o risentimento. In un angolo della recinzione ho trovato una piccola borsa coperta dai rifiuti; l'ho raccolta e dentro ci ho trovato una moneta da uno yuan. L'ho consegnata al preside, che sorpreso ha detto: "Io non li voglio, puoi prenderli tu come ricompensa per il lavoro". Ho risposto: "Non sono soldi miei, quindi non li posso prendere". Quando il preside ha rifiutato nuovamente ho consegnato la borsa al capo del sindacato dei lavoratori, che mi ha detto: "Sei proprio una brava persona!".

Svolgere bene le proprie mansioni come coltivatore

Sono stato recluso in un campo di lavori forzati nel 2002, per essermi rifiutato di rinunciare a praticare la Falun Dafa. Dopo due anni di prigionia sono stato riassunto a scuola e il supervisore mi ha trasferito dalla sezione logistica, a fare il bidello.

All'inizio mi sentivo frustrato per esser stato retrocesso, dal lavoro amministrativo a fare le pulizie; inoltre avevo divorziato, e a causa della persecuzione ero stato separato dalla mia famiglia. Ho iniziato a leggere più diligentemente gli insegnamenti della Fa e ho capito di avere l'attaccamento alla reputazione e alla fama. Cambiando la mia prospettiva e basandomi sulla Fa ho migliorato la mia comprensione e ho pensato: "Non mi devo preoccupare delle perdite mondane. Sono così fortunato ad aver ottenuto la Dafa; non importa che lavoro svolga, l'importante è agire come un praticante della Dafa".

I corridoi della scuola e i bagni erano sporchi, c'erano macchie, gomme da masticare attaccate ai pavimenti e sputi ovunque. Ho comprato stracci e lana d'acciaio e li ho portati a scuola. Ho grattato il pavimento con la lana d'acciaio, l'ho asciugato con gli stracci e ho pulito accuratamente gli angoli.

Il preside si è complimentato per il mio lavoro esprimendo il suo apprezzamento durante una riunione scolastica.

Negare la persecuzione

Ho dovuto rifare l'esame di abilitazione per l’ insegnamento, poiché ero stato detenuto nel campo di lavoro per due anni. Prima dell'esame, per ottenere l'approvazione dal dipartimento di educazione comunale, dovevo compilare un modulo.

Su una colonna veniva richiesto lo stato penale. La scuola l'aveva precompilato con la dicitura: "Due anni in un campo di lavoro". Non ho accettato né riconosciuto questa forma di persecuzione, quindi ho portato il modulo al direttore, il quale mi ha riferito che il capo del sindacato degli operai gli aveva detto di compilarlo in quel modo.

Allora sono andato dal capo del sindacato dei lavoratori e gli ho detto che ero stato detenuto nel campo di lavoro illegalmente. Casualmente, il preside ha sentito cosa dicevo e mi ha invitato nel suo ufficio. Gli ho detto: "Mi conosci e sai come lavoro. Pensi che possa commettere un crimine?". Ha risposto: "No non lo faresti!". Ho replicato: "La Costituzione dice che le persone hanno libertà di credo, quindi, in base alla legge attuale, non è un crimine, anche se sono stato detenuto in un campo di lavoro per due anni".

Il giorno seguente, trovate le relative disposizioni di legge, le ho portate al preside, che mi ha detto di compilare subito un altro modulo.

Quando ero detenuto nel campo di lavoro, l'istituto scolastico ha reso operativo un regolamento detto: "L'ultimo sarà eliminato". Ciò significava che alla fine dell'anno il dipendente col punteggio più basso, sarebbe finito all'ultimo posto della graduatoria, e avrebbe ricevuto solamente il 75% dello stipendio; l'anno successivo il 50% . Se questa cosa si fosse ripetuta per tre anni consecutivi, la persona sarebbe stata licenziata. Poiché quando ero detenuto non ho potuto lavorare per due anni, ero all'ultimo posto della graduatoria, quindi ricevevo solo il 50% del mio stipendio. Avevo grandi difficoltà finanziarie e ho anche fatto crescere mio figlio da solo. Ho capito che questa era la persecuzione finanziaria messa in atto dal PCC. Come coltivatore, qualsiasi persecuzione non dovevo accettarla passivamente, quindi dovevo riavere lo stipendio che mi spettava.

Ho chiesto più volte al preside lo stipendio che meritavo. Gli ho raccontato le violenze subite: "Sono stato incarcerato perché pratico il mio credo, ho solo cercato di essere una brava persona e seguo i principi di Verità, Compassione e Tolleranza. Quando mi trovavo nel campo di lavoro le guardie mi hanno denudato, e nel freddo dell'inverno mi hanno costretto a sedere sulla panca della tigre. Aprivano le finestre e lasciavano che la neve entrasse e mi versavano addosso dell'acqua ghiacciata che mi congelava. Non parlo solo di me, ma anche della persecuzione dei valori universali da parte del vile regime di Jiang Zemin e del PCC. Questa è una palese violazione dei diritti umani e un disprezzo per la legge. Spero che tu difenda la giustizia e mi tratti equamente".

Il preside mi ha risposto che ne avrebbe parlato con gli altri amministratori. In seguito, si è saputo che durante la riunione, anche gli altri amministratori concordavano che io fossi rispettoso con le persone e lavorassi diligentemente e che il mio stipendio non dovesse essere ridotto; infatti, l’ho riottenuto appieno.

Sono tornato nuovamente dal preside per chiedere quello che mi era stato detratto negli ultimi anni. Ho detto che la persecuzione era illegale e che il mio stipendio non doveva essere ridotto; ma lui non era d'accordo.

Ci sono tornato diverse volte, e ho continuato a raccontargli la verità. All'inizio mi rimproverava, poi mi ha dato dei consigli, e alla fine parlava sempre meno. Una volta sono andato per parlargli, ma era molto occupato, così gli ho detto: "Vado via, vedo che sei molto occupato". Mi ha risposto: "I problemi della scuola sono importanti, ma anche il tuo stipendio lo è".

Così, prima di essere trasferito per una nuova mansione, mi ha riaccreditato ciò che mi era stato detratto ingiustamente dallo stipendio. Sono molto contento per lui, perché ha fatto la scelta giusta.

Essere virtuosi dissolve il male

Sono stato detenuto illegalmente dalla polizia per quindici giorni, per aver preso parte alla denuncia penale contro Jiang Zemin, l'ex capo del regime comunista. Al mio rientro a scuola l'amministratore mi ha voluto parlare. In quel periodo l'amministrazione era composta da nuove persone e il segretario del PCC mi ha detto: "Devi promettere di non commettere più azioni simili, il dipartimento scolastico distrettuale è al corrente, se verrai punito nessuno in questa scuola riceverà un bonus a fine anno".

Ho ribadito: "Jiang Zemin ha insistito con la persecuzione della Falun Dafa, ha perseguitato crudelmente i praticanti, ha commesso crimini terribili, ho presentato una denuncia penale per il bene di coloro che sono perseguitati, per avere giustizia e per l'umanità; praticare la Falun Dafa non viola nessuna legge".

Il segretario è rimasto sbalordito, ma in qualche modo ha accettato quello che gli ho detto. In quel momento il vice preside si è avvicinato e mi ha detto: "Non perdere tutto, apprezza ciò che hai". Parlava continuamente e non mi ha dato la possibilità di replicare.

Non ero né commosso né toccato da quello che diceva e non seguivo i suoi pensieri. Mentre lui parlava ho inviato pensieri retti per rifiutare il male, che cercava di usare entrambi per commettere crimini contro un praticante della Falun Dafa. Poi i due si sono ritirati per una riunione.

A sera il preside era ancora là e così ho chiacchierato con lui e mi ha detto: "Ho parlato con il direttore distrettuale della tua denuncia penale contro Jiang. Ho provato a difenderti, quindi è finita!".

Sono molto grato al benevolo Maestro, che mi ha protetto e ha predisposto ogni cosa. Sono anche riconoscente agli amici praticanti che prima che tornassi al lavoro hanno collaborato in tanti modi: informando le persone sui fatti, cancellando i fattori malvagi coinvolti nella persecuzione e hanno permesso ai nuovi amministratori di capire la verità e scegliere da che parte schierarsi.