(Minghui.org) Tra il 5 e il 6 novembre scorsi cinque residenti di Tianjin sono stati perseguitati per la loro fede nel Falun Gong. Due praticanti e la figlia di un uno di loro sono stati costretti a trasferirsi, per sfuggire alle molestie della polizia.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è un'antica disciplina spirituale e di meditazione perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Intorno alle 16:00 del 5 novembre, un membro dello staff del comitato residenziale ha bussato alla porta di Han Wenmin. Poiché la donna non ha risposto, il membro dello staff se n'è andato, pensando che non ci fosse nessuno in casa.

Alle 18.00, quando Han ha acceso la luce, sei agenti assieme a quattro membri del comitato residenziale le hanno bussato nuovamente e quando lei si è rifiutata di aprire, hanno tentato di sfondare la porta. In seguito la donna non ha potuto far altro che farli entrare e sia lei che suo marito, Hu Qinglin, sono stati arrestati. Wang Wenlan, un'altra praticante che passava da casa sua in quel momento, è stata notata da un agente e anche lei è stata arrestata.

Gli agenti hanno condotto i tre praticanti alla stazione di polizia di Banchanglu ed hanno scattato loro delle foto. Uno degli agenti ha sbattuto il pugno sul tavolo ordinando ai praticanti di firmare le dichiarazioni preparate al fine di farli rinunciare al Falun Gong, poi ha ribadito: «Dovete firmarla oggi, che lo vogliate o no! Oppure perquisiremo la vostra casa e vi condanneremo a due anni di prigione». I poliziotti hanno calunniato il fondatore del Falun Gong e successivamente hanno afferrato le mani delle due donne per premere le loro impronte digitali sulle dichiarazioni. Il giorno dopo Han aveva ancora male alle braccia. Inoltre non è stato loro permesso di usare il bagno, nel corso degli interrogatori. Verso mezzanotte sono stati rilasciati.

Oltre a minacciare i tre praticanti, la polizia ha molestato telefonicamente la figlia ed il genero di Han.

Sempre alle 18:00 del 5 novembre, altri agenti hanno tolto la corrente alla casa di Qu Dongpeng. Sapendo che alcuni praticanti erano stati arrestati dopo essere usciti per riattivare il contatore, l'uomo non ha fatto entrare nessuno. Un agente ha ripetutamente bussato alla sua porta, ribadendo: «Apri la porta giovanotto, parliamo!». Poi ha preso una sedia e si è seduto davanti al portone d'ingresso dell'uomo.

Verso mezzanotte Qu è scappato. Qualche giorno dopo, è tornato a casa ed ha scoperto che la serratura della porta d'ingresso era stata cambiata. Non potendo aprirla, non ha potuto verificare se la polizia aveva messo a soqquadro l'appartamento ed installato telecamere di sorveglianza all'interno. L'uomo è stato costretto così a trasferirsi.

All'inizio della scorsa primavera, Bai Shuqin è stata arrestata per aver parlato con la gente del Falun Gong. Anche suo marito, che non pratica, è stato arrestato. La coppia è stata rilasciata il giorno stesso, ma il marito è rimasto profondamente traumatizzato. La polizia ha poi informato la donna che l'avrebbero trattenuta per dieci giorni, dopo la fine della pandemia.

Da allora, il marito ha avuto problemi di salute. Ben presto gli è stata diagnosticata una malattia terminale ed è morto poco dopo.

Bai è rimasta con la figlia. Il 6 novembre quando sono rientrate a casa, ha ricevuto una chiamata dal comitato residenziale che le ha chiesto di recarsi presso il loro ufficio per rispondere ad un questionario per un censimento. La donna ha promesso che ci sarebbe andata qualche giorno dopo. Poco dopo aver riagganciato il telefono, la polizia ha cercato di fare irruzione in casa. Bai si è rifiutata di aprire la porta, allora gli agenti si sono seduti fuori aspettando che uscisse. Come Qu, sia Bai che la figlia sono scappate e sono state costrette a trasferirsi. Non si sa dove si trovino attualmente.