(Minghui.org) Una residente di Pechino è stata recentemente condannata presso la sua abitazione per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Il 27 novembre scorso dieci persone tra giudici ed impiegati del tribunale di Changping si sono recate a casa della signora Fan Jirong per annunciarle la riapertura del suo precedente caso del 2013 per aver esposto alcuni striscioni del Falun Gong. Hanno poi ordinato a tre medici d'emergenza, che erano arrivati in ambulanza, di sottoporre la donna a visita medica. Dopo che questi hanno dichiarato che Fan non poteva essere sottoposta a detenzione a causa della sua salute, i giudici hanno predisposto di tenere un'udienza a casa sua.

Sono tornati il 3 dicembre e le hanno comunicato di averla condannata a quattro anni, con una multa di 10.000 yuan (circa 1.250 euro). La praticante ha intenzione di appellarsi al verdetto.

Fan è stata arrestata per la prima volta l'8 luglio del 2013 per aver esposto gli striscioni del Falun Gong. Dopo tre mesi e mezzo di detenzione, ha sviluppato gravi sintomi ed è stata rilasciata su cauzione. A causa delle frequenti molestie della polizia è stata costretta a vivere lontano da casa.

Il 18 maggio del 2017 è stata nuovamente arrestata mentre usciva dal suo appartamento. Gli agenti di polizia le hanno detto che intendevano chiudere il suo caso del 2013,rimasto attivo dopo che era stata inserita nella lista dei ricercati perché viveva lontano da casa. Siccome non ha superato l'esame fisico, il centro di detenzione di Changping si è rifiutato di accettarla, rilasciandola in serata.

È stata molestata ancora un paio di volte dagli agenti tra marzo e maggio del 2018 ed è stata convocata alla stazione di polizia, ma si è rifiutata di andarci.

Il 23 giugno è stata arrestata per la terza volta, dopo essere stata denunciata per aver affisso i manifesti del Falun Gong. Sebbene sia stata rilasciata il pomeriggio successivo, la polizia ha presentato il suo caso alla procura, che in seguito l'ha incriminata.

La polizia l’ha chiamata a casa il 22 agosto per comunicarle che doveva andare in ospedale per una visita medica, ma ha risposto qualcuno della sua famiglia dicendo che non era in casa ed ha riagganciato.

Il giorno dopo la polizia è andata a casa sua e le ha detto di persona di andare a fare la visita medica. Lei ha risposto: «Non lo farò». Gli agenti non hanno detto nulla e se ne sono andati.

Il 23 novembre la polizia l’ha nuovamente chiamata e le ha detto che le avrebbe consegnato il suo documento d’accusa la settimana successiva. In seguito, il 6 dicembre, gli agenti ed il procuratore sono andati a casa sua e le hanno detto che avrebbero ascoltato il suo caso nel 2019.

Il 14 gennaio la polizia, il procuratore ed il giudice si sono recati a casa sua per tenere un'udienza, ma quando sono arrivati Fan stava accompagnando sua figlia a fare un controllo prenatale, così hanno detto che avrebbero aspettato fino al suo ritorno. Al suo rientro si è rifiutata di collaborare, così il giudice ha detto che avrebbe rimandato l'udienza a dopo il capodanno cinese.

Nel 2019 non è stata tenuta alcuna udienza, mentre quest’anno la polizia ha continuato a molestarla fino a dicembre, fintanto che i giudici l'hanno condannata.

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