(Minghui.org) Il 9 novembre di quest'anno Yin Lanhua, residente nella città di Liaoyuan, provincia dello Jilin, è stata processata per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina per il miglioramento di mente e corpo che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999. Il suo avvocato ha presentato un'istanza di non colpevolezza testimoniando anche in sua difesa.

Verso le 21:00 del 6 luglio scorso la polizia ha fatto irruzione in casa di Yin e l'ha arrestata. Le hanno confiscati i libri del Falun Gong, il materiale correlato e alcune banconote con stampati sopra messaggi attinenti alla pratica (un modo per superare la severa censura dell'informazione in Cina ed aumentare la consapevolezza sulla persecuzione).

In seguito all'arresto, la donna è stata condotta alla stazione di polizia di Xiangyang, dove è stata legata ad una sedia con le mani ammanettate dietro la schiena ed stata interrogata per tre giorni. Il 9 luglio è stata trasferita al centro di detenzione di Liaoyuan.

Il figlio di Yin si è recato alla Procura della città di Liaoyuan per presentare una denuncia contro l’agente di polizia Guo Kaiming che ha arrestato sua madre. Tuttavia il Procuratore ha ignorato le sue lamentele.

Il 9 novembre il tribunale del distretto di Longshan ha tenuto un'udienza in videoconferenza. Yin è stata accusata di "utilizzo di un culto per minare l'applicazione della legge", un pretesto usato di frequente per incastrare ed incarcerare i praticanti del Falun Gong. La donna ha negato le accuse a suo carico ed ha affermato di voler semplicemente essere una brava persona e di non voler minare l'applicazione della legge.

Yin ha inoltre raccontato che dopo essere stata condotta alla stazione di polizia, le è stato messo un cappuccio nero in testa ed è stata picchiata. È andata in arresto cardiaco ed è stata quindi trasferita in ospedale per la rianimazione. Ore dopo, è stata rimandata alla stazione di polizia, dove è stata bloccata su una sedia, le hanno legato le braccia e le hanno ammanettato le mani dietro la schiena. Non le è stato permesso di alzarsi o di usare il bagno, e le guardie le hanno fornito a malapena del cibo durante i tre giorni dell'interrogatorio.

Il giudice le ha chiesto se è fosse stata lei stessa a realizzare il materiale del Falun Gong. La donna ha affermato di non possedere l'attrezzatura necessaria ed ha aggiunto che se anche quel materiale fosse suo, sarebbe del tutto legale, poiché nessuna legge ha criminalizzato il Falun Gong in Cina e inoltre nel 2011 l'ufficio cinese delle pubblicazioni ha abolito anche il divieto di stampa dei libri attinenti alla pratica.

L'avvocato ha sottolineato una discrepanza nel documento del suo caso. Sebbene la donna sia stata arrestata il 6 luglio, gli agenti hanno indicato l'8 luglio come data del suo arresto senza fornire alcuna spiegazione. Inoltre, la polizia ha interrogato la donna fabbricando prove contro di lei. «La polizia ha violato la legge, quindi le prove che ha fornito non possono essere usate contro la mia cliente», ha puntualizzato l'avvocato.

Il giudice ed il pubblico ministero sono rimasti in silenzio.

Altri due praticanti, Yue Changyou e Ji Fengxia, che sono stati arrestati lo stesso giorno di Yin per aver distribuito materiale del Falun Gong in una zona residenziale, sono stati processati il 9 novembre dal tribunale distrettuale di Longshan. I dettagli delle loro udienze devono ancora essere esaminati.