(Minghui.org) Quando la signora Zhong Junfang è stata rilasciata il 14 febbraio dell’anno scorso, dopo aver scontato una pena di otto anni e mezzo per la sua fede nel Falun Gong, aveva perso metà del suo peso corporeo e sviluppato un cancro al fegato ed uno al seno. Dopo aver lottato con una salute cagionevole per un anno, è morta il 13 aprile scorso. Aveva sessantotto anni.
La morte della signora Zhong si aggiunge alla crescente lista di praticanti del Falun Gong, un’antica disciplina spirituale e di meditazione, che hanno perso la vita a causa della persecuzione del regime comunista cinese per la loro fede.
Zhong, della contea di Qianwei, provincia del Sichuan, per aver sostenuto la sua fede è stata condannata ai lavori forzati ed al carcere per tre volte, per un totale di diciassette anni e mezzo.
Due anni al campo di lavoro forzato di Nanmusi
Zhong è stata arrestata per la prima volta nel 2000 e le sono stati inflitti due anni di lavori forzati. Durante la detenzione è stata sottoposta a torture fisiche, umiliazioni ed è stata privata del sonno per lunghi periodi di tempo.
I praticanti del Falun Gong nel campo di lavoro dovevano chiedere il permesso per fare qualsiasi cosa. Una volta si è avvicinata ad una guardia per chiedere il permesso di andare in bagno, ma la sua richiesta è stata respinta. Nonostante ciò si è alzata ed ha cercato di andarci comunque. Le guardie Dai e Meng Yaling, l'hanno falsamente accusata di aver cercato di scappare. Per punizione è stata trascinata in un'area aperta e costretta a correre, costringendola ad urinare nei pantaloni per poi deriderla.
In seguito è stata rinchiusa in una cella d’isolamento per più di dieci giorni in cui non le era permesso di uscire ed ogni pasto era composto da un solo un piatto con circa 50 grammi di carboidrati.
Due pene detentive di tre anni e mezzo
Zhong è stata arrestata di nuovo nel febbraio 2003 e poi condannata a tre anni e mezzo di prigione. È stata detenuta nella prigione femminile di Chengdu fino all'agosto 2006.
Dopo essere stata rilasciata il suo telefono è stato intercettato ed è stata arrestata di nuovo con l’accusa di voler andare a Pechino per appellarsi al diritto di praticare il Falun Gong. È stata nuovamente condannata a tre anni e mezzo di prigione e detenuta nel reparto n. 2 della prigione femminile di Chengdu.
Poiché si rifiutava di rinunciare al suo credo nel Falun Gong, veniva spesso molestata dalle guardie e dalle detenute. Per esempio, le guardie le proibivano di comprare cibo nella prigione con la sua carta di credito e molte volte soffriva la fame. Aveva anche meno libertà di movimento delle altre detenute.
Dopo il grande terremoto di Wenchuan del 12 maggio 2008 nella provincia del Sichuan, c'è stata un'esercitazione antisismica nella prigione. Zhong si è rifiutata di indossare l'uniforme del carcere per protestare contro la sua detenzione illegale. Le guardie allora l’hanno spogliata di tutti gli abiti, tranne il reggiseno e la biancheria intima, ma la donna ha continuato a rifiutarsi di indossare l'uniforme. Per partecipare all'esercitazione si è coperta con un lenzuolo ed ha continuato a farlo fino al novembre 2008. Durante questo periodo le guardie hanno istigato le detenute ad insultarla per spingerla ad indossarla.
Veniva tormentata dalle detenute mentre faceva gli esercizi del Falun Gong (le detenute erano spesso premiate od incentivate a controllare e torturare le praticanti) e la detenuta Zhang Zhongyi l'ha picchiata duramente quando l'ha sorpresa a farli nella cella. A causa delle percosse la donna era piena di lividi.
Una volta, poiché una guardia l'ha vista fare gli esercizi dopo mezzanotte, è stata trascinata nell'ufficio delle guardie, ammanettata ed appesa alle sbarre della finestra, dove è stata esposta alle temperature gelide della notte invernale. Il giorno dopo è stata spostata nel corridoio ed ammanettata alle sbarre del secondo piano.
Illustrazione di tortura: Appesa all’insù
Zhong ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la persecuzione disumana e per punizione è stata portata presso la clinica della prigione e sottoposta ad alimentazione forzata. Le sue condizioni sono peggiorate a tal punto da dover essere ricoverata nell'ospedale interno fino al suo rilascio, tuttavia ha continuato a scrivere lettere alle guardie ed ai funzionari della prigione per chiarire la verità sul Falun Gong e denunciare la persecuzione. In seguito le guardie hanno ordinato alle detenute di non fornirle né penna né carta.
Condannata a otto anni e mezzo di prigione
Il suo ultimo arresto risale al 10 agosto 2011. Aveva venduto il suo appartamento poco tempo prima, e la polizia le ha confiscato gli oltre 100.000 yuan (circa 12.700 euro) del ricavato della vendita, che non le sono mai stati restituiti.
Il 22 aprile 2012 è stata condannata ad otto anni e mezzo. Le detenute della prigione femminile di Chengdu sono state istigate dalle guardie a picchiarla, a mettere droghe sconosciute nel suo cibo ed a portarle via il piumone in inverno perché prendesse freddo. È stata anche alimentata a forza quando ha fatto uno sciopero della fame per protestare contro la persecuzione.
Come conseguenza delle torture ha sviluppato l'ipertensione ed un'epistassi cronica, eppure le autorità carcerarie si sono rifiutate di rilasciarla con la condizionale, dicendo: "Respira ancora, quindi non possiamo semplicemente rilasciarla".
Quando il suo ultimo mandato è scaduto, pesava meno di 70 libbre (circa 31 chilogrammi). La polizia l'ha portata in un centro per anziani isolato in periferia senza comunicarlo alla famiglia. Quando i familiari sono andati alla stazione di polizia a cercarla, gli agenti hanno negato di essere a conoscenza di dove si trovasse e, solo dopo insistenti richieste, hanno finalmente rivelato l'ubicazione della struttura.
Avendo venduto l’appartamento prima del suo ultimo arresto, Zhong è rimasta ospite da sua nipote ma, non molto tempo dopo, l'ufficio 610 ha costretto suo fratello a vendere la casa in cui vivevano sua figlia e Zhong.
Dopo che la donna ha affittato un posto per vivere da sola, la polizia locale ha continuato a controllarla e le ha ordinato di non lasciare la regione.
Perdipiù la sua pensione mensile di 3.000 yuan (circa 400 euro) è stata ridotta a 600 yuan (circa 80 euro). Quando ha cercato di chiedere giustizia a varie agenzie governative, queste l'hanno denunciata alla polizia che l'ha tenuta ammanettata per ore ogni volta; il tempo più lungo è stato di trentatré ore.
Il 25 dicembre dello scorso anno la polizia ha saccheggiato la sua casa ed ha confiscato i libri del Falun Gong ed altri effetti personali. Sia Zhong che sua nipote, Huang Fangqing, sono state tenute in custodia per alcune ore.
L'irruzione in casa ha ulteriormente devastato Zhong aggravando le sue condizioni. È morta quattro mesi dopo, il 13 aprile scorso.
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