(Minghui.org) Le guardie, nella prigione femminile della provincia dello Jilin, spesso autorizzano o istigano le detenute a torturare le praticanti del Falun Gong incarcerate per aver sostenuto la loro fede.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale che insegna Verità, Compassione e Tolleranza. Il regime comunista cinese ha lanciato la persecuzione del Falun Gong nel luglio 1999.

Per ottenere sconti di pena o altre ricompense, i prigionieri spesso torturano i praticanti per cercare di costringerli a rinunciare alla loro fede. Fanno patire loro la fame, li fanno congelare, li picchiano, li privano del sonno, non consentono loro di lavarsi e li costringono a stare seduti su un piccolo sgabello per lunghi periodi di tempo.

La direzione dell'ottavo reparto nella prigione femminile dello Jilin, consente ed autorizza le detenute a picchiare le praticanti del Falun Gong. I responsabili includono: Qian Wei, caporeparto, Chen Xi, vice capo, ed il capo delle guardie Yuan Tingting, un neolaureato che ha iniziato a lavorare nella prigione due anni fa.

Di seguito riportiamo tre esempi di come le praticanti nella prigione femminiledello Jilin vengono torturate.

Madre disorientata ed emaciata

La signora Li Cong, quarant’anni, è di Qingshan, contea di Nong'an, città di Changchun. Ha un figlio di dieci anni. È stata arrestata a casa il 31 maggio 2019 e reclusa nel centro di detenzione della contea di Nong'an.

La donna, è stata processata presso il tribunale della città di Dehui il 12 novembre 2019 e condannata a sei anni con una multa di 20.000 yuan (circa 2.567 euro) il 29 novembre. Ha fatto appello al tribunale intermedio della città di Changchun, che ha respinto il suo caso il 18 febbraio dello scorso anno senza tenere un’udienza.

Li, è stata condotta alla prigione femminile dello Jilin nel luglio dello scorso anno. Le guardie la lasciavano dormire solo tra la mezzanotte e le 3 del mattino, dopodiché la costringevano a rimanere seduta su un piccolo sgabello senza muoversi per la maggior parte del tempo. Se si muoveva veniva punita. La pelle e la carne delle sue natiche hanno cominciato a lacerarsi ed a marcire a causa della pressione esercitata su di esse.

Non le veniva fornito cibo a sufficienza, né le era permesso fare la doccia o lavarsi. Le guardie le facevano anche il lavaggio del cervello, la insultavano, la picchiavano e le spruzzavano acqua gelata. In inverno, aprivano le finestre per far entrare il vento gelido.

L’11 agosto, le detenute Tian Xiaoyun della città di Changchun, Zha Guang della città di Baicheng e Wang Shuwen della città di Songyuan l’hanno trattenuta nel tentativo di costringerla a firmare le dichiarazioni di rinuncia al Falun Gong. Le persone fuori dalla stanza hanno sentito rumore di colluttazione e Li che urlava in segno di protesta: «La Falun Dafa è buona!».

Un mese dopo, l'11 settembre, le detenute hanno nuovamente tentato di costringerla a rinunciare al Falun Gong. Le persone fuori dal rione l'hanno sentita lottare e urlare: «Non firmerò le dichiarazioni!». Si sentivano forti rumori che suggerivano che le detenute stessero lanciando ripetutamente Li contro la struttura metallica del letto.

Il 24 novembre, è stata messa in cella d’isolamento e torturata dalle detenute Tian, Zheng Dan, Yang Yali, Ding Ling e Li Mingzhu. Il 16 ed il 18 dicembre le hanno tolto la giacca invernale, hanno aperto la finestre e le hanno versato addosso acqua fredda. Indossava una camicia sottile. Alla fine di dicembre, quando ha lasciato la cella di isolamento, appariva confusa, malaticcia e deperita. Nonostante tutto le autorità stavano ancora progettando di continuare a farle il lavaggio del cervello.

Finora alla praticante non è stata consentita alcuna visita dei suoi familiari ed ha potuto parlare con loro al telefono soltanto una volta. Era in vivavoce e tutti potevano ascoltare la conversazione, durante la quale non le era permesso parlare di come veniva abusata.

Insegnante condannata a cinque anni, perde il lavoro e la famiglia

La signora Zang Zhongmei, quarantanove anni, era un'insegnante di scuola elementare della città di Siping. Per sfuggire alla persecuzione si è trasferita a Baicheng, a circa 300 miglia (circa 483 chilometri) di distanza ed ha svolto lavori occasionali per sostenersi.

Gli agenti della sicurezza interna del distretto di Taobei, l'hanno arrestata il 16 febbraio dello scorso anno per aver parlato con la gente del Falun Gong ed hanno saccheggiato la sua abitazione. È stata portata al centro di detenzione della città di Baicheng.

Nel giugno dello scorso anno, è stata condannata a cinque anni in un processo segreto e rinchiusa nella prigione femminile dello Jilin. Incapace di sopportare la pressione, suo marito ha divorziato da lei ricevendo anche la custodia del figlio.

Zang, in prigione è stata sottoposta a lavaggio del cervello, è stata costretta a rimanere seduta a lungo su un piccolo sgabello e in inverno le era consentito indossare soltanto una camicia leggera. Altre detenute hanno affermato di averla sentita spesso urlare quando veniva picchiata.

Donna anziana maltrattata e umiliata in prigione

La signora Dang Yanhua, sessantasettenne della città di Jilin, provincia omonima, è stata arrestata il 21 maggio 2018, dopo essere stata denunciata per aver distribuito informazioni sul Falun Gong. È stata trasferita al centro di detenzione della città di Jilin il 31 maggio 2018 e condannata a tre anni e due mesi nel 2019.

Le guardie carcerarie, hanno costretto anche Dang a sedersi su un piccolo sgabello senza potersi muovere per lunghe ore, provocandole lesioni ai glutei. Ha anche dolori alle gambe e difficoltà a camminare.

Le detenute hanno usato tutti i modi per torturarla: le hanno fatto patire la fame oppure le permettevano di mangiare, ma non le lasciavano usare il bagno. Talvolta l’hanno costretta a raccogliere le sue feci nel contenitore per il pranzo che poi usavano per servirle il pasto. Altre volte invece era costretta ad evacuare nei pantaloni e le detenute le strofinavano i suoi escrementi sulla bocca.

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