(Minghui.org) Il 18 novembre 2020 il Parlamento del Canada ha adottato una mozione che, per proteggere gli interessi nazionali del Paese, richiede azioni più rigorose contro il Partito Comunista Cinese (PCC).

Introdotta dal parlamentare Erin O’Toole, leader del Partito conservatore del Canada, la mozione invita il governo Trudeau a decidere se Huawei possa partecipare alla rete 5G entro 30 giorni dall’adozione della mozione e a sviluppare un piano per combattere le azioni illegali del PCC nel Paese.

Al momento il Canada è l’unica nazione dell’alleanza “Five Eyes” che non ha bandito Huawei dalla propria rete 5G, mentre gli altri quattro Paesi, Stati Uniti, Regno Unito, Australia e Nuova Zelanda, hanno già bandito il colosso asiatico per problemi di sicurezza nazionale.

Il deputato Michael Chong

Il 18 novembre il parlamentare canadese Michael Chong, ministro ombra degli Affari esteri, ha rilasciato una dichiarazione a sostegno della mozione.

Ha affermato: “Adesso è il momento in cui il governo liberale deve fare sul serio con il regime cinese. I canadesi si aspettano che il governo liberale sostenga le nostre norme democratiche e rispetti la volontà del Parlamento intervenendo per difendere la sicurezza nazionale del Canada, per prendere una decisione su Huawei e sulla rete 5G del Canada e sviluppare un piano per proteggere i canadesi dalla crescente influenza della Cina comunista qui a casa nostra”.

Ha continuato dicendo che l’approccio passivo adottato dal governo Trudeau non ha funzionato e adesso urge intraprendere un’azione diversa per difendere i cittadini canadesi. “Oggi è un inizio, ma resta ancora molto da fare. È ora di difendere il Canada”.

Shannon Stubb, ministro ombra per la sicurezza pubblica e la preparazione alle emergenze, ha fatto eco al deputato Chong sulla sua pagina Facebook. Ha dichiarato: “Il governo comunista cinese gioca secondo un insieme di regole completamente diverse. Il regime non rispetta lo stato di diritto e l’indipendenza del processo giudiziario”.

“Una mozione presentata dai conservatori è appena passata in parlamento: richiede al governo canadese di agire con urgenza e di presentare il suo piano per combattere le crescenti operazioni estere della Cina e prendere una decisione sul coinvolgimento di Huawei nella rete 5G del Canada”.

“Il ritardo del governo liberale nel prendere una decisione mette il Canada in disaccordo con il resto dei Paesi nella nostra alleanza Five Eyes per la condivisione dell’intelligence con gli Stati Uniti, l’Australia, la Nuova Zelanda e il Regno Unito, ognuno dei quali ha ora vietato o limitato l’utilizzo di apparecchiature Huawei 5G”.

“È ora di scegliere. Proteggere i canadesi dovrebbe essere la priorità numero uno”.

La campagna globale di intimidazione del PCC

In un articolo di The Globe and Mail intitolato “CSIS avverte che l’operazione cinese Fox Hunt sta prendendo di mira la comunità cinese del Canada (CSIS warns China’s Operation Fox Hunt is targeting Canada’s Chinese community)”, si osserva che il PCC “usa abitualmente funzionari della sicurezza statale sotto copertura e ‘agenti fidati’, o proxy, per prendere di mira i membri della comunità cinese del Canada in uno sforzo per mettere a tacere i critici del presidente Xi Jinping, minacciando anche di punire le loro famiglie in Cina”.

L’articolo citava una dichiarazione del Canadian Security Intelligence Service (CSIS), che affermava che “queste tattiche possono anche essere utilizzate come copertura per mettere a tacere il dissenso, fare pressione sugli oppositori politici e instillare una paura generale del potere statale, a prescindere da dove si trovi una persona”.

L’articolo afferma anche: “Queste attività illegali in Canada fanno parte di una campagna globale di intimidazione che costituisce una minaccia alla sovranità di questo Paese e alla sicurezza dei canadesi. Uno degli sforzi più importanti è l’Operazione Fox Hunt, diretta dal Ministero della Pubblica Sicurezza di Pechino, in corso dal 2014”.

L’articolo prosegue: “L’operazione Fox Hunt è stata apparentemente lanciata come una campagna anti-corruzione dal signor Xi che ha preso di mira cittadini ricchi e membri corrotti del Partito Comunista, fuggiti all’estero con grandi quantità di denaro”.

Il primo ministro Trudeau: L’intensificata intimidazione della Cina nei confronti della comunità canadese cinese è inaccettabile

Il primo ministro canadese Justin Trudeau

Durante una conferenza stampa del 13 novembre 2020 il primo ministro canadese Justin Trudeau ha affermato che l’utilizzo da parte del PCC di agenti sotto copertura per minacciare e intimidire i membri della comunità cinese che vivono in Canada, nel tentativo di mettere a tacere il dissenso e le critiche al presidente Xi Jinping, è un fatto inaccettabile.

All’inizio del dicembre 2018, il regime comunista cinese ha incarcerato due cittadini canadesi, Michael Kovrig e Michael Spavor. Questa mossa è generalmente considerata una vendetta del PCC dopo che il Canada ha arrestato Meng Wanzhou, una dirigente Huawei accusata di frode criminale negli Stati Uniti, in conformità con il trattato di estradizione Canada-USA.

Trudeau ha detto: “Negli ultimi anni abbiamo visto vari Paesi utilizzare agenti e varie tattiche di pressione sui media locali in Canada, ma anche su diversi cittadini e diverse comunità della diaspora”.

Ha aggiunto che hanno anche assistito a “un cambiamento nell’approccio che la Cina sta assumendo con la sua diplomazia più coercitiva” e “un atteggiamento significativamente più ostile” quando ci si confronta sugli argomenti del “problema dei diritti umani”. È “uno dei motivi per cui il Canada ha lavorato a stretto contatto con alleati che la pensano allo stesso modo nel mondo e che stanno tutti sperimentando vari gradi dello stesso tipo di pressione, per mantenere un fronte comune, per muoversi insieme e dimostrare che questo è ... qualcosa di inaccettabile in un Paese e in un mondo in cui lo Stato di diritto deve essere rispettato e sostenuto”.

Necessario “rimettere a fuoco il realismo nelle relazioni internazionali del Canada”

Secondo un sondaggio condotto dal gruppo di esperti canadese del Macdonald-Laurier Institute e dalla Konrad Adenauer Foundation tedesca, il 79% dei 1.023 canadesi partecipanti pensa che la Cina rappresenti una minaccia, da moderata a grave, per il Canada.

Nell’articolo intitolato “Stare in guardia: Perché dobbiamo proteggere la tecnologia e gli innovatori canadesi dalla RPC (Standing on guard: Why we need to secure Canadian technology and innovators from the PRC)”, i coautori Shuvaloy Majumdar del Macdonald-Laurier Institute e il professore di politiche pubbliche, Henry Geraedts, suggeriscono che “ciò che è richiesto oggi è una rivalutazione sostanziale delle relazioni del Canada con la RPC, consentendo ai leader del governo e del parlamento di ridefinire le politiche chiave in materia di commercio, finanza, energia e tecnologia, sulla base non di una riflessione a breve termine bensì su fatti concreti e analisi fredde”.

L’articolo afferma: “La RPC ha portato avanti per decenni con successo i suoi obiettivi attraverso operazioni su vasta scala del Dipartimento del Lavoro del Fronte Unito, nel mondo accademico, commerciale e nella pubblica amministrazione, anche con l’obiettivo specifico di accedere alla ricerca e sviluppo canadese, alle tecnologie chiave e alla proprietà intellettuale”.

Hanno esortato il governo canadese a “estendere la collaborazione con partner chiave come Five Eyes, NATO e G7, e bilateralmente con importanti alleati come Giappone, India e Israele, per ostacolare i programmi di acquisizione di tecnologia illecita della RPC”.

L’articolo richiedeva anche una nuova legislazione per “consentire procedimenti giudiziari consequenziali e contromisure efficaci” contro il PCC.

“La nostra rifocalizzazione deve imperniarsi su un’ampia rivalutazione della RPC come rivale a lungo termine in politica, in economia e per i nostri valori”, conclude l’articolo.

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