(Minghui.org) Sono una quarantenne che ha conosciuto la Falun Dafa nel 1998 e, da allora, la mia vita è cambiata profondamente. Ho scoperto che il vero scopo dell'essere umani è coltivare sé stessi per ritornare alla purezza originale; da allora ho vissuto applicando i principi di Verità, Compassione e Tolleranza, e le abitudini malsane della società odierna non mi hanno più attratto. Al lavoro e nella vita quotidiana do il meglio di me stessa e mi sforzo per migliorare i miei principi morali.

Vorrei condividere alcune esperienze vissute nell'ambiente di lavoro.

Nel 2007 lavoravo presso un'azienda non distante dalla mia abitazione; il direttore, grazie alle mie competenze, mi ha nominato supervisore nella divisione collaudi. Tuttavia, per motivi interni all'azienda, ho lavorato come analista chimica. Lin, il supervisore in carica, venendo a conoscenza delle mie qualifiche, si è mostrato alquanto freddo e non sembrava disposto a insegnarmi nulla; si era creata una situazione piuttosto imbarazzante.

Inizialmente ero infastidita, ma in seguito ho ricordato l'insegnamento del Maestro:

"Se sarete sempre compassionevoli e benevolenti con le persone, se vi preoccuperete sempre degli altri quando farete qualcosa, e ogni volta che avrete una questione con un'altra persona vi chiederete innanzitutto se potrà sopportarla o se invece ne soffrirà, allora non avrete problemi. Per questa ragione, in quanto praticanti, dovrete seguire uno standard più elevato e persino più elevato ancora." (Zhuan Falun, Quarta Lezione)

Immedesimandomi nel supervisore, ho capito come si sentiva. Ho messo da parte le mie emozioni e sono diventata più premurosa nei suoi confronti.

Una volta, su internet, ho trovato un manuale tecnico molto dettagliato e ricco di informazioni, ho pensato a Lin e che gli sarebbe stato molto utile per il suo lavoro. Quando gliel'ho dato, l'ha rifiutato senza nemmeno guardarlo e ha detto: "No, non lo voglio!". Sapevo che aveva dei dubbi su di me, allora ho aperto il file del manuale sul mio computer; Lin ha dato una rapida occhiata. Era felice e ha detto che quello era il manuale che aveva sempre desiderato; mi ha ringraziato moltissimo e da quel giorno non ha più avuto un atteggiamento diffidente nei miei confronti.

Nel reparto prove lavoravano solamente donne e il ciclo di produzione era ripartito in due turni. A causa dei diversi risultati produttivi, tra le lavoranti spesso nascevano contrasti e animate discussioni; lamentarsi con il direttore peraltro non risolveva i problemi. Lin, essendo il supervisore, era colui che riceveva più pressioni. Sono intervenuta per provare ad aiutarlo a risolvere quelle dispute. La mattina arrivavo a lavoro prima, ascoltavo in silenzio le lamentele delle operaie e rispondevo applicando gli insegnamenti della Dafa; mi immedesimavo in loro, così riuscivo a calmarle.

Lin era ostile nei confronti della Falun Dafa, era stato influenzato dalla propaganda diffamatoria diffusa dal Partito Comunista Cinese (PCC). Nei primi tempi, quando ho iniziato a lavorare nella compagnia, lui spesso diffondeva le menzogne del PCC, parlandone a mia insaputa; questo suo atteggiamento mi creava difficoltà a parlare dei fatti della persecuzione. Con calma, ho dedicato tutta me stessa a far bene ogni cosa al lavoro e a essere gentile e benevolente con tutti. Dopo poco tempo, tutti nell'ambiente di lavoro, compreso Lin, hanno cambiato l'atteggiamento verso la Dafa nonostante avessi smesso di parlarne e difenderla.

Lin ha imparato a conoscermi e ha capito che i praticanti della Dafa sono persone oneste, coltivano sé stessi per migliorare il carattere morale e non nascondono secondi fini, così ha cominciato a fidarsi e ad aprirsi, confidandomi le sue angosce.

Un anno dopo, il direttore dell'azienda l'ha licenziato e mi ha promosso supervisore. Lin e io a quei tempi andavamo molto d'accordo, prima di andarsene è venuto nel mio ufficio e si è confidato raccontandomi tutti i torti subiti. Poi ci siamo lasciati da buoni amici. Credo che adesso sia vicedirettore in un'altra società. Spero che abbia un buon futuro e che capisca presto la natura malvagia del PCC.

Da quando sono diventata supervisore del dipartimento, ho agito in conformità con l'insegnamento del Maestro:

"D'ora in poi, qualunque cosa facciate, dovrete innanzitutto considerare gli altri, in modo tale da conseguire la retta illuminazione sull'altruismo." (Elementi essenziali per un ulteriore avanzamento,La natura di Budda è senza omissioni)

A lavoro sono disponibile verso chiunque, trovo il tempo per parlare con ognuno di quello che li rattrista, offro consolazione e consigli per alleggerire il loro carico mentale. Nella mia divisione adesso tutti vanno d'accordo e lavorano insieme in un'atmosfera armoniosa. Durante l'inverno i lavoratori del turno di notte si sono lamentati per il freddo, allora ho comprato loro delle borse per l'acqua calda con i miei soldi.

Una volta un operaio mi ha detto: "Per favore, non andartene. È difficile trovare un buon capo, se dovessi andartene chissà come sarà il prossimo. Potremmo non essere così fortunati”. Ascoltando questo commento, sapevo dentro di me che il merito era della Falun Dafa, perché mi ero comportata secondo gli standard della Dafa.

Nella stessa compagnia dove lavoro c'è un’altra praticante, si chiama Lian e lavora nel laboratorio dei prodotti finiti. Ho notato che abitualmente si fermano molte persone intorno a lei mentre chiarisce la verità sulla Falun Dafa. Una volta le ho chiesto: "Hai sempre delle persone intorno a te. Perché piaci a tanta gente?" Ha risposto: "Non ho nulla di speciale, semplicemente tratto bene tutti". Queste parole mi sono rimaste impresse. Ho capito che come praticante della Dafa faceva molto meglio di me. È stata davvero all'altezza dei più alti standard, faceva tutti i lavori difficili e noiosi e lasciava i lavori più facili agli altri. Ha condiviso con tutti le cose buone che ha avuto. Di conseguenza, tutti nel suo laboratorio credono nella verità sulla Falun Dafa.

Nel laboratorio di Lian c'è sempre stata tensione tra gli operai e la direzione per la questione degli stipendi. Un giorno queste tensioni latenti sono esplose e tutti gli operai, tranne Lian, hanno scioperato. In segno di protesta hanno esposto un grande striscione bianco fuori dall'edificio della compagnia. Il panno bianco, nella tradizione cinese, solitamente è usato nei funerali: la provocazione ha fatto innervosire la direttrice, che ha incaricato dei tipi loschi di liberarla dalle scioperanti, ma loro, per niente intimidite, hanno chiamato la polizia bloccando la manifestazione per qualche ora.

Io e Lian abbiamo analizzato la situazione e pensavamo che non fosse giusto non agire. Sapevamo che entrambe le parti avevano le proprie ragioni e abbiamo deciso di aiutarle a risolvere la questione.

La sera dello sciopero, Lian e io abbiamo fatto visita alla direttrice dell'azienda, e le abbiamo portato in regalo della frutta. Durante l'incontro ci ha raccontato quante difficoltà incontrava per dirigere la compagnia. Aveva dato fondo ai conti bancari personali, per pagare i salari. Ci siamo immedesimate nella sua situazione, sapevamo che non è facile gestire un'attività in Cina. Gli imprenditori delle società cinesi, a differenza dell'estero, devono impegnarsi non solo a gestire l'attività perché sia redditizia, ma devono anche corrompere, e cooperare con i funzionari disonesti nei vari settori del governo.

Durante il colloquio le abbiamo spiegato: "Sappiamo che tutti gli operai sono bravi e lavorano duramente, tuttavia, anche se sono insoddisfatti della retribuzione, probabilmente avrebbero dovuto prima confrontarsi direttamente con te invece di intraprendere un'azione così estrema. Devi capire che il loro comportamento è la conseguenza della cultura del Partito corrotto. Il PCC ha infuso la filosofia della lotta verso tutto, portando le persone a combattersi a vicenda. Prima del PCC, i cinesi erano molto civilizzati, e non avrebbero scioperato per risolvere le loro vertenze. Quindi, non si possono incolpare interamente i lavoratori, poiché la colpa è anche del sistema e della società in cui viviamo.

Io e Lian siamo andate anche a parlare con le scioperanti: "La direttrice sta cercando fondi per pagare i vostri stipendi. Dovete capire che anche lei ha delle difficoltà. È molto difficile gestire un'attività in Cina, c'è un'alta tassazione e molti funzionari corrotti da pagare. La Rivoluzione Culturale del PCC ha distrutto la nostra vera cultura e la moralità tradizionale, così la frode e le truffe sono diventate cose normali nelle imprese. La nostra direzione deve affrontare molte più cose di quante ne conosciamo".

Sia io che Lian abbiamo mediato tra le parti in conflitto. La tensione si è ridotta e si è raggiunto un accordo, in poco tempo lo sciopero è stato annullato. Adesso credo che entrambe le parti abbiano una comprensione più chiara dei problemi che abbiamo nel Paese e del fatto che sia il PCC la fonte principale di questi guai.

Dopo il chiarimento della verità, l'ambiente nella nostra azienda è fantastico. Certe volte in laboratorio, quando chiarisco la verità, dei gruppi di lavoratori si alternano per ascoltarmi. Un giorno durante la pausa pranzo, alcune persone del laboratorio di analisi hanno chiesto di incontrare Lian e me; volevano che gli insegnassimo i cinque esercizi della Falun Dafa. Abbiamo trascorso dei bei momenti insieme.

Poco tempo dopo sono stata arrestata e inviata in un centro di detenzione. Lian ha chiarito nuovamente la verità sulla Falun Dafa alla nostra direttrice e lei, di conseguenza, ha chiamato ripetutamente vari uffici governativi, e vi è andata direttamente per fare pressione, insistendo affinché mi liberassero. Dopo un mese sono stata rilasciata, quando sono ritornata al lavoro, tutti i colleghi erano preoccupati per quello che avevo vissuto. Questa esperienza conferma un antico detto cinese che recita: "Il male non sconfiggerà la giustizia".

Alla fine della mia storia, spero profondamente che ogni cinese comprenda la verità sulla Falun Dafa e smetta di credere alle menzogne diffuse dai "media" del PCC, sono bugie inventate per mantenere e legittimare il potere sul popolo cinese. Tutti dovrebbero tener bene gli occhi e le orecchie aperti.