(Minghui.org) Un residente della città di Panjin è morto sei mesi dopo essere stato imprigionato per aver praticato il Falun Gong, una disciplina per il corpo e la mente perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Il calvario di Zou Liming è iniziato dopo il suo arresto avvenuto nel giugno 2015, per aver parlato alla gente riguardo il Falun Gong. In seguito è stato condannato a due anni e sei mesi di prigione, ma è stato esentato dalla pena per via delle sue condizioni di salute. Il tribunale ha avvertito che sarebbe tornato in custodia nel caso avesse violato i termini della sua libertà vigilata.

Nel 2017 la polizia ha molestato lui e i suoi familiari alcune volte.

A settembre dello scorso anno le autorità lo hanno nuovamente detenuto nel carcere di Nanshan nella città di Jinzhou, per poi trasferirlo nel carcere di Dalian a novembre, e negato alla sua famiglia il permesso di fargli visita.

Il 7 febbraio i familiari hanno ricevuto una telefonata dalla prigione di Dalian che informava loro che Liming era caduto in coma, ed era stato trasferito all'ospedale in rianimazione. La prigione non ha fornito alcun dettaglio su ciò che aveva causato il coma, e l'8 marzo il praticante è morto all'età di sessantasei anni.