(Minghui.org) La Cina possiede un enorme esercito che lavora su Internet per controllare l'opinione pubblica e portare avanti i suoi programmi politici. Spesso chiamato l'“Esercito dei 50 centesimi”, questo esercito di Internet è composto da cittadini comuni che di solito vengono assunti da società di marketing o dipartimenti di propaganda e pagati 50 centesimi per ogni post.

Sempre più nazioni stanno intensificando le loro critiche per la copertura delle informazioni portata avanti del Partito Comunista Cinese (PCC) contro l'epidemia di coronavirus. Nel frattempo anche l'esercito di internet del PCC sta diventando sempre più attivo nel promuovere la sua propaganda nei tentativi di ripulire le menzogne e le colpe del Partito.

Secondo un'indagine dell'Ufficio investigativo del Ministero della giustizia di Taiwan, dalla fine di febbraio c'è stata un'ondata di false notizie sulla pandemia di coronavirus e il 70 per cento di esse proveniva dalla Cina. In un altro articolo di Epoch Times dal titolo “Rivelare le operazioni del sistema ufficiale dell'esercito dei troll della Cina”, si indicava che i troll cinesi includono un “esercito professionale”, un “esercito locale” e i “commentatori di Internet” e che “tutti gli eserciti devono assicurarsi di cooperare bene tra loro ... tenere regolarmente riunioni per discutere degli argomenti caldi di Internet e dirigere l'opinione pubblica. Ogni membro deve avere il suo obiettivo ... e completare le proprie missioni”. È stato riferito che il regime cinese sta pianificando di assumere quasi dieci milioni di troll, di cui quattro provenienti dalle università e altri 6,23 milioni dalla società in generale, per accelerare la sua guerra dell'informazione nell'era del coronavirus.

La Central News Agency di Taiwan si è concentrata su un esempio specifico di queste false notizie. Su una pagina Facebook una persona di nome Sun Xiaochuan ha pubblicato il seguente post: “I militari hanno preso il controllo di Taipei. L'amministrazione di Tsai sta bruciando le persone che hanno contratto la malattia”. Sun ha anche postato una foto malamente ritoccata che mostrava un incendio di fronte all'edificio presidenziale.

Un altro account Twitter, anch'esso col nome “Sun Xiaochuan”, ha pubblicato altre false foto di pazienti deceduti affetti da coronavirus, sostenendo che l'epidemia nella città meridionale di Tainan fosse così terribile che si potevano vedere dei cadaveri galleggiare sul fiume.

Su WeChat, in un gruppo di studio dal nome “Opere selezionate di Mao Zedong”, è stato pubblicato un messaggio riguardante gli Stati Uniti.

Nella parte superiore del messaggio c'è scritto “Opere selezionate di Mao Zedong (200)”, mentre la traduzione del testo principale in verde è riportata di seguito.

Il messaggio diceva: “L'epidemia negli Stati Uniti sta peggiorando. Ogni Stato sta combattendo il coronavirus da solo e stanno esaurendo le risorse. Il risultato più probabile è che ognuno di essi si separerà dalla federazione e cercherà aiuto dalla Cina. Il crollo dell'Unione Sovietica 29 anni fa accadrà di nuovo negli Stati Uniti”.

“Questo significa che ogni Stato potrebbe mettere fine ai dollari americani e adottare la loro valuta statale, come il dollaro di New York o il dollaro della California. Altri Paesi riprenderanno l'oro che stanno tenendo come risparmio a New York. L'esercito e l'aeronautica statunitensi verranno scomposti nell'esercito di ogni Stato, inoltre la marina americana verrà sciolta e diverrà la marina degli Stati lungo le coste del Pacifico e dell'Atlantico. Le dieci portaerei di proprietà degli Stati Uniti saranno acquisite dalla Marina cinese in cambio di forniture per combattere l'epidemia. Inoltre alcuni Stati richiederanno di unirsi alla Cina, diventando membri della Repubblica socialista cinese. Sotto la guida della Repubblica socialista cinese il mondo non avrà più guerra e l'umanità tornerà alla pace”.

Alcuni altri post sui social media con un simile sentimento di nazionalismo cinese affermavano che le persone di origine cinese in India, Vietnam, Kazakistan, Druze, Manipur e Kokang fossero ansiose di tornare in Cina.

Uno di questi post è stato intitolato “Perché il Kazakistan è ansioso di tornare in Cina” ed è stato pubblicato sul sito cinese sohu.com. Il ministero degli Esteri del Kazakistan ha convocato l'ambasciatore cinese per protestare contro il post che è stato infine rimosso da sohu.com.

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