(Minghui.org) Dopo aver perso il marito e la madre a causa della persecuzione del Falun Gong, Chen Jiazhu della città di Mianyang, in provincia dello Sichuan, ha subìto un altro duro colpo quando l’11 febbraio di quest’anno sua figlia è morta, anch’essa a causa della persecuzione.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa è una disciplina per la coltivazione interna che aiuta a migliorare il proprio benessere fisico e mentale. Negli ultimi 20 anni, in Cina, la pratica è stata perseguitata dal Partito Comunista Cinese (PCC).

Chen, il suo defunto marito, i loro figli e la sua defunta madre, sono stati tutti ripetutamente molestati, arrestati, incarcerati e torturati per non aver abbandonato la loro fede nel Falun Gong.

La madre di Chen è stata la prima a morire a causa delle continue molestie e minacce; il marito, Zhang Shufu, è morto nel 2015 dopo essere stato costretto a letto per cinque anni; e la loro figlia, Zhang Yan, è stata imprigionata per sei anni ed è morta questo anno.

Mentre piangono la perdita dei loro cari, Chen e suo figlio Zhang Chunbao, devono affrontare continue vessazioni da parte delle autorità e vivono con la paura di essere nuovamente arrestati per la loro fede.

Insegnante di musica muore a quarantasei anni

Zhang Yan era un'insegnante di musica in una scuola media di Mianyang. Ha iniziato a praticare il Falun Gong nel 1998, e i suoi problemi respiratori cronici, le emorroidi, l'artrite e i problemi neurologici sono presto scomparsi. Avendo beneficiato così tanto della pratica è rimasta salda nella sua fede anche dopo l'inizio della persecuzione. La praticante è stata ripetutamente arrestata ed è morta dopo anni di sofferenze. Aveva 46 anni.

Tortura al campo di lavoro e perdita del lavoro

Il suo primo arresto è avvenuto a Pechino il 22 luglio 2000, quando si è recata in piazza Tienanmen per difendere la sua fede. La polizia locale è venuta a riprenderla e la ha multata di 8.500 yuan (circa 1.100 euro), l'equivalente di tre mesi del suo stipendio. Ladonna è stata poi reclusa nel centro di detenzione di Mianyang per diciassette giorni.

Nell'ottobre del 2000 è stata arrestata nuovamente a Pechino, assieme alla madre, per aver fatto gli esercizi del Falun Gong in pubblico. Dopo essere state riportate indietro dalla polizia sono state multate di 5.930 yuan (circa 770euro), che sono stati detratti dalla pensione della madre. In quell’occasione Zhang è stata reclusa nel campo di lavoro forzato femminile di Nanmusi per un anno.

Durante il periodo di detenzione le sono state negate le visite familiari e veniva chiusa nella sua cella e costretta a stare in piedi con le braccia alzate contro il muro per una dozzina di ore al giorno. Le sue dita si sono deformate a causa dello sforzo fisico, e nonostante ciò era comunque costretta a fare lavori intensivi, tra cui selezionare dei peli di maiale per produrre spazzole e confezionare medicinali.

Oltre alle punizioni fisiche e al lavaggio del cervello, non le è stato permesso di pulirsi e lavare i vestiti, e di conseguenza ha contratto la scabbia. La polizia l'ha portata in ospedale per un esame del sangue che non era necessario ed è stata costretta a pagarlo.

Quando il 26 ottobre 2001 Zhang è stata rilasciata, aveva perso il suo posto da insegnante.

L’arresto e il lavaggio del cervello

Il 6 dicembre 2007 Zhang e i suoi genitori hanno fatto visita a suo fratello, Zhang Chunbao, che stava scontando un periodo di otto anni nella prigione di Deyang per aver praticato il Falun Gong. La polizia l'ha arrestata senza un mandato e l'ha trattenuta nel centro di detenzione della contea di Beichuan. Tre settimane dopo Zhang è stata portata in un hotel ed è stata torturata e interrogata per tre giorni senza avere la possibilità di dormire.

È stato riferito che le autorità sospettavano che la praticante avesse fornito informazioni sulla persecuzione di suo fratello al sito web Minghui ed è stata arrestata come ritorsione.

Il 4 gennaio 2008 Zhang è stata trasferita in un albergo e interrogata per nove giorni consecutivi da quattordici agenti.

Mentre era in carcere la polizia ha fatto irruzione nella sua casa e nel suo appartamento in affitto e li ha saccheggiati. Le hanno confiscato i suoi effetti personali senza fornire alcuna lista o documentazione.

Cinque anni di tormento

Nell'ottobre 2008 Zhang è stata trasferita al centro di detenzione di Mianyang, dove è stata processata dal tribunale del distretto di Peicheng e condannata a cinque anni di reclusione da scontare nel carcere femminile di Jianyang.

Una guardia carceraria ha messo tutti i compagni di cella della praticante contro di lei minacciando di sospendere le riduzioni di pena se non avesse rinunciato al Falun Gong. I suoi compagni di cella l'hanno monitorata 24 ore su 24 e hanno abusato di lei verbalmente.

Se non finiva il suo lavoro presso il campo di lavoro durante il giorno, doveva stare ferma fino all'una del mattino del giorno successivo. Doveva anche trascrivere le regole della prigione ogni notte, potendo dormire solo due o quattro ore; se si rifiutava di farlo gli veniva impedito del tutto di dormire. Non potendo riposare adeguatamente soffriva di vertigini, dolori al petto, gonfiore, intorpidimento, deterioramento della vista e ipertensione.

Diverse volte il medico della prigione ha prelevato campioni di sangue della donna senza fornire una ragione. La sua famiglia sospettava che questo avesse qualcosa a che fare con i crimini di prelievo forzato di organi ai danni dei praticanti del Falun Gong.

Deceduta dopo anni di sofferenze

Nel dicembre del 2012 Zhang è stata rilasciata dopo cinque anni di torture. Le sue dita sono state mutilate e non poteva più suonare il pianoforte né insegnare musica. Gli agenti dell'Ufficio 610 di Mianyang hanno continuato a tormentarla ed è stata costretta a vivere lontano da casa per evitare ulteriori persecuzioni.

Anni di tortura e di incarcerazioni unite alla paura di essere arrestata di nuovo hanno avuto ripercussioni sulla salute mentale e fisica di Zhang, che è morta l'11 febbraio di quest’anno.

Operaio di fabbrica deceduto a 75 anni

Zhang Shufu, padre di Zhang, era un dipendente della Automobile Steering Gear Factory, una fabbrica di componenti per automobili di Miyang. A causa della persecuzione è stato arrestato cinque volte e incarcerato per un totale di settantaquattro giorni.

Nel luglio del 2000 e nel febbraio del 2001 è stato trattenuto in un centro per il lavaggio del cervello due volte per un totale di quindici giorni.

Nel giugno del 2003 è stato arrestato di nuovo per aver distribuito volantini del Falun Gong, e trasferito al centro di detenzione di Zhongjiang. Durante i venticinque giorni di reclusione è stato costretto a svolgere un lavoro non retribuito, tra cui il taglio dei fili della biancheria intima e la tessitura di palette di bambù.

Il 24 luglio 2003 è stato trasferito al Centro di detenzione di Mianyang e vi è rimasto per ventiquattro giorni, durante i quali ha lavorato per produrre molle e smistare erbe medicinali cinesi.

Il 18 ottobre 2006 l’uomo è stato arrestato di nuovo mentre faceva acquisti al mercato ed è stato rilasciato lo stesso giorno.

Nell'agosto 2008 è stato arrestato un’ultima volta ed è stato trattenuto in un hotel per dieci giorni.

Il suo ultimo arresto è avvenuto all'incirca nel periodo in cui sua figlia, suo figlio e sua nuora sono stati tutti imprigionati a causa della loro fede. Dopo il suo rilascio lui e sua moglie si recavano ogni mese in tutte e tre le prigioni per visitare i loro cari, e venivano costantemente molestati.

Lo stress mentale e la tensione finanziaria hanno avuto ripercussioni sulla salute di Zhang, che è rimasto paralizzato nel dicembre 2012. Quando l’uomo si è ammalato suo figlio era ancora in prigione e sua figlia era stata scarcerata dieci giorni prima; la famiglia perciò faceva molta fatica a sbarcare il lunario, e vivevano in un appartamento in affitto.

Zhang è morto il 30 ottobre del 2015 all'età di 75 anni.

Pensionata rimasta quasi cieca quattro anni dopo la morte del marito

La moglie di Zhang, Chen Jiazhu è una pensionata della fabbrica di ingranaggi per auto della città di Miyang. Si è ripresa dai suoi disturbi cronici appena tre mesi dopo aver imparato il Falun Gong nel 1998. Le sue gravi emorragie e dolori vaginali, l'anemia, l'artrite, la vista annebbiata e i problemi cardiaci erano scomparsi da anni. Tuttavia la sua salute è peggiorata dopo la morte del marito nel 2015; ora è quasi cieca.

Nel 2000 Chen si è recata a Pechino per fare appello in difesa del Falun Gong ed è stata incarcerata per diciannove giorni. Quando si è recata a Pechino una seconda volta è stata reclusa per trentaquattro giorni e gli agenti della città di Mianyang le hanno estorto 12.000 yuan (circa 1500 euro).

Nel marzo 2001 è stata reclusa e sottoposta a lavaggio del cervello per venti giorni.

Nel gennaio 2008 la polizia l'ha presa di nuovo di mira. Hanno messo a soqquadro la sua casa e l'hanno interrogata per un giorno intero. Durante il mese di agosto, prima delle Olimpiadi di Pechino, la polizia l'ha reclusa per dieci giorni con la scusa di “mantenere la stabilità sociale”.

Moglie di un veterano imprigionata e costretta al divorzio

L'unico figlio sopravvissuto della signora Chen, Zhang Chunbao, ha perso il lavoro dopo essere stato incarcerato in un campo di lavoro forzato per un anno perché praticava il Falun Gong.

Nell'aprile 2005 lui e la moglie sono stati arrestati per aver parlato alle persone riguardo al Falun Gong. La polizia lo ha torturato durante l'interrogatorio e in seguito è stato condannato a otto anni nella prigione di Deyang.

Le autorità carcerarie hanno ordinato a due detenuti di sorvegliarlo 24 ore su 24 e hanno promesso loro una ricompensa se avessero torturato i praticanti del Falun Gong affinché rinunciassero alla loro fede.

Zhang ha dovuto svolgere un lavoro non retribuito durante il giorno. Quando gli altri si prendevano una pausa lui veniva punito con l'obbligo di stare in piedi contro il muro e gli era permesso di riposare solo a tarda notte.

Entrambe le sue gambe erano gravemente gonfie a causa dello stare in piedi e della mancanza di sonno. Si è rifiutato di rinunciare al Falun Gong, e per questo le guardie lo picchiavano spesso, gli pizzicavano i capezzoli con le pinze e gli bruciavano le parti intime con le sigarette.

La moglie, che era stata condannata a cinque anni, non è riuscita a sopportare le torture nel carcere femminile di Longquanyi e ha rinunciato al Falun Gong. Sotto la pressione delle autorità ha divorziato dal marito perché si rifiutava di rinunciare alla sua fede.