(Minghui.org) Mentre molte famiglie si erano riunite per celebrare il capodanno cinese nel febbraio di quest’anno, Li Yanqiu era stata condannata a cinque anni per non aver rinunciato a praticare il Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.
La praticante era stata reclusa nel carcere femminile dello Liaoning il 19 febbraio, l'ultimo giorno delle festività natalizie cinesi, in concomitanza con il Festival delle Lanterne. La donna è morta in prigione 13 giorni dopo.
Li era stata assegnata al 12° reparto del carcere, conosciuto anche come "Reparto di Correzione", un settore creato appositamente per perseguitare i praticanti del Falun Gong e cercare di costringerli a rinunciare alla loro fede.
Era estremamente debole il giorno in cui era arrivata. Questo perché, aveva fatto uno sciopero della fame ed era stata sottoposta ad alimentazione forzata, dopo essere stata arrestata il 14 dicembre dell’anno scorso per aver distribuito calendari contenenti informazioni sul Falun Gong.
La praticante aveva continuato il suo sciopero della fame anche in prigione, così le guardie l'avevano portata all'ospedale del penitenziario, dove era stata ancora una volta alimentata forzatamente. In quella circostanza aveva avuto il permesso di vedere la sua famiglia per la prima volta dal suo arresto, ma era così debilitata, che aveva dovuto usare un deambulatore per riuscire a incontrarli.
Dopo la visita, la famiglia della praticante aveva chiesto la libertà condizionata della figlia per motivi di salute, ma la richiesta era stata respinta e non è mai stato dato loro permesso di visitarla di nuovo.
Secondo i detenuti con cui Li aveva maggiore confidenza, dopo che la praticante era stata alimentata forzatamente, le guardie l’avevano spostata di nuovo nel 12° settore, dove era stata tenuta in isolamento nei suoi ultimi giorni, nonostante le sue condizioni.
Durante questo periodo di tempo le guardie l’avevano denudata e l’avevano fatta sedere sul freddo pavimento di cemento. La temperatura della stanza era di -4° C, e non c'era alcuna fonte di calore. Dopo alcuni giorni aveva iniziato a presentarsi del sangue nelle sue urine e non era stata più in grado di reggersi da sola, tuttavia i funzionari della prigione non avevano richiesto cure mediche. É morta pochi giorni dopo, il 4 marzo di quest’anno, all’età di cinquantadue anni.
Il decesso improvviso di Li ha devastato la sua famiglia. Il suo vecchio padre, che viveva con lei, ha dovuto trasferirsi con suo fratello maggiore. L’uomo, un ottantenne solitamente molto estroverso, si è chiuso in sé stesso e ha avuto problemi a dormire dopo che la figlia era stata arrestata, ha iniziato a soffrire di frequenti perdite di sangue dal naso, disturbi cardiaci e vertigini causati dalla pressione alta. Temendo che la notizia potesse essere troppo per lui, la famiglia di Li non gli ha detto della sua morte.
Ex dipendente dell'hotel ripetutamente perseguitata per la sua fede
Li, abitava a Jinzhou, nello Liaoning, era una ex dipendente di un hotel, ormai in pensione, ben conosciuta nella sua città natale per essere alta e affascinante, estroversa e cordiale.
Da quando il regime comunista ha lanciato la persecuzione del Falun Gong nel 1999, era uscita in strada per sensibilizzare sulla persecuzione, ma era stata più volte arrestata e detenuta nonostante i suoi coraggiosi sforzi.
Successivamente era stata mandata al campo di lavoro forzato di Masanjia per due anni senza un giusto processo, dopo essere stata arrestata il 30 ottobre 2005. Questo perché aveva accompagnato alla stazione di polizia i parenti di due praticanti arrestati, per chiedere il loro rilascio.
Dato che aveva fatto uno sciopero della fame per protestare contro la detenzione, era stata alimentata forzatamente e legata a un letto di morte, cosa che l’aveva resa mentalmente disturbata. Era stata rilasciata alla fine del 2005 dopo che il campo di lavoro aveva estorto 3.000 yuan (circa 380 euro) alla sua famiglia.
Il 14 settembre 2009 i poliziotti avevano fatto irruzione in casa sua, avevano molestato suo padre e saccheggiato l’appartamento. Più tardi erano tornati a tormentare anche la praticante, costringendola a vivere lontano da casa per sei mesi.
Li era stata arrestata altre due volte, il 3 novembre 2013 e il 21 dicembre 2017, per aver chiarito la verità alla gente sul Falun Gong. In entrambe le occasioni la detenzione era stata di dieci giorni.
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