(Minghui.org) Un'ottantunenne residente a Pechino è stata recentemente condannata ad un anno di prigione per la sua fede nel Falun Gong, una disciplina spirituale e di meditazione che viene perseguitata dal regime comunista cinese dal 1999.

Il 13 gennaio 2019 Hao Tingzhen è stata arrestata dopo che la polizia l'ha notata mentre affiggeva adesivi informativi sul Falun Gong. La polizia ha perquisito la sua abitazione e le ha confiscato i libri ed altri materiali relativi alla sua fede.

Il giorno dopo la donna si è vista negare l'ammissione al centro di detenzione di Lugouqiao a causa delle sue condizioni di salute, quindi è stata rilasciata dalla polizia tramite il pagamento di una cauzione della durata di un anno. Durante questo periodo la polizia ed i membri del comitato residenziale l'hanno costantemente monitorata e spesso molestata.

Nel maggio 2019 ha presentato una domanda al comitato residenziale per ritirarsi dal Partito Comunista Cinese. Le autorità hanno respinto la sua richiesta e le hanno ordinato di pagare la sua quota di iscrizione al Partito.

Ad ottobre dell'anno scorso la polizia ha fatto un altro tentativo per trattenerla, ma ha dovuto desistere dopo che la donna ha fallito nuovamente l'esame medico.

Nel novembre dello scorso anno Hao è stata condannata ad un anno di pena detentiva e multata di 1.000 yuan (circa 129 euro) dal tribunale di Fengtai a Pechino. Il giudice ha oltremodo stabilito che doveva essere estromessa dal Partito Comunista Cinese.

A causa dell’ipertensione il centro di detenzione di Lugouqiao le ha negato nuovamente l'ammissione.

Il 17 marzo scorso, dopo che il tribunale le ha ordinato di scontare la pena fuori dal carcere, l'ufficiale giudiziario l'ha portata all'ufficio di giustizia ed ha installato un'applicazione di tracciamento sul suo cellulare. Le è stato ordinato di controllare il suo telefono tre volte al giorno, di chiamare i funzionari una volta al giorno e di fare rapporto all'ufficio di giustizia una volta al mese. Hao ha affermato che non lo avrebbe fatto ed ha chiesto alle autorità di smettere immediatamente di perseguitarla e di annullare la sua pena.