(Minghui.org) La sessantanovenne Zuo Xiuwen, residente nella contea di Huachuan, nella città di Jiamusi, ha iniziato a praticare il Falun Gong nel 2002, nonostante il rischio di essere perseguitata. Per aver chiarito la verità sulla sua fede è stata imprigionata per tre anni e mezzo.

Il Falun Gong (noto anche come Falun Dafa) è una pratica che mira al miglioramento del corpo e della mente che è perseguitata in Cina dal 1999 dal Partito Comunista Cinese (PCC).

Dopo aver iniziato a praticare il Falun Gong nel 2002, Zuo è guarita da tutte le sue malattie; tuttavia per la sua fede è stata arrestata illegalmente due volte. Ha scontato la pena nel carcere femminile dello Heilongjiang, dove è stata sottoposta al lavaggio del cervello ed è stata torturata.

Zuo Xiuwen

Una vita serena distrutta

Mi chiamo Zuo Xiuwen, sono nata nel mese di luglio del 1951, vivo nella cittadina di Hengtoushan, nella contea di Huachuan, città di Jiamusi.

Nel 2002 a mio marito è stata diagnosticata un'emorragia cerebrale. Al fine di trovargli una cura, ho iniziato ad imparare la Falun Dafa e il 25 ottobre 2002 sono diventata una praticante.

Ho avuto un buon matrimonio e mio marito è sempre stato molto gentile con me. Prima che avesse l'emorragia cerebrale, avevo preso un lungo periodo di congedo dal mio lavoro e ci eravamo trasferiti in campagna. Abbiamo allevato più di quaranta maiali, e dato che gli affari andavo bene, abbiamo deciso di aprire un ristorante.

Quando la nostra attività era diventata fiorente e ci stavamo godendo la vita, mio marito ha avuto un'improvvisa emorragia cerebrale ed è stato ricoverato in ospedale. La nostra vita è cambiata e non sono più riuscita ad occuparmi della nostra attività.

Dopo essere rimasto in ospedale per due mesi, mio marito è rimasto in coma non mostrando alcun miglioramento. Le fatture dell'ospedale hanno prosciugato quasi tutti i nostri risparmi, e ho dovuto farlo visitare fuori dall'ospedale. Ho continuato a cercargli una cura, ma senza successo.

La Dafa è entrata nella nostra vita

Proprio quando ero davvero disperata, il mio vicino mi ha parlato della Falun Dafa, suggerendomi di continuare a recitare «La Falun Dafa è buona» a mio marito. In quel momento non era del tutto cosciente e non poteva parlare, ma a volte faceva un cenno con la testa. Il praticante mi ha dato anche lo Zhuan Falun, il libro principale della Falun Dafa, e mi ha suggerito di leggerglielo. Mentre lo leggevo a mio marito, a poco a poco ho capito molti principi della vita. Anche se lui non si è ripreso, ho deciso di praticare la Dafa.

Dopo alcuni mesi di pratica sono guarita da tutte le mie malattie, come l'insufficiente apporto di sangue al cervello, l'infiammazione della cistifellea e le malattie cardiache.

Sebbene la grave persecuzione della Falun Dafa fosse ancora in corso, ero determinata a perseverare nella pratica, poiché ne beneficiavo personalmente, e sapevo che la Falun Dafa è buona.

Primo arresto: Due settimane di detenzione

Il 6 gennaio 2009 sono andata in un villaggio della nostra contea con un altro praticante per distribuire i calendari della Dafa. Tuttavia, quando siamo giunti alla casa del capo del villaggio, nell’abitazione era presente anche un impiegato del governo della città, che ci ha denunciato alla polizia.

La polizia del dipartimento della contea dello Huachuan ci ha arrestati. Il capo del villaggio ha chiesto alla polizia di risparmiarci, dato che entrambi avevamo più di sessant’anni, ma gli agenti ci hanno comunque portato in un centro di detenzione.

Mia figlia, con mio genero e mio nipote sono venuti a trovarmi nel centro di detenzione. Lei piangeva senza sosta e io l’ho confortata dicendole: «Non piangere, tua madre non ha commesso un crimine». Sono stata rilasciata due settimane dopo.

Da allora, la polizia è venuta spesso a casa mia per tormentarmi. Durante l'estate del 2010 scavalcavano persino la recinzione del nostro cortile per controllarmi la notte.

Secondo arresto: Condannata a tre anni e mezzo di reclusione

La polizia della Divisione di sicurezza interna di Huachuan ha fatto irruzione in casa mia il 13 dicembre 2010, mentre stavo leggendo i libri della Falun Dafa con altri tre praticanti. Senza mostrare la loro identità, né un mandato di perquisizione, hanno saccheggiato la mia abitazione e hanno confiscato molti materiali della Falun Dafa, un notebook, una stampante e altre attrezzature.

Quando li ho visti prendere il poster con l'immagine del fondatore della Falun Dafa, sono corsa subito a prenderlo dalle loro mani. Dong Hongsheng, il direttore della Divisione di Sicurezza Interna di Huachuan, mi ha preso a calci con i suoi spessi stivali di pelle, facendomi quasi cadere. Dopo aver perquisito ogni angolo della mia casa, ci hanno arrestati tutti e quattro.

Il giorno dopo siamo stati interrogati nel dipartimento di polizia della contea, e la sera siamo stati portati al centro di detenzione. All’arrivo sono stata perquisita e le guardie mi hanno perfino tagliato i bottoni dei vestiti e dei pantaloni. Tutti e quattro decidemmo di fare uno sciopero della fame per protestare contro la nostra detenzione.

Durante i dieci giorni di digiuno siamo stati monitorati dai detenuti che hanno continuato ad insultarci. A giorni alterni ci interrogavano, e siccome ci rifiutavamo di rispondere alle loro domande e di far prendere le nostre impronte digitali, la polizia si è molto arrabbiata.

Una volta, durante un interrogatorio, un poliziotto quarantenne mi disse che era un buon amico di un mio parente e ha cercato di avvicinarci. Mi ha parlato anche della giovane praticante Wang, una di noi quattro, dicendo che la sua vita sarebbe stata rovinata se fosse stata condannata a una tale giovane età. Inoltre ha cercato di farmi fornire informazioni su altri praticanti della Falun Dafa – ma senza successo. Gli ho detto che Wang non era coinvolta in nulla e che avrebbero dovuto lasciarla andare.

Quando sono stato arrestata avevo con me più di 200 yuan che mi sono stati confiscati. Mia figlia è stata convocata al centro di detenzione e costretta a depositare 1.000 yuan come indennità. In un’altra occasione, quando la mia famiglia è venuta a trovarmi, non hanno potuto vedermi fino a quando non hanno depositato altri 500 yuan, soldi che non ho più visto.

Il giorno del mio processo, la polizia ha messo le manette a me e a Wang e ci ha coperto la testa durante il tragitto. Tutti gli agenti di polizia della contea sono stati mandati via. Durante il processo, un vice procuratore mi ha sgridata per non aver rinunciato alla Falun Dafa.

Sono stata condannata a tre anni e mezzo di prigione; Wang a tre anni; la madre di Wang, che era un’altra di noi quattro, è stata condannata a due anni. Al quarto praticante è stata iniettata una droga sconosciuta mentre era detenuto ed è rimasto paralizzato.

Imprigionata nel carcere femminile della provincia dello Heilongjiang

Sono stata trasferita nel carcere femminile della provincia di Heilongjiang il 15 giugno 2011. I miei bagagli e i miei effetti personali sono stati perquisiti all'arrivo e sono stata costretta a buttare via alcuni vestiti.

Nella mia cella c'erano nove persone. Otto detenuti criminali avevano ricevuto l'ordine di sorvegliarmi 24 ore su 24. Non mi hanno permesso di avere contatti con nessuno e potevo usare il bagno solo quando non c’erano persone nel corridoio o nei bagni.

Non avevo libertà e non avevo nessuno con cui parlare. Mi sentivo sola e depressa, ero tormentata mentalmente e fisicamente, e mi sentivo infelice ogni secondo.

Costretta a sedermi su un piccolo sgabello e a guardare video di lavaggio del cervello

Per un periodo di tempo, sono stata costretta ad alzarmi ogni giorno alle 5:00 del mattino e poi a stare ferma su un piccolo sgabello con le mani sulle ginocchia mentre guardavo video che calunniavano la Falun Dafa.

Se i detenuti si accorgevano che mi muovevo un po' o che chiudevo gli occhi, mi urlavano contro. Mi sorvegliavano a turno fino alle 23:00. Durante il sonno ero costretta a guardare il muro e mi controllavano anche durante il sonno.

A causa dei lunghi periodi di tempo seduta sul piccolo sgabello mi sono venute delle piaghe sui glutei che mi provocavano un dolore insopportabile.

I detenuti si approfittavano sempre di me. Quando compravo delle cose nuove, le prendevano e le sostituivano con quelle vecchie. Durante i pasti, prendevano le cose buone dal mio piatto e mi lasciavano solo una piccola quantità di cibo meno gustoso. Mi davano poco tempo per mangiare,e a volte non avevo nemmeno il tempo di finire i pasti.

Dopo un lungo periodo di tormento, la mia resistenza stava per raggiungere il limite. Una volta, durante un lavaggio del cervello, la mia mente è diventata poco chiara. Mi sentivo così male che ho firmato la lettera di pentimento che mi avevano preparato.

Tuttavia, quando mi sono resa conto di aver firmato una dichiarazione di pentimento, ho scritto una dichiarazione solenne, affermando che la prima dichiarazione era nulla e non valida; l’ho firmata e l’ho consegnata ad una guardia. La guardia é diventata molto furiosa e ha ordinato ai detenuti di sorvegliarmi da vicino. Quattro detenuti mi hanno seguito e non mi hanno lasciato andare da nessuna parte da sola.

Venivo tormentata mentalmente e fisicamente e mi sentivo triste ogni secondo. A volte mi sentivo come se fossi sull'orlo del collasso e riuscissi a malapena a respirare.

Lavoro forzato

Per qualche tempo sono stata costretta a lavorare ogni giorno. Ho lavorato all'imballaggio di stuzzicadenti o batuffoli di cotone. A causa delle mie condizioni di salute, riuscivo a finire solo la metà della quota.

Per impedire ai praticanti di passare le scritture della Falun Dafa tra di loro, le guardie ci perquisivano prima e dopo il lavoro. Capitava che improvvisamente fischiassero e ci ordinassero di in fila per essere perquisiti, e spesso perquisivano anche le nostre celle.

Tuttavia molti praticanti riuscivano ancora a passarsi le scritture tra di loro. Ogni volta che ottenevo una copia, rimanevo eccitata, ma anche nervosa tutto il giorno, temendo che le Scritture venissero scoperte. A fine giornata avevo finalmente la possibilità di leggerle sotto la copertina del mio letto.

Una delle guardie al comando una volta mi chiese perché non avessi fatto domanda per ottenere la riduzione della pena, dato che molti detenuti l’avevano presentata. Gli risposi che non avevo commesso alcun crimine e che quindi non ero una criminale. Solo per questa risposta, sono stata successivamente trasferita al team di sorveglianza speciale, dove venivo monitorata da cinque detenuti e ogni giorno uno di loro mi faceva il lavaggio del cervello.

Perdita di mia madre e casa desolata

Anche mia madre era una praticante della Falun Dafa. Dopo il mio arresto e la mia condanna era devastata, e a causa delle continue pressioni e preoccupazioni per la mia sicurezza, è morta alla fine del 2006.

Quando nel 2013 sono stata rilasciata, sono tornata in una casa vuota. Il frigorifero era immerso nell'acqua del cortile. Anche se la porta d'ingresso e quella del cortile erano state chiuse a chiave, le serrature della casa, il ripostiglio e gli armadietti delle stanze erano stati tutti aperti, e tutte le mie cose, dalla biancheria da letto agli utensili da cucina, erano state rubate.